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Stellantis, ecco i finti tamponamenti tra Elkann e Tavares

Carlos Tavares si è dimesso da amministratore delegato di Stellantis: c'entrano - pare - le forti tensioni con il board, che lo accusava di essere più attento al tornaconto personale che agli interessi dell'azienda. Tutti i dettagli.

Carlos Tavares ha dato le dimissioni da amministratore delegato di Stellantis, il gruppo automobilistico che guidava dal 2021, anno della fusione tra la casa italo-americana Fiat Chrysler Automobiles  e la francese Psa.

In un comunicato diffuso domenica, la società ha fatto sapere che il consiglio di amministrazione – presieduto da John Elkann di Exor, il maggiore azionista – ha accettato le dimissioni di Tavares “con effetto immediato” e che nel breve periodo verrà istituito un comitato esecutivo capeggiato sempre da Elkann. La ricerca di un nuovo amministratore delegato avverrà nella prima metà del 2025.

Stando a Henri de Castries, consigliere di amministrazione indipendente di Stellantis, nelle ultime settimane sono emerse delle divergenze di vedute tra gli azionisti principali (cioè Exor, la famiglia Peugeot e la banca pubblica francese Bpifrance), il consiglio di amministrazione e Tavares, che hanno portato alle dimissioni di quest’ultimo.

COME VA STELLANTIS

Dall’inizio del 2024 le azioni di Stellantis hanno perso all’incirca il 40 per cento del loro valore e a fine settembre la società aveva lanciato un allarme sugli utili, abbassando le aspettative sui risultati per l’anno intero e dicendo di prevedere un flusso di cassa libero industriale negativo, compreso tra -5 e i -10 miliardi di euro. I dati sulle vendite di automobili in Europa a settembre, appunto, indicavano 120.582 immatricolazioni, cioè il 27 per cento in meno rispetto a un anno fa e il risultato peggiore tra i gruppi che hanno sede nell’Unione. Quanto all’Italia, la produzione tra gennaio e settembre è ammontata a 387.600 veicoli in tutto, rispetto alle 567.525 unità dell’anno prima.

IL PROBLEMA IN NORDAMERICA

Pare però che i malumori degli investitori e del board verso Tavares siano dovuti principalmente ai risultati insoddisfacenti di Stellantis in Nordamerica (il gruppo possiede i marchi statunitensi Jeep, Chrysler e Ram Trucks), una regione molto importante per i profitti: le vendite sono rallentate e i concessionari stanno faticando a snellire i loro inventari.

Nei primi nove mesi del 2024 le vendite di Stellantis negli Stati Uniti sono calate del 17 per cento. E dall’inizio dell’anno – si diceva – le azioni della società hanno perso oltre il 40 per cento, una performance decisamente peggiore di quella delle concorrenti americane: Ford ha perso il 7 per cento, mentre General Motors ha guadagnato il 55 per cento.

Nel terzo trimestre Stellantis ha consegnato 299.000 veicoli in Nordamerica, contro i 470.000 di un anno prima: di conseguenza, i ricavi sono passati da 21,5 milioni di dollari a 12,4 milioni. “Il livello delle scorte dei concessionari statunitensi, una priorità, è stato ridotto di oltre 80mila unità al 30 ottobre 2024 rispetto al 30 giugno 2024”, affermava la società, “ed è in linea con l’obiettivo di riduzione di 100mila unità”.

Il quotidiano statunitense The Detroit News ha scritto che da luglio a settembre le vendite dei marchi Jeep, Ram Trucks e Chrysler sono diminuite rispettivamente del 6, 19 e 47 per cento su base annua. Due modelli molto popolari come la Jeep Wrangler e la Jeep Grand Cherokee hanno subìto un calo del 14 e del 6 per cento.

LA RIORGANIZZAZIONE INTERNA

A ottobre il responsabile del mercato nordamericano, Carlos Zarlenga, è stato sostituito, assieme alla direttrice finanziaria Natalie Knight. Tavares non è stato coinvolto in questa riorganizzazione, ma successivamente Stellantis ha fatto sapere che non si sarebbe proposto per un nuovo mandato una volta scaduto quello in corso (nel 2026, in teoria).

I CONTRASTI TRA IL BOARD E TAVARES

Stando a Reuters, i rapporti tra l’amministratore delegato e il consiglio di amministrazione di Stellantis si sono fatti tesi dopo che il board ha iniziato a sospettare che Tavares si stesse concentrando su delle soluzioni di breve termine utili a salvaguardare la sua reputazione e il suo interesse personale, anziché l’interesse dell’azienda.

La stessa ricostruzione è offerta dal Financial Times: secondo le fonti del quotidiano, Tavares “si è concentrato sul breve termine piuttosto che sul lungo termine del gruppo ed è riuscito a far arrabbiare tutti”; “c’era la sensazione che Carlos si stesse muovendo troppo velocemente per ricostruire la sua reputazione, con il rischio di creare problemi in futuro”.

Queste tensioni devono essere state molto forti, considerato che il consiglio di Stellantis ha preferito proseguire senza un amministratore delegato (ma con un comitato esecutivo) per diversi mesi.

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