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Stellantis Francia

Tiamat, ecco come Stellantis amoreggia sempre con la Francia

Per la mobilità del domani Stellantis guarda soprattutto alla Francia. Dopo la joint venture sull'idrogeno tra il Gruppo di Tavares e le due realtà francesi Forvia e Michelin, l'investimento in una startup transalpina di batterie agli ioni di sodio. L'obiettivo, è evidente, è investire in soluzioni che non contemplino i costosi litio e cobalto così da affrontare la transizione energetica con costi al chilowattora inferiori

Tra il 2018, ovvero ben prima della fusione con Psa, e la prima metà del 2022, Stellantis ha investito oltre 2 miliardi nei siti produttivi francesi. Parallelamente, lamentano (non tutti, annota Carlo Calenda) i sindacati, il Gruppo guidato da Carlos Tavares ha accelerato col disimpegno in quelli al di qua delle Alpi. E se negli Usa Stellantis s’è dovuta non solo rimangiare il piano di risparmio lacrime e sangue, ma ha persino accettato le richieste dei sindacati, qui in Italia continua con la sua dieta ferrea.

LA DIETA ITALIANA IMPOSTA DA TAVARES

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, lo scorso 3 novembre il colosso italo-francese ha inviato una email a circa 15.000 dipendenti italiani chiedendo se sono interessati a lasciare l’azienda in modo da poter seguire «nuovi progetti professionali o personali», offrendo soluzioni per aderire alla cosiddetta «clausola di sicurezza», iniziativa che non richiede alcun intervento da parte dei sindacati, con incentivi personalizzati in base all’anzianità di servizio e all’età anagrafica a cui deve essere aggiunto un ulteriore indennizzo.

IL BARICENTRO TUTTO FRANCESE DI STELLANTIS

Certo, di un gruppo ramificato e complesso come Stellantis, che controlla quattordici marchi automobilistici sparsi un po’ in tutto il mondo, al di qua e al di là dell’oceano (dalla “A” di Abarth e Alfa Romeo alla “C” di Chrysler e Citroën passando per Dodge, DS Automobiles, FIAT, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram Trucks  fino alla “V” di Vauxhall), non è semplice carpirne gli equilibri dalle singole notizie.

Tuttavia, se le si mette in fila e si aggiungono sul pallottoliere gli investimenti annunciati, appare evidente un certo favoritismo per le aziende francesi. Favoritismo che starebbe svantaggiando non poco quel sottobosco di terze parti del settore della componentistica sorto negli anni attorno alle radici di Fiat, a iniziare da Magneti Marelli, che difatti non se la passa certo benissimo.

E, come ancora fa notare l’ex ministro allo Sviluppo economico, Calenda, un’altra spia è data dai brevetti depositati: in Francia Stellantis 1239, in Italia 166. O, ancora, per usare le sue parole, mentre “Gli stabilimenti italiani sono stati colpiti da 7.500 esuberi, quelli francesi zero”.

L’ultima notizia che fa pendere la bilancia verso Parigi arriva dalle mosse del fondo Stellantis Ventures che ha deciso di investire in Tiamat, spin-off del Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) specializzato nello sviluppo e nella commercializzazione di tecnologie per le batterie agli ioni di sodio. L’obiettivo, è evidente, è investire in soluzioni che non contemplino i costosi litio e cobalto così da affrontare la transizione energetica in atto con batterie in grado di garantire un costo al chilowattora inferiore.

DA ARKEMA AD AIRBUS, BAE E LEONARDO: CHI INVESTE IN TIAMAT

Stellantis Ventures ha partecipato a un round di finanziamenti da 22 milioni di euro condotto da Tiamat per reperire le risorse necessarie per sostenere le sue strategie industriali. Alla raccolta fondi, scrive Quattroruote, hanno partecipato anche la multinazionale della chimica Arkema e MBDA, una joint venture tra Airbus, BAE Systems e Leonardo nel campo dei sistemi missilistici.

COSA FA TIAMAT, CHE PORTA STELLANTIS A INVESTIRE ANCORA IN FRANCIA

L’azienda utilizzerà i proventi del piano di ricerca dei fondi, di cui fa parte anche Stellantis Ventures, per avviare la realizzazione di un impianto di batterie agli ioni di sodio in Francia. Per la precisione, una fabbrica da 5 GWh da circa mille dipendenti dedicata alla produzione di celle per batterie agli ioni di sodio. La prima fase della fabbrica, con una capacità di 0,7 GWh, dovrebbe essere operativa entro la fine del 2025.

In un primo momento le batterie saranno destinate ad apparecchi elettrici e ad applicazioni di accumulo stazionarie e, successivamente, la produzione sarà aumentata con prodotti di seconda generazione specifici per veicoli elettrici.

ANCHE PER L’IDROGENO STELLANTIS PUNTA ALLA FRANCIA

La notizia segue di pochi giorni l’annuncio che il progetto sperimentale sull’idrogeno di Symbio, joint venture paritaria tra il gruppo italo-francese e le francesi Forvia e Michelin, sarà  finanziato dal governo francese nell’ambito del programma Ipcei (Important Project of Scientific Interest).

Con riferimento alle compagne di viaggio di Stellantis, della prima avevamo scritto in occasione dei tagli in Magneti Marelli, poiché alcuni osservatori sostengono che, dopo la fusione con Psa, la nuova realtà franco-italiana abbia privilegiato i fornitori storici di Peugeot, tra cui la francese Faurecia, oggi nota appunto come Forvia a seguito della fusione con la tedesca Hella. Si tratta del settimo Gruppo al mondo nel settore della componentistica, dal fatturato di oltre 25 miliardi, 150.000 dipendenti in più di 40 Paesi.

Dal 2021 Symbio è presente anche negli Stati Uniti, dove ha un impianto pilota in California che, in una prima fase, viene rifornito dagli stabilimenti europei del Gruppo. Secondo quanto comunicato in precedenza, Symbio è alla ricerca delle condizioni migliori per edificare un’altra gigafactory di celle a combustibile negli Stati Uniti.

LA PRIMA GIGAFACTORY DI CELLE A IDROGENO DI STELLANTIS

Ma, intanto, la jv italo-francese, con dentro tantissima Francia e solo uno spicchio di Italia, accende quella europea. Situato a Saint-Fons, nella regione di Auvergne-Rhône-Alpes in Francia, l’impianto SymphonHy produrrà 50 mila moduli per fuel cell per alimentare i veicoli commerciali del gruppo Stellantis. Attualmente l’offerta in merito è limitata ai veicoli Peugeot e-Expert, Citroën e-Jumpy e Opel Vivaro-e.

Ma appare chiaro che, a seguito di questo investimento, il catalogo delle vetture a idrogeno di Stellantis andrà progressivamente arricchendosi. Il sito di 26.000 metri quadri (destinati a diventare nei piani dei tre partner 40.000 entro il 2026) comprende la sede principale del Gruppo, un impianto di produzione, un polo di innovazione e la Symbio Hydrogen Academy. Quel che è certo, però, è che sia con riferimento all’idrogeno, sia ai propulsori elettrici, per la mobilità del prossimo futuro Stellantis guardi soprattutto alla Francia, lasciando indietro i poli produttivi di casa nostra, molti dei quali ancora senza certezze sul proprio futuro.

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