La casa automobilistica tedesca Volkswagen ha riattivato oggi la produzione nel suo stabilimento di Bratislava, in Slovacchia, dopo aver dovuto interrompere le attività per due giorni a causa delle difficoltà di approvvigionamento: la guerra in Ucraina ha infatti complicato la distribuzione di alcuni componenti essenziali per le automobili, unendosi alla precedente crisi delle forniture di microchip.
RITORNO ALLA NORMALITÀ
Un portavoce di Volkswagen ha detto ad Automotive News Europe che la mancanza di parti auto ha impattato sull’intero ciclo produttivo allo stabilimento di Bratislava, forzandone la chiusura nei giorni di lunedì 21 e martedì 22 marzo. Le operazioni sono riprese normalmente la mattina di mercoledì 23.
COSA FA VOLKSWAGEN IN SLOVACCHIA
Quello di Bratislava è il sito produttivo più grande di Volkswagen in Slovacchia, dove il gruppo conta circa 12mila dipendenti e dove realizza diversi modelli di vari marchi: la Volkswagen Touareg, la Volkswagen up!, il Porsche Cayenne, le Audi Q7 e Q8, la Seat Mii e la Skoda Citigo.
I PROBLEMI A DRESDA
Automotive News Europe scrive che Volkswagen si è ripresa piuttosto rapidamente dalle carenze di parti auto provocate dalla guerra in Ucraina: lo stabilimento di Wolfsburg, in Germania, è stato ad esempio riaperto prima del previsto. Più tempo, invece, ci vorrà per le fabbriche tedesche di Zwickau e Dresda che producono veicoli elettrici (hanno bisogno di quantità maggiori di semiconduttori).
COSA HA DETTO STELLANTIS
The Slovak Spectator riporta che la divisione slovacca di Stellantis, con base a Trnava, ha comunicato che l’invasione russa dell’Ucraina non ha avuto un impatto diretto sull’output del suo stabilimento. La produzione di motori termici installata a Kaluga, in Russia, era già stata spostata in Francia a seguito delle sanzioni contro Mosca.
Peter Švec, portavoce di Stellantis in Slovacchia, ha detto che l’azienda sta monitorando gli invii di semiconduttori dall’Asia e rimodulando la produzione sulla base delle forniture e delle restrizioni anti-contagi.
L’IMPATTO DELLA GUERRA SULL’AUTOMOTIVE
L’invasione dell’Ucraina ha costretto alcune tra le maggiori aziende automobilistiche europee a chiudere gli impianti per carenza di cablaggio, di cui l’Ucraina è un grande produttore ed esportatore: vale un quinto delle forniture totali di questi componenti all’Europa.
La guerra ha interrotto la produzione di cablaggi nelle fabbriche ucraine, ma anche complicato le spedizioni dei prodotti finiti verso i mercati di destinazione: sia per i combattimenti in sé, sia per la mancanza di autisti di camion, reclutati nella resistenza armata all’esercito russo.
Lo spostamento della produzione di cablaggi dall’Ucraina ad altre parti d’Europa sarà sia costoso, sia complesso dal punto di vista logistico.