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Costamagna Spac

Alitalia, Ilva, Saipem, Fincantieri. Ecco le pagelline di Costamagna e Gallia sui dossier in ballo

Le dichiarazioni dei vertici della Cassa depositi e prestiti su Ilva, Fincantieri, Saipem, Alitalia, Tim, Open Fiber e Valtur. Il forcing di M5S. I rilievi di Lega e Fratelli d’Italia. Approfondimento di Michele Arnese Ilva, Fincantieri, Saipem, Alitalia, Tim, Open Fiber, Valtur. E’ stato anche uno scintillio di commenti e giudizi su aziende partecipate e non…

Ilva, Fincantieri, Saipem, Alitalia, Tim, Open Fiber, Valtur. E’ stato anche uno scintillio di commenti e giudizi su aziende partecipate e non dalla Cassa depositi e prestiti la conferenza stampa tenuta ieri dai vertici di Cdp, il gruppo controllato dal ministero dell’Economia. Una conferenza stampa sui conti 2017 di Cdp funestata indirettamente dall’affondo del Movimento 5 stelle che, con un post dell’economista Andrea Roventini, candidato ministro del Tesoro per il leader pentastellato, Luigi Di Maio, che ha di fatto “licenziato” i vertici in scadenza di Cdp, in primis il presidente Claudio Costamagna e l’amministratore delegato, Fabio Gallia. Commenti e giudizi a volte anche a sorpresa, ad esempio sul dossier Alitalia.

DECOLLA IL DOSSIER ALITALIA?

“Se una delle due cordate avesse un piano industriale fattibile e soprattutto sostenibile valuteremmo se portarla nel nostro consiglio di amministrazione o meno”, ha detto infatti il presidente della Cassa, Claudio Costamagna. Come nel caso di Ilva “noi siamo disponibili – ha spiegato – come partner finanziario e assolutamente di minoranza”.

Parole che hanno destato interesse, misto a sorpresa, del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che non ha esitato a lanciare una stilettata ai vertici di Cdp: “Fa piacere che adesso abbiano cambiato idea – ha sibilato Calenda – li sentirò nelle prossime ore per capire esattamente cosa abbia determinato questo cambiamento di idea e come vogliono investire”, ha commentato il ministro uscente allo Sviluppo economico.

DOSSIER TIM E OPEN FIBER

Anche su Tim parole non scontate da parte di Costamagna. Il presidente della Cassa, infatti, non ha nascosto i contatti con il fondo Elliott che punta a scalzare i francesi di Vivendi dall’ex Telecom Italia: “E’ inutile dire di no, contatti ci sono stati. Per ora nessuna decisione. Noi siamo convinti di Open Fiber”, ha tagliato corto il manager: Open Fiber è la società per la banda larga costituita da Cdp e Enel sotto gli auspici del governo Renzi.

Ma in verità sia Elliott che Open Fiber stanno parlando informalmente per prefigurare una società unica della rete, come si può evincere – come ha notato Il Foglio – da uno scambio di tweet di giorni fa tra il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini e uno degli advisor di Elliott, Roberto Sambuco, dello studio Vitale.

TRA ILVA E SAIPEM

Parlando poi di Ilva i vertici della Cdp hanno ribadito la disponibilità a prendere una quota (anche se il Tesoro ha preferito la cordata capitanata da Arcelor Mittal invece di quella in cui era presente Cdp), mentre su Saipem, di cui la Cassa ha acquisito oltre il 12% con un investimento di 900 milioni, non “siamo soddisfatti ma siamo fiduciosi e speriamo che ci saranno risultati migliori”. Si ricorderà che l’acquisto della quota Saipem da parte di Cdp fu sollecitata dal Tesoro, ricorda oggi Giovanni Pons di Business Insider Italia.

Costamagna non a caso ha ricordato che l’investimento in Saipem ha consentito ad Eni di deconsolidare la società e di continuare a distribuire dividendi, fruttando a Cdp 700 milioni cash. Un investimento che nella sostanza “è stato già recuperato”. Soddisfazione invece per la partecipazione in Fincantieri. ‘Dribblate’ con una battuta le domande sul prossimo rinnovo del board. “Siamo qui fino a scadenza. Ho sempre detto che siamo stati presi in prestito dal mondo privato e prima o poi ci torneremo”, è stata la chiosa di Costamagna.

LE QUESTIONI ALBERGHIERE

I vertici di Cdp hanno anche discettato degli investimenti nel settore turistico-alberghiero. L’ultimo “inciampo” di Cdp è stato sui villaggi Valtur. Dalla società – ora in concordato liquidatorio la Cdp aveva comperato pochi mesi fa tre villaggi, dati in gestione alla stessa Valtur (e adesso tornati indietro). Cdp ha ricevuto «offerte interessanti» da operatori chiamati a partecipare all’asta per la gestione, ha detto l’ad, Gallia, aggiungendo di essere fiducioso di poter salvare la stagione estiva del villaggio di Ostuni, in Puglia.

Sta di fatto che la scelta di investire nelle struttura alberghiere, Rocco Forte compreso, ha destato rilievi e polemiche: c’è stato un approfondimento critico scritto dall’ex firma del Sole 24 Ore, Fabio Pavesi, per il Fatto Quotidiano e ieri nel post del pentastellato Roventini si menzionano proprio gli interventi nel comparto alberghiero da parte della Cassa come quelli più controversi; anche se i primi investimenti nel settore furono decisi dai passati vertici di Cdp. Non a caso Costamagna ha ricordato che “un decreto del luglio 2014 definisce settori prioritari per noi l’investimento nell’agroalimentare e nel turistico alberghiero”. Un modo per dire: è stato il legislatore, ovvero la politica, dunque il governo, a darci l’input.

E FINCANTIERI?

Infine, il capitolo Fincantieri e l’alleanza con Parigi nel militare. “Siamo molto soddisfatti come azionisti – ha chiarito Gallia -,la società ha affrontato una crisi durissima e i dati testimoniano la ripresa fatta”. E l’operazione con i francesi “non fa bene solo all’azienda ma anche all’Europa”. Ma il ceo ha preferito non sbilanciarsi sulle tecnicalità dell’annunciata integrazione tra Fincantieri e Naval. “Se prevarrà il modello Stm (dove il 27,5% della società è detenuto da un veicolo controllato pariteticamente dal Mef e dallo Stato francese, ndr)? Vedremo”, sì è limitato a dire.

Sta di fatto che nelle scorse settimane da ambienti della Lega e di Fratelli d’Italia, in particolare, e in maniera esplicita da parte di Guido Crosetto, esponente di spicco del partito guidato da Giorgia Meloni, sono stati espresso rilievi e interrogativi sull’alleanza anche militare tra Francia e Italia per il peso di Thales rispetto a Fincantieri.

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