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Dati Bilancio Banche

Contratto bancari, tutti i punti chiave della piattaforma sindacale

Le richieste di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin in vista del negoziato per il nuovo Ccnl dei 285.000 dipendenti delle banche italiane. Il rinnovo interessa tutti i gruppi, a cominciare da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper, Mps, Crédit Agricole, Bnl Bnp Paribas, Popolare di Sondrio, Desio, Popolare di Bari, Nexi, Deutsche Bank

 

Intercettare le principali questioni che si sono create in questi ultimi anni nelle banche italiane e fornire le necessarie risposte. Immaginare dove andrà il settore e costruire le opportune tutele per i lavoratori bancari. Rispondere anche alle reali esigenze della clientela e della collettività. Adeguare le retribuzioni dei dipendenti degli istituti di credito. Sono queste le quattro direttrici politiche, la spina dorsale su cui poggia la piattaforma rivendicativa per il contratto collettivo nazionale di lavoro delle banche approvata nei giorni scorsi dai sindacati a livello unitario, che interessa circa 285.000 lavoratori. Un documento, quello messo a punto da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, che non solo è estremamente articolato e approfondito, ma appare anche ricco di proposte, ampie e inclusive, in grado di intercettare le esigenze della controparte datoriale. Viene da chiedersi, perciò, se l’Abi sarà realmente in grado di rilanciare con idee e contenuti altrettanto validi.

Il contratto attualmente in vigore era scaduto a fine dicembre 2022 ed è stato prorogato fino al prossimo 30 aprile. Fari puntati sulla parte economica: la richiesta dei sindacati è di un aumento medio delle retribuzioni, su base mensile, di 435 euro da spalmare per tutta la durata del nuovo contratto nazionale. La cifra tiene conto sia dell’aumento dell’inflazione sia della redditività delle banche del Paese e non sarà affatto agevole, per i vertici dei gruppi bancari e per la stessa Abi, smontare le pretese sindacali, tenendo conto che i bilanci delle banche, chiusi nel 2022 con utili complessivi paria  quasi 15 miliardi di euro, parlano da soli. Fatto sta che adesso la palla passa al Comitato affari sindacali e del lavoro (Casl) dell’Abi, guidato da Ilaria Dalla Riva di Unicredit. E proprio al Casl è stata recentemente recapitata una lettera firmata dai segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Susy Esposito, Fulvio Furlan ed Emilio Contrasto, con la quale i sindacati chiedono di ripristinare la base di calcolo delle retribuzioni per la determinazione del trattamento di fine rapporto, di fatto cancellando alcune agevolazioni che avevano consentito alle banche, in una fase critica per il settore, a partire dal 2012, risparmi sul tfr dei dipendenti. Sarà difficile, se non impossibile, contrastare anche questa iniziativa, tenendo conto che sono venuti meno i presupposti che giustificavano quella misura sul tfr.

Il rinnovo interessa tutti i gruppi, a cominciare da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper, Mps, Crédit Agricole, Bnl Bnp Paribas, Popolare di Sondrio, Desio, Popolare di Bari, Nexi, Deutsche Bank. In ogni caso, prima di diventare oggetto di confronto tra sindacati e banche, la piattaforma deve seguire un determinato iter sindacale. Il 3 maggio sono stati convocati a Roma gli “attivi” unitari con tutte le sigle. Si tratta dell’appuntamento chiave dopo il quale partiranno le assemblee dei lavoratori, chiamati a votare la piattaforma, che dovrebbero terminare tra fine giugno e inizio luglio. La riunione degli “attivi” unitari del 2 maggio sarà preceduta dal Comitato direttivo centrale della Fabi: il “parlamentino” della principale organizzazione sindacale del settore bancario deve approvare, infatti, le proposte sul rinnovo del contratto nazionale. Analogo appuntamento è in calendario per la First Cisl, con il consiglio generale convocato nelle prossime settimane. Quanto alle altre sigle, la Fisac Cgil parteciperà alle trattative con il nuovo segretario generale, Susy Esposito, e una nuova segreteria, mentre alla guida di Unisin è stato recentemente confermato l’inossidabile Emilio Contrasto. Discorso a parte merita la Uilca, perché si registrano da tempo tensioni e contrasti tra il segretario generale, Fulvio Furlan, e il segretario nazionale Giuseppe Bilanzuoli. Una situazione che si protrae da alcuni mesi che sta creando problemi all’interno dell’organizzazione e perdita di iscritti.

Ma il mondo sindacale guarda anche all’appuntamento clou della Fabi che ha in programma a Roma, all’hotel Ergife, dal 12 al 16 giugno il congresso nazionale: i preparativi fervono, ma dal quartier generale della Federazione non filtra nulla. Sembra comunque certa, tra le altre autorevoli presenze, secondo indiscrezioni, quella del leader di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. L’evento di giugno chiude la stagione dei 98 congressi provinciali della Fabi, che sono terminati martedì 11 aprile con quello di Lecce. Da tutti i congressi, che sono stati molto partecipati, caratterizzati da un clima costruttivo e sereno, è emerso l’affetto e la fondamentale importanza della conferma di Lando Maria Sileoni alla guida dell’organizzazione: una richiesta fondata sul percorso realizzato negli ultimi 15 anni, durante i quali i risultati raggiunti sono stati assai significativi e la Fabi, rinnovata in tutte le sue strutture, è tornata politicamente centrale nel settore bancario italiano.

Ma ecco, qui di seguito, tutti i dettagli politici della piattaforma, spiegati punto per punto, argomento per argomento. Non sarà facile, per l’Abi, costruire una alternativa altrettanto credibile, secondo i sindacati.

AREA CONTRATTUALE

Allargare l’area contrattuale per estendere il perimetro di applicazione del Ccnl e introdurre dei limiti certi alle attività appaltabili/accessorie. Obiettivo è includere le nuove occupazioni che stanno emergendo anche con l’innovazione tecnologica e non discriminare le persone che lavorano nella stessa azienda.

RIDUZIONE ORARIO DI LAVORO

Ridurre l’orario di lavoro standard a 35 ore settimanali (oggi 37:30): l’innovazione tecnologica non deve essere un alibi per aumentare la produttività e tagliare (spesso senza reali dati a supporto) posti di lavoro. I sindacati chiedono, in sintesi: lavorare tutti, lavorare meno e redistribuire di più. Le banche regalano dividendi sempre crescenti agli azionisti e le retribuzioni dei manager sono ormai fuori da qualsiasi logica meritocratica.

LAVORO DA REMOTO (TELELAVORO E SMART WORKING)

Telelavoro o smart working non devono diventare gli strumenti per identificare un eventuale ramo d’azienda da esternalizzare o delocalizzare e non vogliamo che il lavoro da remoto diventi un modo per modificare la prestazione di lavoro, introducendo obbligazioni di risultato. Questo risponde ovviamente alle necessità della categoria, ma anche della clientela, perché prestazioni “a cottimo” rappresenterebbero un rischio per l’intera collettività. Il lavoro da remoto deve essere un diritto minimo garantito per tutti gli eventuali volontari, indipendentemente dal tipo di mansione svolto; questa tipologia di prestazione non può essere uno strumento esclusivamente in mano alle aziende per esercitare ulteriormente il proprio potere discrezionale e creare divisioni tra le persone che lavorano.

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Introdurre una serie di momenti di confronto con le organizzazioni sindacali per provare a intervenire sull’organizzazione del lavoro ed incidere sulla situazione dei carichi di lavoro e la carenza degli organici. In questi anni le banche hanno chiuso filiali e utilizzato il momento degli accorpamenti delle unità produttive come alibi per tagliare occupazione. Gli algoritmi e i criteri gestionali alla base di queste scelte restano sempre poco trasparenti e il risultato è che le persone segnalano spesso di essere oberati di lavoro. Le lavoratrici e i lavoratori sono schiacciati tra pressioni commerciali e obblighi amministrativi estremamente vincolanti, spesso con indicazioni in contrasto tra loro e che scaricano sugli stessi lavoratori responsabilità aziendali. Questi criteri opachi oltre a peggiorare la qualità della vita delle persone e il servizio offerto alla clientela, incidono anche sui percorsi professionali e gli avanzamenti di carriera. È arrivato il momento per le aziende di condividere almeno una parte di queste scelte.

POLITICHE COMMERCIALI

Dopo che la commissione parlamentare di inchiesta sul settore bancario ha decretato nei propri atti quello che i sindacati denunciavano già da tempo, e cioè che le pressioni commerciali non sono più un problema solo sindacale, ma di natura sociale, è indispensabile rendere ancora più vincolante l’accordo nazionale del 2017. Inoltre, è indispensabile che la valutazione stress da lavoro correlato tenga conto di questo problema, spesso oggi in molte aziende del settore non è così. Dare risposte su questo campo significa tutelare i bancari, ma anche l’intera collettività.

CABINA DI REGIA

Estensione delle funzioni della “cabina di regia” per aggiornare il Ccnl in caso di innovazioni, ma anche per evitare deroghe e fughe in avanti da parte dei gruppi. Le innovazioni (non solo tecnologiche) sono più veloci dei rinnovi dei Ccnl, ma non può diventare una scusa per derogare il contratto nazionale e creare una giungla contrattuale su cui i gruppi possano creare una competizione al ribasso a danno delle lavoratrici e i lavoratori. I sindacati si dichiarano pronti ad accettare la sfida di un Ccnl parzialmente aggiornabile anche durante gli anni di vigenza. Per nuove modalità di lavoro, si possono creare nuove regole valide per tutte le aziende del settore.

TUTELE DEL PERSONALE

Occorre tutelare le persone che lavorano con nuove e aggiornate norme nel Ccnl. Oggi le lavoratrici e i lavoratori sono stretti tra obblighi normativi sempre più vincolanti e codici di condotta unilaterali anche invasivi della propria sfera privata. Insomma, alle persone che lavorano in banca si chiede tanto (forse troppo) e alcuni manager utilizzano il proprio potere discrezionale in maniera non corretta.

PARTE ECONOMICA

I sindacati chiedono una risposta economica adeguata agli effetti dell’inflazione e per una corretta redistribuzione degli utili del settore, che non può avvenire esclusivamente al secondo livello di contrattazione. E’ necessario il ripristino del calcolo pieno del Tfr, perché il settore è molto diverso rispetto a quando questa regola venne introdotta.

ATTENZIONE ALLE POLITICHE DI GENERE, PERMESSI, WELFARE E RAFFORZAMENTO DEL FONDO PER L’OCCUPAZIONE

Miglioramento delle previsioni e aggiornamento dei diritti anche in base agli sviluppi della società.

Sono otto, in sintesi, gli obiettivi che i sindacati hanno individuato, per il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro, con la piattaforma che mira a ottenere:

  1. una banca trasparente che condivida le scelte organizzative e che non utilizzi gli algoritmi gestionali soltanto per tagliare i costi, aumentare i carichi di lavoro e peggiorare il servizio alla clientela
  2. una categoria libera dalle pressioni commerciali, che rappresentano una piaga sociale
  3. che i nuovi strumenti di lavoro e le nuove tecnologie rappresentino l’opportunità di ridurre l’orario di lavoro e non pericolosi strumenti per rendere le persone più precarie e mettere a rischio anche la clientela
  4. una banca che risponda alle esigenze della clientela, senza scaricare responsabilità e rischi professionali sulle lavoratrici e i lavoratori
  5. un Ccnl moderno che possa aggiornarsi, ma che al contempo non conceda spazi alle aziende per costruire accordi in deroga e snaturare la categoria, creando una competizione non corretta tra le banche e tra i lavoratori
  6. un Ccnl che valorizzi sia dal punto di vista economico che sociale il ruolo del bancario
  7. un Ccnl che contenga le disuguaglianze riducendo il potere discrezionale delle aziende e fornisca ulteriori e nuovi diritti certi alle persone che lavorano
  8. un Ccnl che sappia intercettare le nuove esigenze della società e tradurle in risposte e diritti per la categoria e per la clientela.

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