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Spazio, perché l’Europa ha ancora bisogno di SpaceX

Il 5 luglio è decollato con successo Ariane 5, ultima storica missione del lanciatore pesante europeo. In attesa del volo inaugurale del successore Ariane 6, l'Europa si affida all'americana SpaceX per accedere allo spazio

L’Europa ha ancora bisogno dell’americana SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk, per accedere allo spazio.

Il 5 luglio alle 19:00 ora locale il lanciatore Ariane 5 è decollato con successo dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana francese, trasportando Heinrich-Hertz-Satellit per il Governo tedesco e Syracuse 4B per il Ministero delle Forze Armate francese. Si è trattato dell’ultima storica missione per il lanciatore pesante europeo sviluppato da ArianeGroup.

“Il successo del lancio finale di Ariane 5 il 5 luglio significa che l’Europa non ha temporaneamente la possibilità di lanciare carichi utili in orbita” osserva SpaceNews.

Dopo i ritardi accumulati negli ultimi tre anni, il lancio inaugurale di Ariane 6 è previsto ancora entro la fine dell’anno.

Nel frattempo, l’Europa non può contare nemmeno sul razzo russo Soyuz. Nel febbraio 2022 si è interrotta infatti la cooperazione spaziale europea con Mosca in risposta alle sanzioni europee per l’invasione russa dell’Ucraina.

Senza dimenticare che anche l’altro lanciatore leggero europeo, Vega C, è bloccato a terra dopo il fallimento del lancio del dicembre 2022. Una nuova anomalia riscontrata nel test del motore Zefiro 40 necessario per il ritorno in volo del lanciatore Vega C dello scorso 28 giugno costringe il produttore Avio ad avviare una nuova indagine e nuove analisi.

Questa situazione ha portato l’Agenzia spaziale europea (Esa) ad annunciare nell’ottobre 2022 che stava spostando due missioni scientifiche sul Falcon 9 di SpaceX.

Una è già partita. Il 1 luglio è decollato con successo Euclid, la missione cosmologica dell’Esa concepita con l’obiettivo di esplorare l’evoluzione dell’Universo oscuro. Il lancio è avvenuto da Cape Canaveral in Florida (Usa) a bordo del razzo Falcon 9 di SpaceX. Aschbacher ha elogiato SpaceX per il suo ruolo nel lancio di Euclid. “SpaceX è stata molto proattiva, molto veloce, molto professionale nel fornire questo servizio di lancio. E sono molto felice ora che questo sia stato condotto con successo”.

E ora la prossima missione della sonda Hera sarà lanciata su un Falcon 9 nell’ottobre 2024 (prevista originariamente con Ariane 6).

Tutti i dettagli.

L’ULTIMO VOLO DI ARIANE 5 IN ATTESA DI ARIANE 6

Il 5 luglio ha segnato il 117° e ultimo lancio di Ariane 5 che sarà sostituito dal nuovo lanciatore pesante europeo Ariane 6. “In vista del suo volo inaugurale, Ariane 6 sta attualmente superando una serie di traguardi chiave in Europa così come nella Guyana francese” fa sapere una nota di Arianespace, controllata di ArianeGroup, che si occupa della commercializzazione dei lanci.

Al momento il volo inaugurale è ancora previsto entro la fine dell’anno. Tuttavia, per la testata americana “sembra sempre più improbabile che sia pronto per il suo lancio inaugurale prima del 2024”.

Quindi è probabile che altre missioni europee volino su Falcon 9 di SpaceX.

L’ESA SI AFFIDERÀ ANCORA AL FALCON 9 DI SPACEX

In un briefing del 29 giugno dopo una riunione del Consiglio dell’Esa, l’agenzia ha annunciato che la missione Earth Clouds, Aerosols and Radiation Explorer, o EarthCARE, già spostata da Soyuz a Vega C lo scorso ottobre, volerebbe invece probabilmente sul Falcon 9 nel secondo trimestre del 2024.

Come riporta SpaceNews, nello stesso briefing, i funzionari dell’Esa hanno affermato di essere in trattative con SpaceX per il lancio di un massimo di quattro satelliti Galileo sui veicoli Falcon 9.

“Stiamo andando avanti con i negoziati che si spera si concludano presto con SpaceX”, ha dichiarato Javier Benedicto, direttore della navigazione dell’Esa. In un’intervista del 1 luglio dopo il lancio di Euclid, Aschbacher ha affermato che spetterà alla Commissione europea decidere quando e come lanciare quei satelliti Galileo. “Abbiamo fornito tutte le informazioni tecniche relative alla compatibilità del lanciatore, che la Commissione ha”, ha sottolineato il dg Esa. “Ora tocca a loro prendere una decisione”.

CHE SUCCEDE AL VEGA C

Questo annuncio è coinciso con un’altra notizia comunicata da Avio, la società di Colleferro che realizza il vettore spaziale Vega.

Il 29 giugno il gruppo guidato da Giulio Ranzo ha fatto sapere in una nota fa sapere che il giorno prima è stata eseguita, nel rispetto delle tempistiche previste, una prova statica di accensione del motore Zefiro 40 (secondo stadio del lanciatore Vega C) richiesta per il ritorno in volo di Vega C dopo l’anomalia di volo subita durante l’ultimo lancio VV22 di dicembre.

Pertanto, la pianificazione per il ritorno al volo di Vega C è attualmente in fase di valutazione, in attesa di ulteriori analisi e indagini.

Allo stesso tempo la società ha sottolineato che la versione originale di Vega, che non utilizza lo Zefiro 40, dovrebbe riprendere i lanci a settembre.

Sebbene la conferenza dell’Esa sia coincisa con la notizia dell’anomalia del test Zefiro 40, il direttore Aschbacher ha precisato che il cambiamento per la missione EarthCare non era direttamente collegato a quello, quanto piuttosto al lancio fallito lo scorso dicembre di Vega C, nonché a cambiamenti nelle dimensioni di EarthCARE che avrebbero richiesto modifiche alla carenatura del carico utile di Vega C per accoglierlo.

“Con questi due elementi, ho chiesto al mio ispettore generale di rivalutare la situazione”, ha spiegato Aschbacher al briefing, riporta ancora SpaceNews. “La conclusione di questa valutazione da parte dell’ispettore generale mi ha raccomandato di non volare con Vega C”.

LE PAROLE DI ASCHBACHER

Alla luce di ciò, il numero uno dell’Esa ha ribadito i commenti passati secondo cui i problemi con Ariane 6 e Vega C e la perdita di Soyuz avevano creato una “crisi del lanciatore” in Europa.

“Siamo in una crisi e dovremmo sfruttare l’opportunità per convertire questa crisi in azioni e cambiamenti che devono essere adottati per sviluppare, in futuro, un solido sistema di lancio per l’Europa”, ha affermato Aschbacher, guardando oltre Ariane 6 e Vega C. Il direttore generale dell’Esa ha anche illustrato una visione a lungo termine, prevedendo che questa temporanea lacuna nelle capacità di lancio europee sarà dimenticata a lungo termine, una volta che Ariane 6 e Vega C saranno regolarmente operative.

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