Partiti a giugno alla volta delle Stazione Spaziale Internazionale (Iss) a bordo della navicella Starliner, gli astronauti della Nasa potrebbero tornare sulla Terra solo nel 2025.
I due astronauti veterani Butch Wilmore e Suni Williams, protagonisti del volo inaugurale lo scorso 6 giugno della capsula spaziale Starliner di Boeing, potrebbero essere costretti a rimanere in orbita sino al prossimo anno, “strappando un passaggio” per il rientro a una navicella di SpaceX, l’azienda aerospaziale di Elon Musk. Lo ha riferito l’agenzia spaziale statunitense.
Gli astronauti del volo di prova della Boeing avrebbero dovuto restare sulla Iss per otto giorni, ma potrebbero finire per restarci otto mesi, fino a febbraio 2025, quando è previsto il ritorno del volo di SpaceX.
Intanto, Il 6 agosto la Nasa aveva già annunciato di aver posticipato di un mese il lancio di routine di astronauti tramite SpaceX alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) per dedicare più tempo all’analisi dei problemi con la navicella spaziale Starliner della Boeing. Il lancio della navicella spaziale Crew Dragon con quattro astronauti a bordi era inizialmente programmato per il 18 agosto, ma la Nasa ha comunicato che la missione, denominata Crew-9, è ora pianificata per “non prima” del 24 settembre. Il ritardo fornirà “flessibilità operativa” all’agenzia, secondo la Nasa.
Tutti i dettagli.
L’AGGIORNAMENTO DELLA NASA SUL RIENTRO DELL’EQUIPAGGIO STARLINER
Il 7 agosto, i funzionari della Nasa hanno comunicato che non è ancora stata presa una decisione su come riportare sulla Terra Sunita Williams e Barry Wilmore.
I due sarebbero dovuti rientrare sulla Terra dopo pochi giorni. Da un controllo della navicella di Boeing sono emersi però guasti a diversi propulsori e una fuga di elio, che ha costretto a rinviare più volte il volo di rientro.
Ad oggi, gli astronauti sono nello spazio da circa 65 giorni. La Nasa ha precedentemente indicato che lo Starliner può rimanere nello spazio per un massimo di 90 giorni, ricorda la Cnn.
Quindi a breve una decisione dovrà essere presa.
OPZIONE SPACEX
Ieri i funzionari della Nasa hanno affermato che la navicella spaziale Starliner della Boeing potrebbe non essere abbastanza sicura per riportare a casa l’equipaggio e che potrebbero rivolgersi alla rivale della Boeing, SpaceX, per il ritorno molto più tardi di quanto inizialmente previsto.
“Direi che le nostre possibilità di un ritorno di Starliner senza equipaggio sono aumentate un po’ in base a come sono andate le cose nelle ultime due settimane”, ha detto Ken Bowersox, amministratore associato per la Space Operations Mission Directorate della Nasa, riferendosi ai processi di revisione interna che devono essere completati prima che venga stabilita una data di ritorno per Starliner. “Ma ancora una volta, nuovi dati in arrivo, nuove analisi, discussioni diverse: potremmo ritrovarci a cambiare in un altro modo”. I funzionari della Nasa hanno precisato che l’agenzia spaziale ha tempo fino a circa “metà agosto” per prendere una decisione definitiva.
ANCORA GUAI PER BOEING
La vicenda è ragione di grande imbarazzo per Boeing, già alle prese con i gravi scandali che negli ultimi anni hanno visto protagonisti i suoi aerei di linea. Secondo il Wall Street Journal, l’avaria della Starliner ha causato tensioni crescenti tra Boeing e la Nasa, che sono emerse la scorsa settimana, con messaggi contrastanti in merito alla sicurezza della navicella attraccata alla stazione spaziale e all’opportunità di configurarla per un volo di rientro.
Questa missione rappresenta l’ultima pietra miliare prima che il veicolo di Boeing venga autorizzato per i voli regolari verso la Iss, sottolineava SpaceNews.
Secondo Reuters, i ritardi della missione sono costati alla Boeing 125 milioni di dollari, portando la perdita totale dell’azienda sul programma a 1,6 miliardi di dollari dal 2016, mentre il gigante aerospaziale fatica a costruire un veicolo spaziale in grado di competere con il più collaudato e meno costoso Crew Dragon di SpaceX per trasportare gli astronauti della Nasa. “Quando Starliner completerà il suo prossimo volo, Boeing avrà raggiunto l’obiettivo della Nasa di avere due veicoli commerciali per il trasporto degli astronauti”, aveva dichiarato Boeing in una nota. Da quando ha ripreso i voli con equipaggio in orbita dal suolo americano nel 2020, nove anni dopo la fine del programma dello space shuttle, l’agenzia spaziale statunitense ha dovuto fare affidamento esclusivamente sui razzi Falcon 9 e sulle capsule Crew Dragon della società privata SpaceX del miliardario Elon Musk.
Fino a quel momento infatti la Nasa dipendeva dal missile russo Soyuz. L’agenzia spaziale statunitense spendeva più di 80 milioni di dollari per far volare un suo astronauta alla Iss. Con Crew Dragon e Starliner la Nasa si è affrancata dalle capacità di volo spaziale della Russia.