L’annuncio di Mazda di aderire al Nacs, la tecnologia proprietaria di Tesla per ciò che concerne la ricarica delle auto elettriche, fa pendere definitivamente la bilancia a favore dello standard caparbiamente abbracciato da Elon Musk, patron della Casa texana. E questo non perché il marchio giapponese risulti particolarmente diffuso negli Usa, quanto piuttosto perché non esistono ormai quasi più altre grandi Case automobilistiche che non siano salite a bordo del North American Charging Standard per le proprie auto alla spina. Con una eccezione importante, ma andiamo con ordine.
ANCHE MAZDA COMPATIBILE COL NACS
Mazda è solo l’ultimo marchio ad aver scelto di rendere le proprie vetture elettriche compatibili col North American Charging Standard. Secondo quanto comunicato dai giapponesi, la compatibilità riguarderà tutte le vetture EV lanciate a partire dal 2025.
Un modo per permettere ai clienti della Casa di Hiroshima di accedere per la ricarica agli oltre 15 mila Supercharger che Tesla ha già dislocato tra gli Stati Uniti e il Canada. Numero che, ovviamente, ha reso particolarmente appetibile il servizio offerto alle terze parti.
IL NACS DIVENTA TECNOLOGIA STANDARD
Completa l’opera la partnership, siglata lo scorso anno, tra Tesla e Sae, l’ente di normazione di riferimento per l’industria aerospaziale e automobilistica al fine di “standardizzare” il sistema dei connettori per la ricarica sviluppato dalla Casa texana: l’obiettivo è garantire a qualsiasi realtà la possibilità di “utilizzare, produrre o istallare” il Nacs sui veicoli elettrici e nelle stazioni di tutto il Nord America. Insomma, da tecnologia proprietaria a tecnologia standard.
IL PIANO DI BIDEN (PER FAVORIRE LO STANDARD RIVALE) TRABALLA
Tutto questo nonostante Washington avesse statuito che, per accedere ai finanziamenti federali (la Casa Bianca ha stanziato per la realizzazione di una rete di stazioni ad alta potenza lungo le autostrade più trafficate un fondo da 7,5 miliardi di dollari a disposizione dei 50 Stati, dei privati e dei costruttori) ogni presa dovrà avere lo standard rivale, il Ccs.
Si tratta di una scelta dettata in realtà dal buonsenso, dato che finora era stata Tesla a fare la separatista. Ma ci sono Stati americani, come il Texas, dove Tesla ha peraltro sede a seguito del trasloco dalla California, che hanno chiesto agli operatori di colonnine di provvedere con l’adozione del Nacs sviluppato dalla Casa automobilistica elettrica per antonomasia e mantenere il doppio standard per i sussidi.
CHI HA ADOTTATO LO STANDARD NACS DI TESLA
Come si diceva, la quasi totalità delle grandi Case è già salita a bordo della tecnologia proprietaria di Tesla. L’ultima lo scorso anno era stata la rivale delle auto elettriche di gran lusso, Lucid, e prima – a maggio – Ford, unendosi a General Motors (Buick, Cadillac, Chevrolet e GMC), Genesis, Hyundai e Kia, Nissan con Infiniti, Toyota con Lexus, Honda con Acura, Fisker, Jaguar, Mercedes, Rivian, Subaru e Volvo con Polestar.
Una vittoria insperata per Musk era già stato ottenere l’adesione di Audi, Porsche, Scout e Volkswagen, BMW, Mini e Rolls-Royce. Resta per il momento alla finestra solo Stellantis che però, se si escludono i brand Chrysler, Jeep, Dodge e soprattutto Ram, non ha grandi penetrazioni negli Usa con Peugeot, Fiat e Alfa Romeo.
LE VENDITE STELLANTIS NEGLI USA
Chrysler, Dodge, Jeep, Ram e altri veicoli Stellantis nel 2023 negli States hanno registrato un calo delle vendite dell’1% negli Stati Uniti che non ha permesso di essere competitive come da attese. Il Gruppo automobilistico nato dalla fusione tra Fca e Psa ha venduto negli States 1,527 milioni di veicoli nuovi lo scorso anno, in calo rispetto ai circa 1,547 milioni venduti nel 2022. Nel quarto trimestre, le vendite di Stellantis sono calate dell’1%. I concessionari hanno venduto quasi 344.000 veicoli, in calo rispetto ai quasi 348.000 del quarto trimestre del 2022.
DAVVERO STELLANTIS PUNTA TUTTO SULLO SWAPPING?
Stellantis, come la maggior parte delle Case cinesi, sembra aver iniziato a credere che il futuro dell’auto elettrica non sia nelle colonnine di ricarica: lente e ancora troppo poche. Il quarto gruppo automobilistico mondiale sta infatti investendo nel battery swap, soluzione abbandonata da Tesla tempo fa.
Tuttavia, sebbene la strada della sostituzione delle batterie invece di ricaricarle venga battuta da Geely, Nio, Chery e Jac che stanno dando vita a una vera alleanza cinese per il battery swapping in grado di sovvertire gli equilibri mondiali imponendo i box per i pit stop sulle colonnine di ricarica, difficilmente per il Nord America Stellantis si renderà indisponibile all’adozione del Nacs, standard dominante, ancora a lungo.