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Popolare Sondrio

Popolare Sondrio e Popolare Bari, tutti i veri impatti della sentenza della Consulta

L’analisi dell’editorialista Angelo De Mattia Bisognerà attendere di leggere le motivazioni della sentenza con la quale la Consulta ha rigettato le eccezioni di incostituzionalità relative ad alcuni aspetti della legge di riforma della normativa sulle banche popolari. Intanto, avere sgomberato il campo da profili di illegittimità costituzionale non significa automaticamente che la legge in questione…

Bisognerà attendere di leggere le motivazioni della sentenza con la quale la Consulta ha rigettato le eccezioni di incostituzionalità relative ad alcuni aspetti della legge di riforma della normativa sulle banche popolari. Intanto, avere sgomberato il campo da profili di illegittimità costituzionale non significa automaticamente che la legge in questione possa essere considerata una buona legge, diversi essendo i suoi difetti tecnici e di impostazione i quali, per essere ritenuti tali, non debbono necessariamente essere incostituzionali. Ora, mentre si può considerare che era scontato il non accoglimento dell’eccezione di incostituzionalità riguardante il ricorso, per la riforma in questione, al decreto legge non altrettanto può dirsi per la disciplina del diritto di recesso dei soci contrari alla obbligatoria trasformazione in Spa, nella parte in cui la limitazione del rimborso può arrivare fino all’azzeramento dello stesso.

In effetti, i giudici della Consulta possono avere argomentato arrivando alla conclusione che tra la tutela della stabilità aziendale di una banca, imperniata sul ruolo del patrimonio, e la tutela del diritto del socio recedente al rimborso prevalga nettamente la prima. Resta da chiedersi, comunque, se questa prevalenza si debba affermare anche nell’eventualità dell’azzeramento del rimborso. Naturalmente, avere posto in primo piano, come ha fatto la Corte, la stabilità e avere escluso che l’adozione di una disciplina di secondo livello da parte della Banca d’Italia integri una sorta di illegittima delegificazione contraria alla Costituzione è una decisione gravida di conseguenze non solo per il caso specifico.

Anche qui è bene attendere le motivazioni perché non è infrequente, nelle pronunce del Giudice delle leggi, l’osservazione secondo cui alcuni problemi possono esistere, ma essi non involgono la legittimità delle norme, bensì sono risolvibili sul piano dell’interpretazione e dell’applicazione delle leggi ordinarie o a livello di fonti normative di secondo grado. Comunque, sulla pronuncia in questione è stata fatta balenare, da parte di qualche ricorrente, l’ipotesi di adire, dopo una lettura delle motivazioni che confermi le perplessità ora nutrite, la Corte europea dei diritti dell’uomo, la quale ha adottato diverse decisioni che si differenziano nettamente da quelle assunte dagli organi della giurisdizione. Staremo a vedere. Ora, però, si ripropone lo spazio per l’intervento del Consiglio di Stato il quale a suo tempo ha sospeso la sua pronuncia in attesa della sentenza della Consulta. L’argomento sul quale il Consiglio potrebbe intervenire è quello della possibilità di costituire una holding (che manterrebbe il carattere cooperativo) a monte della trasformazione della banca in Spa, che, tuttavia, per ora le disposizioni di Vigilanza non ammettono. Lo scorporo o, visto da un altro lato, il conferimento di azienda avrebbe potuto essere previsto ab origine.

Insomma sulle contestazioni rivolte alla riforma non si è ancora detta la parola fine. Vedremo se e come il Consiglio entrerà nel merito di questa ipotesi di rivisitazione che potrebbe non confliggere con la legge. Si attende ora di verificare le decisioni che assumeranno le due Popolari non ancora trasformate, quella di Sondrio e la Consorella di Bari. In particolare per la Bari, comunque, il mantenimento della limitazione del rimborso nei casi di recesso non dovrebbe essere una cattiva notizia, mentre dovrà attrezzarsi per la trasformazione in Spa, con tutto quel che ne conseguirà nell’assetto societario e nella contendibilità che potrebbe farsi sentire. È del tutto naturale che dalla sentenza della Corte non si ricavi nulla per il possibile procedimento penale per insider trading che potrebbe essere attivato, se si riscontreranno definitivamente i presupposti, dalla Procura e dal Gip-Gup romani. Anzi, proprio perché questa complessiva vicenda della riforma è apparsa assai tormentata, sarà necessario avere tempestivamente un riscontro su come per quest’ultimo caso si intenderà procedere.

(articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza)

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