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Stellantis Sciopero

Quanto è costato a Stellantis lo sciopero di Uaw

Le interruzioni ai principali impianti statunitensi delle Big Three rischiano di pesare parecchio sui conti. E GM ha ritirato infatti le previsioni annuali. Ecco quanto è costato a Stellantis lo sciopero di Uav

Lo “scherzetto” (negli Usa sono pur sempre sotto ad Halloween) di Shawn Fain, leader del sindacato statunitense United Automobile Workers (nella foto con la felpa della Fiom), il solo a essere riuscito a paralizzare simultaneamente ben tre Case automobilistiche (oltre al Gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa le serrate di decine e decine di stabilimenti hanno riguardato pure Ford e General Motors) inciderà parecchio sui conti di Stellantis.

I NUMERI DI STELLANTIS

Stellantis ha effettuato 50.000 consegne in meno a settembre e ottobre a causa degli scioperi in Usa. Lo ha detto Natalie Knight, responsabile finanziario di Stellantis, durante la conference call con gli analisti. Knight ha aggiunto che il gruppo continuerà ad accelerare sui veicoli elettrici.

IL COSTO DELLO SCIOPERO SUI CONTI STELLANTIS

Le interruzioni dell’attività hanno ripercussioni decisamente negative sui ricavi netti per circa tre miliardi di euro a tutto ottobre, rispetto a quanto era stato previsto dall’azienda nei suoi piani produttivi. Il costo dello sciopero per Stellantis in termini di utile operativo è stato di circa 750 milioni di euro, come ha spiegato durante una call la cfo Nathalie Knight.

IL COSTO SOSTENUTO DA FORD E GM

Magra consolazione: si tratta del costo più basso sostenuto finora tra le tre grandi case automobilistiche di Detroit, dal momento che General Motors aveva inizialmente dichiarato un impatto di 800 milioni di dollari sull’ebit, ma poi lo sciopero si è allargato anche allo stabilimento di Spring Hill, i cui 4.000 operai costruiscono le Suv della Cadillac e i motori di tutti e quattro i brand del gruppo (Chevrolet, Buick, GMC e Cadillac) e stime prudenziali portano l’impatto a 1 miliardo, mentre la Casa dell’Ovale blu lo scorso 26 ottobre ha dichiarato un impatto di 1,3 miliardi di dollari sull’ebit. In tutti e tre i casi ancora tutto da calcolare l’impatto economico dell’accordo stretto con Uaw.

LA TRIMESTRALE DI STELLANTIS

La trimestrale non risente ancora (o meglio, non de tutto) dello sciopero che ha bloccato gli stabilimenti statunitensi di Stellantis, in quanto le agitazioni hanno avuto inizio verso la metà di settembre mentre i fermi produttivi hanno cominciato a produrre conseguenze soprattutto a ottobre.

Questo vuol dire che l’impatto sui conti del Gruppo sarà registrato nei conti del quarto trimestre. Intanto, nei tre mesi al 30 settembre, Stellantis ha visto i ricavi netti salire del 7% a 45,1 miliardi grazie a maggiori volumi e a prezzi stabili. Le consegne sono cresciute dell’11% a 1,427 milioni di unità: a far da apripista Jeep Avenger, Citroën Ami, Peugeot e-208, Fiat Nuova 500 e Citroën ë-Berlingo.

BENE GLI USA, MALE LA CINA

Anche questa trimestrale ribadisce che i contributi maggiori giungono dal Nord America: i ricavi si sono attestati su 21,5 miliardi, in crescita del 2% per effetto di un cambio sfavorevole che ha annullato il +11% messo a segno sul fronte delle consegne (470 mila unità) . L’Europa, invece, ha fatturato 14,12 miliardi, registrando una crescita del 5% in scia a vendite in miglioramento dell’11% (599 mila). Male l’area Cina, India & Asia Pacifico che registra un calo del 33% per le consegne e del 38% per il fatturato.

Stellantis, che ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con una crescita del 10% sia per le consegne (4,8 milioni di unità) che per i ricavi (143,5 miliardi), ha quindi modificato le stime della crescita della domanda in diversi mercati: rivista dal +5% al +8% per il Nord America, dal +7% al +10% per l’Europa, dal +7% al +10% per Medio Oriente & Africa. Nessuna variazione rispetto alla precedenti indicazioni per la Cina (+2%) e India e Asia Pacifico (+5%).

COSA PREVEDE L’ACCORDO TRA STELLANTIS E I SINDACATI USA

L’accordo ripristina i principali diritti persi durante la recessione del 2007, tra cui l’indennità per il costo della vita e la progressione salariale di tre anni, oltre a eliminare le divisioni salariali tra giovani e anziani. Migliora la pensione per gli attuali pensionati, per i lavoratori con pensione e per quelli che hanno un piano 401.

GLI AUMENTI

L’accordo prevede aumenti salariali di base del 25% fino all’aprile 2028 e aumenterà, grazie al meccanismo di rivalutazione, cumulativamente del 33%, fino a oltre 42 dollari l’ora. Nel dettaglio, il salario per i lavoratori meno pagati del livello base aumenterà del 67%, superando i 30 dollari l’ora. I lavoratori meno pagati di Stellantis, ovvero temporanei, vedranno un aumento di oltre il 165% nel corso della durata dell’accordo. Alcuni lavoratori della Mopar riceveranno un aumento immediato del 76% al momento della ratifica.

FINE DELLO SCIOPERO?

I lavoratori Stellantis torneranno al lavoro mentre l’accordo sarà sottoposto al processo di ratifica che prevede il referendum di tutte le lavoratrici e lavoratori di Stellantis negli USA. Questo potrà avvenire solo dopo che il Consiglio Nazionale Stellantis dell’Uaw avrà esaminato e approvato l’ipotesi di accordo.

LA MODIFICA AL PIANO INDUSTRIALE

Ma non è tutto. La multinazionale ha difatti accettato di riattivare, localizzandoci la produzione di un camion di medie dimensioni, l’impianto di montaggio di Belvidere, nell’Illinois, chiuso all’inizio di quest’anno dopo aver costruito prodotti Chrysler per oltre mezzo secolo.

Dai primi annunci sembra che altri due siti che Stellantis aveva annunciato di voler chiudere riceveranno invece nuovi investimenti mentre uno aumenterà persino i posti di lavoro: “Sono stati ottenuti impegni di nuovi prodotti che salvano tutti i lavoratori a Trenton Engine – ha annunciato il segretario di Uaw – e aumentano l’occupazione anche a Toledo, per oltre 19 miliardi di dollari in nuovi investimenti complessivi negli Stati Uniti”.

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