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Powerco

Non solo Renault: anche Volkswagen sospende l’Ipo per le batterie. Ecco perché

Dopo Renault con Ampere, anche Volkswagen ha fatto sapere di non avere intenzione di procedere con la vendita di azioni e con la quotazione di PowerCo, la sua unità dedicata alle batterie. Il mercato è scettico sulle capacità delle aziende europee di competere con i cinesi, ma non solo. Ecco cosa sta succedendo.

Dopo Renault, che ha cancellato i piani per l’offerta pubblica iniziale di Ampere, anche Volkswagen – il produttore automobilistico più grande d’Europa – ha deciso di posticipare la ricerca di investitori esterni nella propria unità dedicata alle batterie per i veicoli elettrici.

VOLKSWAGEN ACCANTONA I PIANI PER POWERCO

Stando alle fonti di Bloomberg, la casa tedesca non darà priorità alla vendita di azioni o alla quotazione di PowerCo, la divisione specializzata in batterie, né quest’anno e nemmeno il prossimo. Non si tratta di un accantonamento definitivo, precisa l’agenzia: Volkswagen, cioè, potrebbe ancora cambiare idea qualora notasse un miglioramento delle condizioni di mercato, sebbene i potenziali investitori abbiano dei dubbi sulle reali possibilità dell’azienda di produrre batterie in grandi quantità e a prezzi competitivi. Al momento, la manifattura di questi dispositivi – ma anche la lavorazione delle materie prime, come il litio, e la realizzazione dei componenti intermedi, come i catodi – si concentra in Cina.

Dopo la diffusione della notizia, le azioni di Volkswagen sono calate fino all’1 per cento, per una valutazione di 64 miliardi di euro.

PERCHÉ VOLKSWAGEN RINUNCIA ALL’IPO PER LE BATTERIE?

Sono diverse le motivazioni che hanno indotto Volkswagen, ma anche Renault, a rinunciare alle quotazioni di PowerCo e Ampere, rispettivamente.

Al di là della difficoltà – come accennato – di competere con le batterie prodotte dalle aziende cinesi, che possono contare sul dominio dell’intera supply chain, c’entra anche il fatto che il 2023 è stato un anno pessimo per le offerte pubbliche iniziali (o IPO): il peggiore da oltre un decennio, stando ai calcoli di Bloomberg, per via degli alti tassi di interesse. Si pensava che l’offerta di Ampere avrebbe invertito la tendenza, visto che Renault puntava a una valutazione di 10 miliardi di dollari, praticamente pari al valore di mercato della casa francese.

In ultimo, alla sospensione dei piani di quotazione ha contribuito l’indebolimento della domanda di veicoli elettrici – quello che in gergo viene definita EV winter, o “inverno delle auto elettriche” – per via dei loro prezzi elevati e della non sempre soddisfacente diffusione delle infrastrutture di ricarica.

Secondo BloombergNEF, nel 2024 le vendite di veicoli elettrici nel mondo cresceranno del 21 per cento, a 16,7 milioni di unità; l’anno scorso sono aumentate del 33 per cento. Pierre-Olivier Essig, analista di AIR Capital, ha detto che le sorti di PowerCo e Ampere sono “un chiaro segnale che gli investitori sono molto insicuri sul settore automobilistico in Europa quest’anno”.

TUTTI I PROGETTI DI POWERCO SULLE BATTERIE

A detta di Volkswagen, comunque, nonostante queste criticità, l’interesse degli investitori per PowerCo “rimane alto”. La società ha grandi progetti per PowerCo, che, dopo la creazione nel 2022, conta di investire 20 miliardi di euro in fabbriche di batterie, dalle quali usciranno – nelle intenzioni – tante celle quante necessarie all’alimentazione di tre milioni di veicoli elettrici all’anno.

PowerCo ha iniziato i lavori per due impianti in Europa: uno in Germania, dove la produzione partirà nel 2025, e uno in Spagna, per il 2026. Un terzo sito dovrebbe sorgere in Canada, ma il progetto è ancora allo stato preliminare.

Le batterie di PowerCo sono pensate per essere inserite nella maggior parte dei veicoli elettrici del gruppo Volkswagen, che comprende anche i marchi Audi, Seat, Skoda, Porsche, Lamborghini e non solo: un approccio che potrebbe rivelarsi vincente, qualora la società madre dovesse riuscire a posizionarsi bene nella mobilità elettrica. PowerCo sta anche sviluppando batterie allo stato solido – una tecnologia potenzialmente superiore da quella classica agli ioni di litio, ma anche molto costosa e complicata da produrre – assieme all’azienda statunitense QuantumScape.

Il problema è che a PowerCo, come a una buona parte delle aziende europee del settore, manca il know-how tecnico, la certezza delle materie prime (la filiera è cinese) e i macchinari per produrre batterie su larga scala e a costi competitivi. Se però PowerCo riuscirà a soddisfare le aspettative nei suoi confronti, al 2030 avrà una forza-lavoro di 20.000 persone e sarà in grado di fornire da sola la metà del fabbisogno di batterie di Volkswagen. Per il 2030 più del 70 per cento dei veicoli che la casa venderà in Europa, e più del 50 per cento di quelli che venderà in Nordamerica, dovrebbero essere elettrici “puri”.

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