Il piano di rilancio dell’industria bellica dell’Ue potrebbe non raggiungere gli obiettivi senza finanziamenti adeguati.
È uno degli allarmi lanciato dalla European Court of Auditors (Eca), la Corte dei conti europei, in un parere emanato il 3 ottobre, in cui l’organo di controllo finanziario dell’Ue invoca un’impostazione “più solida” per il programma per l’industria europea della difesa (Edip) e un migliore bilanciamento tra gli obiettivi dell’intervento, la dotazione finanziaria proposta e la tempistica.
Lo scorso marzo la Commissione europea ha presentato i piani per rilanciare l’industria degli armamenti del Vecchio continente, sostenendo che la guerra della Russia in Ucraina ha dimostrato che i paesi membri dovrebbero aumentare gli acquisti congiunti di armi e, soprattutto, destinare i budget alla difesa alle aziende europee.
Proprio per questo Bruxelles ha proposto l’istituzione di un nuovo programma europeo per l’industria della difesa (Edip) volto a incrementare la produzione di armi e aumentare la collaborazione tra i produttori. Per sostenere l’Edip, l’Ue investirà 1,5 miliardi di euro tra il 2025 e il 2027, se il piano sarà approvato. Niente a che vedere con il fondo per la difesa Ue da 100 miliardi di euro ventilato a inizio anno da Thierry Breton, l’ex commissario europeo per l’industria, dimessosi lo scorso 16 settembre con effetto immediato per dissidi con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Gli auditor europei segnalano infatti che la spesa ipotizzata di 1,5 miliardi di euro in due anni di attuazione “rischia di non essere commisurata agli ambiziosi obiettivi di rafforzare la prontezza industriale nel settore della difesa dell’Ue e contribuire alla base industriale per la difesa dell’Ucraina”.
Tutti i dettagli sul parere della Corte dei Conti Ue.
I RILIEVI DELLA CORTE DEI CONTI UE
“La proposta legislativa dell’Ue per rafforzare la preparazione industriale in materia di difesa deve essere concepita in modo più solido. È inoltre necessario trovare il giusto equilibrio tra gli obiettivi politici, il bilancio proposto e il calendario”, afferma l’autore del parere, Marek Opioła.
Se da una parte “accogliamo con favore anche l’opzione per la Commissione di identificare progetti di difesa europei di interesse comune al fine di sviluppare capacità di difesa europee” si legge nel documento della Corte con sede in Lussemburgo, allo stesso tempo la Corte evidenzia “che lo sviluppo di tali capacità avviene nel lungo termine e richiede una prospettiva pluriennale per influenzare le decisioni dell’industria della difesa”.
PROSPETTIVA TEMPORALE TROPPO BREVE
“A tale proposito, notiamo che l’orizzonte temporale per l’attuazione della proposta è di soli 2 anni (2026 e 2027). Per raccogliere tutti i benefici dal sostegno di bilancio dell’Ue, la Commissione dovrebbe considerare di integrare l’Edis (European Defence Industrial Strategy) con una strategia di finanziamento a lungo termine per l’Edtib (European Defence Technological and Industrial Base) come parte del prossimo quadro finanziario pluriennale”, auspica l’Eca.
RISORSE LIMITATE
Nello specifico, la Corte segnala che la Commissione “non ha valutato quanto sostegno di bilancio dell’Ue sia necessario per realizzare gli strumenti di intervento prospettati” e avverte inoltre che le risorse “limitate” dell’Ue “potrebbero disperdersi in una vasta rosa di progetti potenzialmente privi di un impatto tangibile a livello di Unione”.
D’altronde la stessa Commissione ha stimato che l’Europa ha bisogno di ulteriori investimenti di circa 500 miliardi di euro nella difesa nel prossimo decennio, ricorda Reuters.
Inoltre, “notiamo che, nella dichiarazione finanziaria legislativa della proposta, la Commissione stima le risorse necessarie per l’attuazione del programma. Tuttavia, non vi è alcuna analisi in termini di come tali esigenze siano state calcolate, né vi sono informazioni nella dichiarazione legislativa” lamentano i revisori contabili dell’Ue.
COSA DOVREBBE FARE LA COMMISSIONE EUROPEA
Infine, per sfruttare appieno il sostegno di bilancio dell’Ue, la Commissione dovrebbe considerare “di integrare l’attuale strategia industriale per la difesa con una strategia di finanziamento a lungo termine nell’ambito della prossima programmazione finanziaria pluriennale dell’Ue”.
Da tempo la rieletta presidente von der Leyen ha designato la difesa come una priorità assoluta. Questo approccio si è concretizzato con la nomina, per la prima volta nell’esecutivo europeo, di un commissario alla difesa, il lituano Andrius Kubilius. Proprio von der Leyen ha dato al commissario 100 giorni di tempo dall’insediamento per produrre un libro bianco sulla strategia di difesa. Tra le altre cose, il documento descriverà altri progetti di interesse comune che sarebbero ammissibili per i finanziamenti dell’Ue. Compresi i modi per incentivare le aziende del settore della difesa a lavorare insieme oltre i confini.