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Fcas Tempest

Tempest, cosa farà il capo dell’Aeronautica italiana in Giappone

Il capo di stato maggiore dell’Aeronautica Luca Goretti si recherà in Giappone a ottobre. Focus su Tempest, il programma per lo sviluppo di un caccia di sesta generazione. E per il generale non è ancora esclusa la convergenza con il Fcas/Scaf franco-tedesco-spagnalo...

Programma Tempest al centro del viaggio del vertice dell’Aeronautica militare italiana in Giappone.

Il capo di stato maggiore dell’Aeronautica, generale Luca Goretti, si recherà a Tokyo il mese prossimo, per discutere con la controparte la cooperazione tra i due Paesi nello sviluppo di tecnologie relative agli aerei da combattimento di sesta generazione.

“Sono stato invitato in Giappone a ottobre dal capo della forza aerea giapponese per discutere i programmi comuni. Sarà l’opportunità per condividere la nostra visione e un punto di vista comune”, ha dichiarato il generale Goretti nel corso di una intervista a Defense News.

L’Italia è partner assieme al Regno Unito del programma Tempest per lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo di sesta generazione. Nel 2020 Regno Unito, Italia e Svezia hanno firmato un Memorandum of Understanding per collaborare al progetto. Le tre industrie nazionali comprendono le principali società di difesa del Regno Unito (Bae Systems, Leonardo Uk, Rolls Royce e Mbda Uk), Italia (Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e Mbda Italia) e Svezia (Saab e Gkn Aerospace Sweden). Ma il progetto potrebbe allargarsi quindi ad altri partner. Durante il salone di Farnborough dello scorso luglio, il Regno Unito ha annunciato la conduzione di attività di “analisi concettuale congiunta” con Italia e Giappone su tecnologie da integrare alle future piattaforme aeree da combattimento.

Senza dimenticare che in Europa anche Francia, Germania e Spagna stanno lavorando al progetto parallelo Fcas/Scaf per un caccia di sesta generazione. E per il numero uno dell’Aeronautica italiana il Tempest e il progetto franco-tedesco potrebbero ancora fondersi.

Tutti i dettagli.

COSA FARÀ IL CAPO DELL’AERONAUTICA MILITARE ITALIANA IN GIAPPONE

“I giapponesi potrebbero attingere a tecnologia dal Tempest e inserirla nel loro programma F-X. Lo comprenderemo meglio quando sapremo quel che può fare l’industria”, ha affermato il capo di Sma Goretti a Defense News.

ADESIONE DI TOKYO AL TEMPEST?

In particolare, il generale ha anche ipotizzato l’adesione formale di Tokyo al programma Tempest: “Se un partner come il Giappone aderisse al programma, potrebbe essere un’opportunità per comprendere meglio le reciproche realtà”, ha commentato Goretti.

In realtà dell’ingresso del Giappone a bordo del programma Tempest se ne parla già da un anno. Ricordiamo infatti che al salone Dsei di settembre 2021, lo stand del team industriale ha esposto il modello concept del Tempest e accanto alle bandiere di Regno Unito, Svezia e Italia compariva anche quella del Giappone.

Tokyo, che sta lavorando a sua volta allo sviluppo di un aereo da combattimento di nuova generazione in sostituzione del Mitsubishi F-2, ha già discusso con Londra forme di collaborazione tecnologica, ad esempio nell’ambito della propulsione e dei sensori.

NELLA CORNICE NATO

Tuttavia, secondo Goretti qualsiasi cooperazione dovrebbe tenere conto dell’area operativa del Giappone e del modo migliore per scambiare tecnologia.

“La nostra sfera operativa è centrata sul Mediterraneo e sui nostri alleati, che sono la Nato e l’Europa. Questo è il nostro focus principale”, ha spiegato il capo di Sma. “Le fasi di sviluppo del Fcas verranno condotte in modo tale da evitare violazioni della sicurezza dell’alleanza Nato”, ha sottolineato il generale Goretti, evidenziando che “la Nato e il Giappone hanno differenti aree di interesse strategico, ed esperti stanno lavorando al concetto operativo e a come condividere informazioni in maniera sicura”.

L’IMPEGNO ITALIANO

Nel frattempo, la Difesa italiana ha raddoppiato le risorse per il programma Tempest. Il 25 luglio è stato pubblicato il documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa per il triennio 2022-2022. Questo contiene le risorse assegnate per il Tempest: da 2 miliardi di euro allocati lo scorso anno si passa a 3,795 miliardi, con 220 milioni quest’anno e 345 milioni il prossimo.

A differenza del documento dell’anno scorso infatti, l’Italia ha duplicato quasi le risorse da due miliardi di euro, distribuiti in quindici anni, con 20 milioni nel 2021, altrettanti nel 2022 e 2023, 90 milioni nel biennio 2024-26 e il restante tra il 2027 e il 2035.

LA CONVERGENZA CON IL FCAS/SCAF

Infine, il capo di stato maggiore dell’Aeronautica ha detto a DefenseNews di ritenere che Tempest e il progetto franco-tedesco Scaf possano ancora fondersi. Il progetto ha ottenuto il via libera in una riunione del 2017 del Consiglio franco-tedesco dei ministeri della difesa, con una spesa da dividere equamente tra Parigi e Berlino, con le rispettive industrie capofila Dassault Aviation e Airbus. Al progetto ha aderito poi la Spagna con Indra.

“Questi programmi richiedono un investimento enorme che le singole nazioni non possono permettersi, quindi i paesi stanno cercando di ridurre i costi. È successo con Tornado e con Eurofighter e accadrà di nuovo”, ha sottolineato Goretti. “Francesi e tedeschi sono andati in una direzione ma non possiamo avere due piattaforme che fanno la stessa cosa in Europa. Potrebbe non essere economicamente sostenibile. È logico dire che è molto probabile che quando le nazioni avranno definito i loro requisiti, vedremo una convergenza in un’unica piattaforma”, ha concluso il capo dell’Aeronautica italiana.

A CHE PUNTO È LO SCAF FRANCO-TEDESCO-SPAGNOLO?

In realtà il programma Fcas sta percorrendo una strada ad ostacoli.  Francia, Germania e il terzo partner Spagna hanno negoziato per mesi su come dividere il complesso carico di lavoro che avrebbe portato avanti il ​​progetto.

Pertanto i contratti non sono stati ancora firmati perché la francese Dassault Aviation e il partner principale Airbus, in rappresentanza di Germania e Spagna, devono ancora raggiungere un accordo.

Ma il Sistema di combattimento aereo del futuro (Scaf) “si farà”: ha rassicurato il ministro della Difesa francese, Sebastien Lecornu, durante una conferenza stampa tenuta giovedì a Berlino al fianco dell’omologa tedesca Christine Lambrecht. “Molte cose sono state dette o scritte in queste ultime settimane”, ha detto Lecornu, prima di ricordare che lo Scaf è un progetto “prioritario”.

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