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Musk Trump Guida Autonoma

Tutte le trumpate di Musk su spazio, tecnologia e non solo

Perché Musk ha appoggiato Trump e come, secondo gli analisti, le società del fondatore di Tesla e SpaceX potranno trarre benefici dall'amministrazione Trump. Fatti e approfondimenti

“The future is gonna be fantastic”: è il commento di un un Elon Musk euforico su X alla certezza dell’esito delle elezioni Usa: prima aperto elettore dei democratici e ora il più fervido sostenitore di Donald Trump, esulta così il proprietario di Tesla, SpaceX e X (ex Twitter).

Il magnate americano ha giocato infatti un ruolo fondamentale nella campagna del candidato repubblicano, donando circa 75 milioni di dollari in questo ciclo elettorale ad America PAC, un comitato di azione politica da lui creato per supportare l’ex presidente.

Proprio Trump, nel suo discorso dal palco del Convention Center di Palm Beach dopo il successo nelle elezioni, ha ringraziato Musk dopo averlo definito “un super genio”: “Abbiamo una nuova stella, una stella è nata: Elon. È un uomo straordinario, siamo stati insieme questa notte, ha passato due settimane a Philadelphia, in diverse parti della Pennsylvania, facendo campagna per me”.

Il tycoon repubblicano ha promesso di nominare Musk a capo di una commissione per l’efficienza governativa, se eletto. Durante il suo discorso al comizio di Trump al Madison Square Garden a fine ottobre, il proprietario di SpaceX ha affermato che avrebbe potuto tagliare 2 trilioni di dollari dal bilancio federale in quel ruolo.

Il miliardario della tecnologia si prepara quindi a raccogliere i frutti della sua scommessa e per questo “potrebbe essere il più grande vincitore di un secondo mandato di Trump” alla Casa Bianca, come evidenzia Nbc News. Secondo la testata il suo impero commerciale è destinato a raccogliere enormi effetti economici con il ritorno di Trump alla Casa Bianca:  i vantaggi riguarderebbero questioni normative come le leggi sul lavoro e le protezioni ambientali, aliquote fiscali più basse e la possibilità di ottenere più contratti governativi per la società aerospaziale di Musk.

Tutti i dettagli.

I DESIDERATA DI MUSK CON UN’AMMINISTRAZIONE TRUMP

In barba ai potenziali conflitti di interesse, Musk ha parlato apertamente del suo desiderio di vedere Trump aiutare direttamente le sue aziende ammorbidendo le pressioni normative.

Secondo il Financial Times, Musk ha anche promesso di sostenere la deregolamentazione e acquisirà influenza sulla politica statunitense in materia di intelligenza artificiale, esplorazione spaziale e veicoli elettrici, tutti settori in cui ha un interesse personale attraverso la sua leadership di xAI, SpaceX e Tesla.

“Quello che stiamo vedendo con SpaceX, Tesla e quant’altro è che il tipo di oppressione normativa anno dopo anno peggiora sempre di più”, ha sostenuto il miliardario americano a un evento pubblico in Pennsylvania il 18 ottobre. Da parte sua Trump ha dichiarato che la sua amministrazione avrà “il minor onere normativo” per tutte le principali aziende e produttori.

D’altronde, come già detto, gli interessi commerciali di Musk sono estesi. Oltre a Tesla e SpaceX, è il maggiore azionista di X e il fondatore di altre tre importanti startup: la società di neuroscienze Neuralink, il costruttore di tunnel The Boring Co. e l’azienda di intelligenza artificiale xAI.

NECESSITÀ DI “REGOLAMENTAZIONI SENSATE”

Musk ha affermato che la ragione principale per sostenere Trump era la necessità di “regolamentazioni sensate”, sostenendo che “SpaceX può costruire un razzo gigante più velocemente di quanto il governo possa elaborare la licenza, il che è folle”. Ha aggiunto: “Se l’attuale tendenza allo strangolamento tramite regolamentazione eccessiva non viene invertita, non arriveremo su Marte”.

Nel 2014, SpaceX ha fatto causa all’aeronautica militare statunitense per entrare nel settore dei lanci e da allora è diventata il partner indispensabile della Nasa nella fornitura, e presto nel ritiro, della Stazione Spaziale Internazionale.

IL MONOPOLIO DI SPACEX

Molti esperti affermano che la potenziale influenza di Musk sul governo degli Stati Uniti deriva dal ruolo influente di SpaceX. L’azienda, di cui Musk è ceo, è definita dagli analisti un “monopolio di fatto” a causa della sua quota di mercato dominante nell’invio di satelliti commerciali e governativi nello spazio.

L’azienda è attualmente l’unica opzione per il trasporto degli astronauti della Nasa da e verso la Stazione Spaziale Internazionale, a causa di problemi con la navicella spaziale Starliner della Boeing.

Gli analisti di Morgan Stanley prevedono che i ricavi dell’azienda potrebbero triplicare a 63 miliardi di dollari entro il 2030, trainati in larga misura da Starlink, l’attività di Internet satellitare che gestisce una rete di circa 7mila satelliti in orbita bassa. Senza dimenticare che la società aerospaziale di Musk ha già superato i 100 lanci quest’anno.

LE CRITICHE A BOEING

Tra le aziende di Musk, SpaceX è quella che più di tutte potrebbe trarre i maggiori benefici da una stretta relazione con un presidente degli Stati Uniti.

SpaceX ha 3,6 miliardi di dollari di contratti in attivo con agenzie federali quest’anno, secondo i dati governativi, e quel numero è aumentato ogni anno dell’amministrazione Biden.

Musk ha criticato i tipi di contratti governativi “cost-plus” assegnati a grandi aziende della difesa che, a suo dire, ostacolano l’innovazione e non forniscono alcun incentivo alle aziende per completare il lavoro.

Il numero uno di SpaceX non si è risparmiato di criticare Boeing, che ha enormi contratti governativi in ​​partnership con altri giganti della difesa.

Sia Boeing che SpaceX hanno ricevuto contratti dalla Nasa per aiutare a sviluppare i loro sistemi di volo spaziale umano al fine di porre fine alla dipendenza dell’agenzia spaziale dai sistemi russi dopo la fine del programma dello space shuttle nel 2011. A partire dal 2010, la Nasa ha speso per Starliner oltre 5 miliardi di dollari, ma il programma ha riscontrato alcune criticità.

Su X, proprio Elon Musk ha osservato l’altro giorno che “SpaceX ha ricevuto solo la metà dei soldi che ha ricevuto Boeing per sviluppare un veicolo spaziale con equipaggio, eppure ha completato TUTTE le missioni!”

IL COMMENTO DI ALESSANDRO ARESU

Alessandro Aresu, consigliere scientifico di Limes e autore di “Geopolitica dell’intelligenza artificiale” , su X scrive: “Il dominio di SpaceX non deriva dai soldi pubblici perché l’economia dello spazio si basa ovunque, tuttora, su soldi pubblici. Deriva dal fatto che gli altri attori USA che ricevono soldi pubblici ora non sanno fare il loro mestiere, e quindi non sono reali concorrenti per Musk”.

CON TRUMP SI AVVICINA MARTE SECONDO MUSK

Inoltre, il patron di SpaceX è convinto che il suo sogno di colonizzare Marte è possibile solo sotto Trump. Quest’ultimo si è dimostrato infatti più esplicito rispetto all’avversaria democratica Harris nell’approvare l’idea di un viaggio umano sul pianeta rosso, un progetto che potrebbe comportare una partnership rafforzata tra SpaceX e il governo federale.

“Non raggiungeremo mai Marte se vince Kamala”, ha scritto Musk su X a settembre. Il miliardario americano non ha esposto le basi per la sua convinzione che Harris si sarebbe opposta a una missione su Marte, ma potrebbe dipendere dalla sua precedente esperienza con i regolatori federali. Non è un mistero infatti l’accusa di Musk al golatore statunitense dell’aviazione civile, Federal Aviation Administration (Faa), per i ritardi nelle autorizzazioni ai lanci spaziali.

IL BRACCIO DI FERRO CON LA FAA

E così arriviamo a uno dei principali nodi tra la società aerospaziale di Elon Musk e il governo federale americano: le controversie legali.

Il 17 settembre il miliardario americano ha annunciato su X che la compagnia aerospaziale da lui fondata, SpaceX, intende intentare causa alla Faa per “eccesso di regolamentazione”. Le dichiarazioni del miliardario sono arrivate ​​dopo che la Faa ha reso noto l’intenzione di comminare multe per 633.000 dollari contro SpaceX, sostenendo che la società non ha “rispettato i requisiti della sua licenza” relativi a una coppia di lanci la scorsa estate.

La minaccia sulla causa legale è l’ultima mossa di una battaglia finora senza esclusione di colpi tra il patron di Tesla e SpaceX e l’agenzia americana. La settimana precedente, SpaceX aveva preso di mira le normative governative in una dichiarazione che annunciava il ritardo di un volo di prova della Starship, criticando il lento processo di licenza del governo. A questa provocazione l’autorità americana aveva replicato che l’80% degli straordinari dell’agenzia deriva proprio dal lavoro per SpaceX.

LE BEGHE LEGALI PER ATTIVITÀ SPAZIALI DI MUSK

Ma Musk si è anche scontrato con la Federal Communications Commission (Fcc), l’autorità federale statunitense delle telecomunicazioni. L’azienda ha bisogno dell’approvazione della Fcc per abbassare ulteriormente l’orbita dei suoi satelliti Gen2 e in ultima analisi vuole aumentarne il numero a 29.988 dagli attuali 7.500 consentiti.

Sempre Nbc News ricorda che la Federal Communications Commission ha votato a dicembre per negare un contratto di 886 milioni di dollari a Starlink di SpaceX per il servizio di banda larga rurale, nonostante Starlink abbia vinto un’asta del 2020. SpaceX ha definito la decisione indifendibile e Musk continua a parlare di annullarla in commenti recenti come il mese scorso.

BOOM PER LE AZIONI TESLA

Passando a un’altra società di Musk, le azioni di Tesla sono aumentate del 12% nelle contrattazioni pre-mercato oggi, poiché gli investitori hanno scommesso che una potenziale vittoria elettorale di Donald Trump avrebbe favorito il principale sostenitore e ceo della casa automobilistica. Il balzo arriva nonostante Trump sia stato visto come ostile alle azioni di energia pulita, un gruppo che può includere produttori di veicoli elettrici come Tesla. Senza dimenticare che la società di veicoli elettrici di Musk  fa molto affidamento sulla Cina, ora vista da entrambi i partiti politici come la principale minaccia alla sicurezza e rivale economica degli Stati Uniti. La casa auto elettrica di Musk dipende dalla Cina come base di produzione e come mercato cruciale per i suoi veicoli.

LE RICADUTE DELLA SOCIETÀ ELETTRICA DI MUSK CON LA PRESIDENZA TRUMP

“Riteniamo che una presidenza Trump sarebbe complessivamente negativa per l’industria dei veicoli elettrici, poiché probabilmente gli sconti/gli incentivi fiscali sui veicoli elettrici verrebbero ritirati, tuttavia per Tesla lo vediamo come un enorme aspetto positivo”, ha scritto il direttore generale di Wedbush Securities Dan Ives in una nota ai clienti, ripresa da Cnbc.

“Tesla ha una scala e una portata senza pari nell’industria dei veicoli elettrici e questa dinamica potrebbe dare a Musk e Tesla un chiaro vantaggio competitivo in un contesto di sussidi non per i veicoli elettrici, unito a probabili tariffe cinesi più elevate che continuerebbero a tenere lontani i player cinesi più economici dei veicoli elettrici (BYD, Nio, ecc.) dall’inondare il mercato statunitense nei prossimi anni”, ha proseguito.

NUOVA ERA PER IL FREE SPEECH

Infine, come non dimenticare che prima di festeggiare il ritorno di Donald Trump alla casa Bianca, Elon Musk aveva celebrato il ritorno dell’ex presidente Usa su X. C’è da credere che sotto Trump, X di proprietà di Musk, artefice della trasformazione del social media, sarebbe molto meno propenso a scontrarsi con l’amministrazione sulla concezione assoluta di Musk di “libertà di parola”.

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