Il Consiglio dell’Unione europea ha votato oggi un documento che allunga il periodo di adeguamento al regolamento sull’Euro 7, il nuovo e più stringente standard comunitario sulle emissioni dei veicoli stradali previsto per il 1 luglio 2025 (automobili e furgoni) e per il 1 luglio 2027 (per i veicoli pesanti). Il testo porta il periodo di adeguamento alla normativa da ventiquattro a trenta mesi per le auto e i furgoni, e a sessanta mesi per i veicoli commerciali pesanti.
“Per auto e furgoni realizzati da piccoli costruttori”, riporta l’agenzia Radiocor, “le norme Euro 7 si applicherebbero dal 1 luglio 2030”, mentre “per i veicoli pesanti sempre realizzati da piccoli costruttori dal 1 luglio 2031”.
LE PROTESTE SULL’EURO 7 DI ITALIA, FRANCIA, POLONIA E NON SOLO
Lo scorso maggio l’Italia e altri sette paesi membri dell’Unione (Bulgaria, Francia, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria) avevano contestato la proposta della Commissione sull’Euro 7 “poiché queste nuove norme distoglierebbero gli investimenti del settore dal raggiungimento del percorso di transizione net-zero stabilito nel regolamento sulle emissioni di CO2 adottato recentemente”.
Nel non paper, inviato alla presidenza di turno dell’Unione europea, gli otto chiedono appunto una proroga di “almeno tre anni dal momento dell’adozione dell’intero pacchetto, compresi gli atti di esecuzione”.
COSA HA DETTO URSO SU EURO 7, ELETTRICO E BIOCARBURANTI
Al tempo, il ministro delle Imprese Adolfo Urso aveva espresso soddisfazione per il documento: “pensiamo”, dichiarò, “che ci siano i margini” per modificare la proposta europea sull’Euro 7. Oggi ha detto che l’accordo tra i governi europei ha “raddrizzato una strada che sembrava portare a una voragine per industria e lavoratori. Ora la larga maggioranza che si è registrata oggi su Euro 7 va consolidata” per superare “una visione ideologica, quasi religiosa della batteria elettrica”.
Secondo il ministro, relativamente alle modalità di alimentazione dei veicoli alternative all’elettrico a batteria, “sembra che gli orientamenti siano improntati a ragionevolezza” sui biocarburanti: si tratta di combustibili “neutri” dal punto di vista emissivo (pur rilasciando CO2 quando bruciati), ricavati da fonti organiche e adatti all’uso nei tradizionali motori a combustione interna.
Il governo – in Italia esiste un’industria dei biocarburanti, capeggiata da Eni – vorrebbe che la Commissione prevedesse per i biocarburanti una deroga dal divieto di vendita di nuovi veicoli a benzina o gasolio dal 2035; deroga che è stata concessa agli e-fuel, anch’essi “neutri” ma di origine sintetica.
“Oggi”, scrive sempre Radiocor, “non è passata la richiesta tedesca di inserire nel regolamento Euro 7 le auto alimentate da e-fuel“.
L’ACCORDO SULL’EURO 7 SALVA LA FILIERA ITALIANA, DICE BARDI (BASILICATA)
Il presidente della regione Basilicata, Vito Bardi, sostenuto dai partiti al governo, ha dichiarato che l’accordo del Consiglio sull’Euro 7 “rende sostenibile la transizione green, salvaguarda la filiera italiana, i consumatori e quindi anche lo stabilimento di Melfi”. Quello di Melfi, in provincia di Potenza, è il più grande stabilimento produttivo di Stellantis in Europa; pochi giorni fa i lavoratori sono andati in sciopero.