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Ecco quale sarà il futuro di Stellantis dopo Tavares. L’analisi di Paolo Bricco

Cosa c'è dietro alle dimissioni di Carlos Tavares e quale sarà la direzione di Stellantis adesso: fusione con Renault in vista? Conversazione di Startmag con Paolo Bricco, giornalista, saggista ed esperto di storia industriale italiana

Quali sono le vere ragioni dietro alle dimissioni di Carlos Tavares da amministratore delegato di Stellantis? E in che direzione si muoverà adesso la casa automobilistica del gruppo Exor? Una fusione con Renault è uno scenario possibile?

Start Magazine ne ha discusso con Paolo Bricco, giornalista ed editorialista del Sole 24 Ore, esperto di storia industriale italiana e autore di Marchionne lo straniero Adriano Olivetti, un italiano del Novecento.

Perché Tavares si è dimesso? Le indiscrezioni dicono che il board sospettasse che fosse più interessato al proprio tornaconto che al benessere dell’azienda sul lungo termine. È una spiegazione soddisfacente, secondo te?

Non lo è. Io credo che si debba essere razionali: questo tema “personalistico” è irrilevante; è stata piuttosto una decisione di business puro.

Cioè?

Tavares ha fallito clamorosamente nei numeri delle vendite in Nordamerica e in Europa. Aveva chiesto i pieni poteri, li ha ottenuti, però poi non ha presentato risultati soddisfacenti e questo ha imposto un cambio prima dei tempi. Peraltro, già mesi fa – quando i numeri hanno iniziato a farsi brutti davvero, per l’appunto – era iniziata a circolare la notizia che Stellantis fosse alla ricerca di un suo successore in vista della scadenza del mandato.

Quali altri errori ha commesso Tavares?

Tavares non ha costruito accanto a sé una squadra manageriale importante e forte: il suo era un one-man show continuo. È chiaro che quanto più un amministratore delegato “pesa”, tanto più forte è il rumore che fa quando poi cade.

Per qualche mese Stellantis proseguirà senza un amministratore delegato ma con un comitato esecutivo presieduto da Elkann. Quale potrà essere la direzione della società? Ci saranno dei ripensamenti sulle auto elettriche? Tavares non voleva che si modificassero le nuove regole europee sulle emissioni e non voleva i dazi sulla Cina, ad esempio.

Credo che la situazione dell’industria automobilistica europea sia tale che qualunque personalismo passi in secondo piano rispetto alle condizioni oggettive del mercato. E queste condizioni sono drammatiche: lo si vede soprattutto in Germania, dove Volkswagen si prepara a licenziare decine di migliaia di lavoratori, e non è l’unica.

Qualunque scelta verrà fatta dal successore di Tavares, insomma, potrà essere anche coerente oppure in contraddizione con il suo operato, ma di certo non sarà mai il frutto di una qualche “fantasia” manageriale. Stellantis e le altre case europee dovranno cioè adottare dei provvedimenti dettati da una situazione oggettiva, ovvero dall’impatto della transizione green sull’industria dell’auto.

Cosa ha in mente John Elkann per Stellantis? Si vocifera di un’alleanza, o addirittura di una fusione, con Renault. È uno scenario realistico?

Credo che sia un punto di vista troppo elementare. Il tema dell’azionariato di Stellantis è molto complesso: è vero che Exor di Elkann ha la maggioranza relativa, ma poco sotto c’è un blocco francese – anche pubblico: non solo la famiglia Peugeot ma anche la banca Bpifrance – che è molto incisivo e che finora ha ottenuto tanto. Ha ottenuto la scelta dell’amministratore delegato, per esempio, un certo numero di consiglieri in amministrazione e anche la possibilità di delineare una strategia in senso “francese” e molto meno in senso “italiano”.

Quindi?

Il vero punto della questione non è ciò che desidera Elkann, ma quale sarà la dialettica che si instaurerà tra la componente francese e la famiglia Elkann, che è una famiglia di investitori: vale la pena ricordare che, al di là della retorica, tutta la struttura societaria di Stellantis è olandese.

Detto questo, è effettivamente molto raro che in un settore come quello automobilistico avvenga una dimissione così traumatica di un amministratore delegato, senza che vi sia un nome che lo sostituisca. Ciò apre la porta a diversi scenari: gli azionisti potrebbero – come dicono – mettersi a cercare un nuovo Ceo, oppure potrebbero approfittarne per definire tra di loro un futuro diverso per Stellantis. In Francia, in particolare, alcuni accarezzano l’idea di fondere Stellantis con Renault.

Quali effetti avrebbe un’operazione del genere per l’Italia?

Una fusione tra Stellantis e Renault porrebbe diversi problemi per l’Italia, anche di natura occupazionale. È importante che il governo italiano discuta con gli azionisti di Stellantis e con l’esecutivo francese per trovare una soluzione equilibrata alle scelte che eventualmente la società compirà in Europa.

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