SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk, è riuscita a recuperare il razzo Super Heavy dopo un lancio sperimentale effettuato domenica alla postazione di Boca Chica, in Texas: dopo aver spinto l’astronave Starship, nella fase di rientro il razzo è stato “afferrato” da due bracci meccanici nella rampa di lancio, chiamata Mechazilla.
I PIANI DI SPACEX
Il test rappresenta un passo avanti significativo nei piani dell’azienda per la costruzione di razzi riutilizzabili verso l’orbita terrestre, la Luna e Marte. La possibilità di riutilizzare più volte i razzi, anziché costruirne ogni volta di nuovi, permette di abbassare i costi dei lanci spaziali, ad esempio per la messa in orbita dei satelliti di Starlink per le telecomunicazioni: SpaceX vorrebbe arrivare a effettuare anche più lanci in un giorno con lo stesso hardware.
Nonostante la “tappa cruciale” raggiunta con il recupero del Super Heavy, ha scritto Bloomberg, l’azienda di Musk “ha ancora una lunga strada da percorrere prima di poter lanciare equipaggi e merci verso destinazioni lontane”.
Mechazilla has caught the Super Heavy booster! pic.twitter.com/6R5YatSVJX
— SpaceX (@SpaceX) October 13, 2024
“LA TORRE HA AFFERRATO IL RAZZO!!”
Il Super Heavy è alto settanta metri ed è dotato di trentatré motori Raptor: durante la fase di discesa ne sono stati riaccesi tre in modo da rallentare e controllare meglio il razzo, che si è agganciato ai due bracci in metallo della rampa di lancio, alta circa centocinquanta metri, più della Statua della Libertà.
“La torre ha afferrato il razzo!!”, ha scritto su X Elon Musk, fondatore e amministratore delegato di SpaceX.
A differenza del Super Heavy, l’altro lanciatore di SpaceX, il Falcon 9, è riutilizzabile solo in parte e non viene “afferrato” dalla rampa di lancio ma atterra su una postazione rigida dotata di gambe.
SUCCESSO ANCHE PER L’ASTRONAVE STARSHIP
L’astronave Starship, che si è separata dal razzo a un’altitudine di settanta chilometri, ha volato per circa novanta minuti e poi ha effettuato un ammaraggio controllato nell’oceano Indiano, vicino all’Australia. Rispetto al test dello scorso giugno, stavolta Starship non ha riportato grossi danni nella fase di rientro grazie al rafforzamento delle protezioni contro il calore. In passato l’astronave era esplosa diverse volte durante le sperimentazioni; quello di giugno è stato il primo volo completato con successo.