Il Parlamento italiano ha confermato la partecipazione del nostro paese al programma Gcap (Global combat air programme) per il caccia sesta generazione.
Dopo l’approvazione con modificazioni dal Senato, ieri l’Aula della Camera ha definitivamente approvato il Ddl di ratifica ed esecuzione della Convenzione sull’istituzione dell’organizzazione governativa internazionale Gcap, sottoscritta a Tokyo il 14 dicembre 2023, con 215 voti favorevoli e 43 contrari (nessun astenuto). Tra le opposizioni hanno votato si’ Pd, Az e Iv, mentre i gruppi M5S e Avs si sono espressi contro.
Lo scorso 14 dicembre a Tokyo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, assieme agli omologhi di Giappone e Regno Unito, Minoru Kihara e Grant Shapps, hanno firmato l’accordo sul Gcap. La sigla del contratto è giunta un anno esatto dopo la firma dell’accordo nel dicembre 2022 con cui Regno Unito, Italia e Giappone hanno stabilito di unificare i rispettivi progetti di sviluppo di velivoli da combattimento di quinta generazione. L’accordo ha combinato di fatto il progetto Tempest — a guida britannica a cui partecipa il nostro paese per sostituire i caccia Typhoon — con il programma F-X giapponese in un’impresa chiamata Gcap, relativo allo sviluppo di un sistema di sistemi di nuova generazione e operazioni multi-dominio.
Il programma si basa su una organizzazione governativa, chiamata Gigo, partecipata dai tre Paesi e da una joint venture industriale paritetica che vedrà Leonardo come capofila delle aziende italiane partecipanti al programma.
L’organizzazione governativa internazionale Gcap, dotata di personalità giuridica, è incaricata di gestire la progettazione e sviluppo di un caccia di sesta generazione in un sistema di sistemi che comprende anche droni che andrà a sostituire dal 2035 gli aerei Eurofighter Typhoon. Dunque al momento l’organizzazione è formata da Italia, Regno Unito e Giappone, ma in futuro potrebbe accogliere anche altri Paesi.
Tutti i dettagli.
AL VIA LA FASE OPERATIVA DEL PROGRAMMA GCAP CON L’APPROVAZIONE DEFINITIVA DELLA CAMERA
Con il via libera della Camera entra nella fase operativa il programma Global Combat Air Programme per i nuovi caccia da combattimento di sesta generazione che dovrebbero arrivare in servizio dal 2035.
I due organi principali dell’organizzazione sono il Comitato direttivo (Steering Committee) e l’Agenzia Gcap.”Il Comitato direttivo è composto da rappresentanti delle Parti, che individuano ciascuna un Capo delegazione e ha la funzione di guida, direzione, controllo e supervisione del programma e di quanto previsto dall’accordo. L’Agenzia Gcap svolge funzioni di gestione, coordinamento ed esecuzione di tutte le fasi del programma. La sede centrale dell’organizzazione è indicata nel Regno Unito, a Reading, ma potranno essere istituite sedi periferiche (branches) nei territori delle Parti” spiega un documento del Servizio Bilancio dello Stato.
La ratifica della convenzione, una volta firmata dal presidente della Repubblica, avvia le operazioni di trasferimento del personale delle Forze Armate dedicato al progetto nella sede inglese: inizialmente sono previste 150 persone complessive, considerando anche gli altri due Paesi partner, e tra un anno la dotazione dovrebbe salire a circa 420 persone.
LE RISORSE
Gli oneri della convenzione (costi personale e sede) per l’Italia sono calcolati in 3,6 milioni per il 2024, 6 milioni per il 2025, 27 milioni per il 2026 e 27,5 milioni annui a partire dal 2027.
Con il nuovo Dpp 2024-2026, il governo ha stanziato per il programma Gcap 506 milioni di euro per il 2024, 144 milioni nel 2025 e 174 milioni nel 2026, mentre il fabbisogno totale sino al 2050 è pari a 7,5 miliardi.
LA SODDISFAZIONE DEL MINISTRO CROSETTO
“Soddisfazione per l’odierna approvazione della partecipazione italiana al Global Combat Air Programme da parte del Parlamento” ha commentato così il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Sarà fondamentale per garantire capacità operative innovative nonché un importante vantaggio competitivo e tecnologico nel panorama aerospaziale, essenziale per affrontare sfide future” ha aggiunto il ministro.
Proprio a inizio settimana il ministero della Difesa aveva reso noto che il ministro Crosetto, ha avuto un “importante colloquio” in videoconferenza con il segretario britannico alla Difesa, John Healey, in merito al programma per il caccia di sesta generazione Gcap. “Soddisfazione per la conferma dell’impegno Uk nello sviluppo del nuovo velivolo caccia di sesta generazione” ha dichiarato Crosetto. Dissipati quindi i timori suscitati quest’estate dopo che il nuovo governo britannico espressione del partito laburista aveva mostrato alcuni dubbi su numerosi programmi militari per motivi di costi.
LEONARDO CAPOFILA NAZIONALE TRA LE INDUSTRIE COINVOLTE
Infine, per quanto riguarda la controparte industriale, il programma Gcap vede come capofila Leonardo per l’Italia, Bae Systems per il Regno Unito e Mitsubishi Heavy Industries per il Giappone che costituiranno una joint venture paritetica e che firmeranno successivamente i contratti di fornitura con l’agenzia Gcap. Oltre a Leonardo, le principali aziende italiane che saranno coinvolte nel programma sono Mbda Italia, Elettronica e Avio Aero: le industrie nazionali, secondo quanto indicato qualche giorno fa dal ceo di Leonardo Roberto Cingolani nel corso dell’incontro con gli analisti finanziari, si occuperanno dell’integrazione del sistema di volo, dell’integrazione dei sistemi d’arma e dell’integrazione dell’addestramento.
I PROSSIMI STEMP
L’accordo per la nascita della joint-venture è previsto entro fine anno, “Penso proprio che si firmerà l’accordo per il Gcap entro Natale” ha assicurato il numero uno di Leonardo il 7 novembre – mentre la creazione della società, che necessiterà del via libera delle autorità antitrust, dovrebbe avvenire in primavera: il primo amministratore delegato della jv sarà di indicazione italiana. Il primo contratto dovrebbe essere siglato entro l’estate.