Luca de Meo, amministratore delegato di Renault e presidente di Acea, l’associazione dei costruttori europei di automobili, ha chiesto all’Unione europea di adottare un approccio più flessibile nell’implementazione delle nuove regole sulle emissioni. Queste regole fisseranno dal 2025 un limite di 95 grammi di CO2 emessa per chilometro da un veicolo, a livello di flotta, e – scrive Bloomberg – potrebbero costringere il settore dell’automotive a fermare la produzione di due milioni di vetture oppure a pagare multe fino a 15 miliardi di euro.
Il contesto, peraltro, non è dei più favorevoli, considerato il calo delle vendite di veicoli elettrici e il conseguente ridimensionamento degli obiettivi sulla mobilità a batteria. La concorrenza cinese è molto competitiva, nonostante i dazi previsti. Dal 2035, poi, non sarà più possibile immatricolare auto a benzina o a diesel nel territorio dell’Unione.
COSA HA SCRITTO L’ACEA
In un comunicato pubblicato oggi, l’Acea ha chiesto alla Commissione di anticipare al 2025 la revisione delle regole sulle emissioni di CO2 rispetto al 2026 (per i veicoli leggeri) e al 2027 (per i veicoli pesanti).
Nel documento si legge che l’industria automobilistica europea “ha investito miliardi nell’elettrificazione per immettere i veicoli sul mercato […]. Stiamo facendo la nostra parte in questa transizione, ma purtroppo non ci sono gli altri elementi necessari per questo cambiamento sistemico […]. Mancano condizioni cruciali per raggiungere il necessario impulso alla produzione e all’adozione di veicoli a emissioni zero: infrastrutture di ricarica e di rifornimento di idrogeno, nonché un ambiente produttivo competitivo, energia verde a prezzi accessibili, incentivi all’acquisto e fiscali e un approvvigionamento sicuro di materie prime, idrogeno e batterie. Anche la crescita economica, l’accettazione da parte dei consumatori e la fiducia nelle infrastrutture non si sono sviluppate a sufficienza”.
LE VENDITE DI AUTO ELETTRICHE SONO TROPPO BASSE
I dati dell’Acea dicono che da gennaio a luglio scorso i veicoli elettrici puri hanno rappresentato il 12,5 per cento delle immatricolazioni nell’Unione europea, un livello troppo basso per consentire alle case produttrici di rispettare le norme sulle emissioni.
STELLANTIS NON VUOLE MODIFICHE ALLE REGOLE SULLE EMISSIONI
Eppure Stellantis, il secondo più grande produttore automobilistico in Europa dopo Volkswagen, non la pensa come l’Acea (dalla quale, infatti, è uscita nel 2022).
Secondo l’amministratore delegato Carlos Tavares “sarebbe surreale cambiare le regole adesso. Tutti conoscono le regole da molto tempo e hanno avuto il tempo di prepararsi, quindi ora è il momento di gareggiare”. A suo dire, dunque, le norme sulle emissioni non vanno posticipate, però i governi dovranno continuare a offrire sussidi all’acquisto di veicoli elettrici.