Skip to content

commissario ue spazio

Si farà uno scudo spaziale europeo?

L'Europa rischia restare indietro, non dovremmo dipendere da razzi di Paesi terzi: è quanto ha sostenuto il commissario europeo alla Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, durante il discorso d'apertura della Conferenza europea sullo Spazio a Bruxelles. 

Il commissario Ue per lo spazio invoca uno “scudo spaziale europeo”.

I paesi membri dovrebbero “unire i nostri sforzi di difesa nello spazio”, ha affermato il commissario europeo alla Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, durante il discorso d’apertura della Conferenza europea sullo Spazio a Bruxelles.

Il giorno dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per un American Iron Dome, ovvero lo sviluppo di un sistema di difesa missilistica avanzato negli Stati Uniti, analogo alla Cupola di ferro (Iron Dome) in funzione in Israele, a Bruxelles il commissario Kubilius alza la posta in gioco sostenendo che è tempo di “uno scudo spaziale europeo”, perché “chi controlla lo spazio controlla il futuro”, quindi, di fronte a questa nuova sfida esistenziale, invita le aziende a unirsi alla nuova direzione dell’Europa.

L’Europa “rischia di rimanere indietro” rispetto a Usa e Cina, ma per Kubilius l’Europa deve restare leader nel settore spaziale, ma ha ammesso che il bilancio è ancora limitato e frammentato e che il blocco rischia di restare indietro se non agisce. “Siamo ancora in cima alla graduatoria quando si tratta di navigazione, osservazione ed esplorazione, ma in altri settori stiamo perdendo terreno. Le catene di fornitura non sono mai esistite o sono state interrotte dal Covid e dalla guerra della Russia contro l’Ucraina. Le vendite commerciali sono in calo. Le esportazioni sono in calo. I profitti sono in calo”.

Tutti i dettagli.

UNO SCUDO SPAZIALE EUROPEO

“Voglio avviare un dialogo con gli stati membri e i comandi spaziali per esaminare le opzioni verso una consapevolezza del dominio spaziale europeo per monitorare le minacce, comprese quelle militari”, ha affermato l’ex primo ministro lituano, in un discorso alla 17a Conferenza spaziale europea. Queste mosse sarebbero “elementi costitutivi verso uno scudo spaziale europeo per unire i nostri sforzi di difesa nello spazio”, ha aggiunto.

NON DIPENDERE DAI RAZZI DI PAESI TERZI

Tra le altre priorità indicate dal commissario Kubilius, c’è la necessità “garantire un accesso autonomo allo spazio” e che “non dovremmo dipendere dai razzi di paesi terzi”. Non cita espressamente Starlink di Elon Musk, ma è a Musk che si pensa subito.

Per la prima volta da decenni, il Vecchio Continente non ha disposto di un lanciatore per portare in orbita i suoi satelliti. Oltre il ritiro di Ariane 5 dopo l’ultimo volo del luglio 2023, Ariane 6 ha subito ritardi e con il debutto costantemente rinviato (dalla previsione iniziale del lancio nel 2020), mentre Vega è rimasto bloccato sulla rampa di lancio a seguito del fallimento il 20 dicembre 2022 del primo volo commerciale di Vega C. Inoltre, a causa della guerra in Ucraina, l’Europa ha interrotto i lanci tramite il razzo russo Soyuz da Kourou in Guyana da febbraio 2022. Negli ultimi due anni l’Europa si è dovuta quindi affidare all’americana SpaceX di Elon Musk per trasportare i satelliti in orbita, fino al primo volo inaugurale di Ariane 6 lo scorso luglio e il ritorno in volo di Vega C a dicembre 2024.

“Abbiamo bisogno di una posizione di leadership nei lanciatori per poter essere autonomi” ha sottolineato Kubilius spiegando che il mercato dell’industria per lo spazio è ampio, ma frammentato, la spesa pubblica è troppo bassa e anche frammentata e questo “rende molto difficili i grandi progetti ambiziosi a lungo termine”. Conclusione, “se non facciamo nulla, rischiamo la stagnazione”.

A LAVORO SU IRIS2

Infine, non solo l’accesso allo spazio, ma anche le comunicazioni satellitari tra gli obiettivi dell’Ue.

Quest’anno “distribuiremo altri quattro satelliti sentinella e attiveremo il servizio di autenticazione per proteggere le persone dalle minacce informatiche”, l’obiettivo del commissario è di “attuare tutti i servizi previsti da Galileo e Copernicus in materia di frontiere situazionali spaziali e comunicazioni satellitari governative”, perché “il futuro risiede nello Spazio”, ha concluso il commissario Ue.

Non solo “lavoreremo a pieno ritmo per attuare il mandato di Iris2” ha evidenziato il commissario europeo alla Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius. Negli ultimi tempi si sono accesi i riflettori sul progetto Iris2, l’iniziativa della Commissione europea con cui l’Ue mira a posizionarsi nella gestione dei sistemi satellitari in cui attualmente spadroneggia Starlink. Se SpaceX ha già dispiegato oltre 6mila satelliti Starlink nello spazio (la metà di quelli in orbita), per Iris2 si punta a raggiungere la piena operatività nei primi anni del 2030.

Dunque Iris2 non sarà un’alternativa praticabile a Starlink per anni e l’Italia è attualmente in trattative con SpaceX per un accordo da 1,5 miliardi di euro perla fornitura di servizi di comunicazione satellitari di Starlink per la Difesa.

Torna su