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Fcas, ecco come Dassault fa pressioni sul programma

Il numero uno di Dassault Aviation torna a fare pressioni circa il Fcas: il programma franco-tedesco-spagnolo per il caccia di sesta generazione che ancora non decolla

Ancora non decolla il Fcas, il programma franco-tedesco-spagnolo per il caccia di sesta generazione per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli.

Si tratta di una delle due collaborazioni industriali dell’asse Parigi-Berlino nella difesa: l’altra è il programma Mgcs per il carro armato europeo del futuro. Entrambi i programmi stanno arrancando al momento. Tanto che a inizio giugno, Éric Trappier il ceo di Dassault (azienda aeronautica francese che guida il programma Fcas insieme a Airbus e Indra) ha affermato che il decennio del 2040 fissato per l’operatività del New Generation Fighter è ormai irraggiungibile a causa della sostanziale stasi in cui versa il programma.

E questa settimana il numero uno della francese Dassault è tornato sull’argomento per inviare alcuni messaggi ad Airbus, nonché ai governi francese, tedesco e spagnolo, come riporta La Tribune.

Trappier ha approfittato di un evento in Gironda per manifestare l’irritazione per le trattative sulla condivisione dei lavori che si trascinano da mesi con Airbus: “Ad un certo punto devi sapere se puoi iniziare o se no!”.

Tutti i dettagli.

IL PROGRAMMA FCAS

L’Fcas è il programma per il sistema aereo del futuro d’iniziativa franco-tedesca che comprende, oltre al caccia di nuova generazione,  nuovi droni, un sistema d’arma di nuova generazione, un nuovissimo motore a reazione, sensori avanzati e tecnologie stealth e una rete cloud. Il progetto ha ottenuto il via libera in una riunione del 2017 del Consiglio franco-tedesco dei ministeri della difesa, con una spesa da dividere equamente tra Parigi e Berlino, con le rispettive industrie capofila Dassault Aviation e Airbus. Al progetto ha aderito poi la Spagna con Indra.

Le stime del suo costo complessivo vanno da 100 miliardi di euro a un recente rapporto della Frankfurter Allgemeine Zeitung che lo colloca a 500 miliardi di euro.

La parte dimostrativa del programma Fcas è prevista per il 2027, con l’intero “sistema di sistemi” da mettere in campo intorno al 2040.

IL RITARDO DEL PROGRAMMA

I due produttori collaborano da tre anni al progetto Fcas. Ma le discussioni attualmente sembrano essersi bloccate, minacciando di posticipare il progetto agli anni ’50 del 2000, ricorda La Tribune.

Di recente “Trappier ha ribadito che la gestione del progetto NGF deve essere conferita esclusivamente a Dassault, nonostante Airbus ne abbia richiesto la condivisione e che c’è un sostanziale disaccordo su come è intesa la cooperazione tra Francia e Germania” ricordava Aurelio Giansiracusa di Ares Difesa.

DASSAULT: “PROCEDERE DA SOLI NON È UN PECCATO”

E il 28 giugno il numero uno di Dassault ha colto l’occasione di un evento ufficiale per mandare un segnale a Parigi, Berlino, Madrid e alle industrie coinvolte.

“La Francia deve preservare le sue capacità critiche nel campo dell’aeronautica e della difesa aeronautica affinché, domani, i nostri piloti beneficino della migliore attrezzatura al miglior prezzo”, ha dichiarato il ceo di Dassault Aviation, riporta La Tribune.  “Ad un certo punto, devi essere in grado di dire se puoi iniziare o se non puoi! […] La cooperazione può essere migliore se è efficace, ma se deve costare di più ed essere meno efficace, fare da soli non è un peccato!” ha sottolineato Trappier.

“Se non è ancora un ultimatum emesso da Dassault Aviation, inizia a sembrarlo poiché per Eric Trappier una decisione deve essere presa entro la fine del 2022. E, nella sua mente, prima è è meglio è” commenta il quotidiano francese.

IL BRACCIO DI FERRO CON AIRBUS

Infine, il nodo principale da sciogliere è sempre quello della condivisione dei compiti tra i due produttori Dassault e Airbus.

“Non siamo necessariamente molto lontani da un accordo con Airbus ma, sì, diciamo di essere in posto di comando e controllo in materia di Fcas. Dassault Aviation è un subappaltatore di Airbus sull’Eurodrone, non vedo perché Airbus non dovrebbe essere il nostro subappaltatore sul Fcas” ha evidenziato Trappier.“Il piano A è sempre la cooperazione con tedeschi e spagnoli. Ma un industriale ha sempre un piano B, noi abbiamo un piano B…” ha concluso il numero uno di Dassault.

Un chiaro messaggio sia ai governi di Parigi, Berlino e Madrid sia al partner industriale.

 

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