Sfarinata la possibile alleanza tra Renault e Volkswagen, le due Case del Vecchio continente che parevano decise a unire le forze nel tentativo di trovare la quadra per un’auto elettrica economica (ovvero sotto i 20mila euro) in grado di rivaleggiare coi marchi cinesi, resta da capire come si muoveranno in tale ambito i marchi europei.
I PROGRAMMI DI VOLKSWAGEN PER L’AUTO ELETTRICA ECONOMICA
La fine dell’alleanza, durata pochissimo e uccisa nella sua fase preliminare, esplorativa, sarebbe quasi certamente attribuibile ai tedeschi. “Ritengo che si tratti di un’opportunità persa”, ha infatti commentato a stretto giro l’Ad Luca de Meo, “Il mio obiettivo era far vedere che l’industria europea sarebbe stata in grado di lavorare unita”, la risposta seccata che il ceo di Renault ha fatto pervenire agli ex partner dal convegno parigino di VivaTech.
Fine dell’alleanza non vuol dire, però, fine del sogno di una elettrica economica. E ciò vale per entrambi: i francesi del resto devono presentare la nuova Twingo e hanno già detto che il progetto non può subire altri intoppi, mentre Volkswagen, che avrebbe dovuto ricevere a Wolfsburg il pianale dell’auto alla spina di Renault sul quale costruire la propria utilitaria, comunica che il velo sul nuovo modello sarà alzato nel 2027.
Nel frattempo ci sarà una sorta di roadmap di avvicinamento, se si considera che nel 2025 dovrebbe vedere la luce la nuova Volkswagen Polo che sarà un’auto elettrica da 25 mila euro, non proprio economica ma comunque proposta a un prezzo concorrenziale.
Da questo punto di vista, il forte calo della domanda in Europa per le vetture alla spina tira la volata a Renault e Volkswagen che, complice anche la rottura dei rapporti, non saranno in grado di presentare nulla di concreto prima di un triennio, mentre i cinesi, è noto, sono ormai prossimi allo sbarco in grande stile nel Vecchio continente.
FATTI SCENDERE ANCHE GLI INDIANI?
Negli ultimi giorni molti osservatori avevano concordato che sia Renault sia Volkswagen per mantenere competitivi i costi di produzione essenziali per la realizzazione di un’auto elettrica economica si sarebbero rivolte all’India.
Ebbene, la voce di corridoio sembra essere stata smentita da Oliver Blume, ceo del Gruppo Volkswagen, che in merito ha parlato di una vettura “per l’Europa, fatta in Europa”. Dunque senza la manodopera asiatica. Se così fosse, vorrebbe dire che Vw ha trovato la soluzione per calmierare i prezzi e, contemporaneamente, accorciare la filiera, mettendosi così al riparo da tutte le turbolenze geopolitiche che minacciano gli scambi con la Cina. In tal caso Wolfsburg avrebbe senza dubbio una marcia rispetto alle rivali europee – a iniziare da Renault – e si spiegherebbe come mai abbia improvvisamente deciso di scaricare i francesi.