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Tesla

Chi resiste e chi cede allo standard di ricarica di Tesla

Lucid è l'ultima casa automobilistica ad adottare lo standard di ricarica di Tesla. Restano fuori (ma per quanto?) Stellantis e Volkswagen. Ecco fatti, dichiarazioni e possibili obiettivi di Musk.

La casa automobilistica americana Lucid Motors, specializzata in veicoli elettrici, ha deciso di entrare nella rete di ricarica di Tesla. A partire dal 2025 le auto di Lucid potranno ricaricarsi alle colonnine Supercharger di Tesla attraverso un adattatore, mentre i nuovi modelli usciranno dalla fabbrica già dotati dello standard NACS (North American Charging Standard) della società di Elon Musk.

L’AMMISSIONE DI LUCID E LO SFOTTÒ DI MUSK

A detta dell’amministratore delegato di Lucid, Peter Rawlinson, “uno standard di ricarica unificato” è “un passo fondamentale per consentire ai consumatori americani di adottare i veicoli elettrici”. Elon Musk, amministratore delegato di Tesla, si è preso gioco del suo concorrente, scrivendo su X che la decisione di aderire allo standard NACS deve essere stata “una pillola amara da ingoiare”, vista la resistenza fatta fino a quel momento da Lucid.

Sono sempre di più le case automobilistiche che stanno adottando lo standard di Tesla. Prima di Lucid, l’ultima era stata – a maggio – Ford, unendosi a General Motors, Volvo, Nissan, Mercedes-Benz, Jaguar, Hyunday, BMW, Toyota, Rivian, Polestar e Fisker.

STELLANTIS E VOLKSWAGEN FUORI DAL NACS. MA PER QUANTO?

L’adesione al NACS di Lucid è probabilmente figlia del difficile momento vissuto dall’azienda che, tra ricavi in calo e tagli alla produzione, l’avrà probabilmente convinta a seguire il resto del settore. Due grosse case automobilistiche, comunque, rimangono ancora fuori dalla rete di Tesla: Volkswagen e Stellantis.

Stellantis – proprietaria di marchi come Fiat, Chrysler, Jeep, Peugeot e Opel – aveva detto a giugno di stare valutando l’adesione allo standard NACS. Lo stesso mese, pure Volkswagen – che controlla Volkswagen, Audi, Porsche, Bentley e altri marchi ancora – stava discutendo della cosa con Tesla. Da allora, però, non ci sono state né comunicazioni ufficiali né rivelazioni giornalistiche.

Rispetto alla rete di ricarica pubblica che utilizza lo standard CCS, l’infrastruttura di Tesla offre non soltanto una maggiore copertura di punti, ma anche un servizio più affidabile e un connettore più leggero e facile da manovrare. Per questi motivi, Quartz scrive che è probabile che anche Stellantis e Volkswagen decideranno presto di adottare il NACS.

PERCHÉ TESLA VUOLE CHE TUTTE LE AUTO ELETTRICHE UTILIZZINO LA SUA TECNOLOGIA?

Ma perché Tesla – si domanda Quartz – vuole che tutti i veicoli elettrici utilizzino la sua tecnologia di ricarica?

Probabilmente perché la quota di mercato della casa di Elon Musk, pur rimanendo la più popolare negli Stati Uniti, si sta riducendo a causa della maggiore concorrenza. A ottobre Tesla controllava la metà del mercato statunitense dei veicoli elettrici; nel 2020, però, su dieci auto elettriche circolanti nel paese, quasi otto erano di Tesla.

Di conseguenza, l’apertura del proprio sistema di ricarica ai modelli di tante case diverse potrebbe rappresentare per Tesla una grossa occasione di business, che farebbe della società non solo una produttrice di veicoli elettrici ma anche una fornitrice di servizi associati. I consumatori, quindi, potrebbero decidere di acquistare un’auto Tesla non solo per il prodotto in sé, ma per l’intero ecosistema di contorno che offrirebbe loro vantaggi esclusivi.

Una mossa del genere, comunque, potrebbe rappresentare anche una sfida notevole per Tesla, che fino ad oggi ha potuto offrire un servizio di fascia alta alla sua clientela proprio perché il suo sistema era “chiuso”: dovrà riuscire a mantenere la stessa qualità anche con un sistema aperto e molti clienti (di case diverse) in più.

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