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Stellantis Brasile

Perché anche Stellantis ama il Brasile

Stellantis investirà 6 miliardi di dollari in Brasile per produrre veicoli flex-hybrid, una tecnologia che combina elettrificazione e biocarburanti. Anche Volkswagen, General Motors e Toyota hanno piani per il paese sudamericano, dove spunta anche la cinese Byd. Tutti i dettagli.

Stellantis, la casa automobilistica controllata da Exor e proprietaria di marchi come Fiat, Peugeot, Jeep e Citroen, ha intenzione di investire 30 miliardi di real (circa 6 miliardi di dollari) in Brasile per la produzione di veicoli flex-hybrid, cioè di modelli ibridi dotati di un motore a etanolo, un carburante alternativo. Queste vetture saranno pensate sia per la vendita sul mercato locale, sia eventualmente per l’esportazione nei paesi vicini: Stellantis, insomma, potrebbe fare del Brasile la propria base produttiva per il Sudamerica.

L’investimento coprirà un arco temporale di cinque anni, dal 2025 al 2030, come spiegato mercoledì dall’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, e dal responsabile della regione sudamericana, Emanuele Cappellano. Il lancio dei primi modelli flex-hybrid avverrà nella seconda metà del 2024.

NON SOLO STELLANTIS: PERCHÉ LE CASE AUTOMOBILISTICHE HANNO MESSO GLI OCCHI SUL BRASILE

La scelta del Brasile è legata al piano di accelerazione della transizione energetica presentato lo scorso dicembre dall’amministrazione del presidente Lula. Il programma – soprannominato “Mover” – mira a incentivare gli investimenti nelle tecnologie per la decarbonizzazione, anche della mobilità, e prevede degli sgravi fiscali per le aziende.

Stellantis non è l’unica casa automobilistica ad aver puntato sul paese sudamericano. Già a gennaio la statunitense General Motors aveva annunciato un investimento da 7 miliardi di real; a febbraio la tedesca Volkswagen ha garantito 9 miliardi tra il 2026 e il 2028; 5,5 miliardi sono invece i fondi stanziati dalla sudcoreana Hyundai e 11 miliardi quelli previsti dalla giapponese Toyota (una delle prime società a puntare sul flex-hybrid).

Tutte queste società investiranno nella produzione di veicoli flex-hybrid , considerati un primo passo verso l’elettrificazione dell’offerta di modelli. Le automobili elettriche sono generalmente più costose di quelle a benzina o gasolio, e devono appoggiarsi a un’infrastruttura di ricarica non sempre sufficientemente diffusa. Per questo motivo, secondo Tavares, “l’industria automobilistica deve entrare nella mobilità pulita attraverso l’accessibilità. Se la classe media non può comprare, non c’è volume e non c’è impatto positivo sul pianeta”.

COSA SONO I VEICOLI FLEXIBLE-FUEL

L’alimentazione ibrido-etanolo dovrebbe sia aprire le porte alle auto elettriche in Brasile, sia garantire un maggiore riduzione delle emissioni: l’etanolo è ricavabile da colture agricole come il mais e può avere un’impronta carbonica complessivamente inferiore dei combustibili fossili tradizionali. In Brasile sono estremamente diffusi i cosiddetti veicoli flexible-fuel alimentabili esclusivamente con biocarburanti prodotti dalla canna da zucchero: le auto flex-fuel sono state introdotte una ventina d’anni fa e nel 2023 hanno rappresentato oltre l’83 per cento di tutte le vendite nel paese, ha scritto Bloomberg. Di contro, la quota di mercato delle auto elettriche è minima: lo 0,4 per cento appena. I modelli ibridi sono solo leggermente più popolari, al 2,1 per cento.

LA TECNOLOGIA BIO-HYBRID DI STELLANTIS

Lo scorso agosto Stellantis ha presentato quattro prototipi dotati della sua tecnologia Bio-Hybrid, che combina elettrificazione e tecnologia termica flex e che è stata sviluppata dalla divisione sudamericana della società.

Riferendosi all’investimento da 6 miliardi di dollari al 2030, Tavares ha specificato che è “allineato e coordinato con il programma Mover del governo brasiliano, un programma estremamente intelligente che porterà il Brasile ad un nuovo stadio di mobilità sicura, pulita e accessibile. La tecnologia Bio-Hybrid”, ha proseguito, “è una soluzione estremamente efficiente, che fa affidamento sulle risorse naturali del paese e che potenzialmente potrebbe venire estesa ad altri paesi della regione”.

Il Brasile, dove possiede tre stabilimenti, è il fulcro delle attività sudamericane di Stellantis. Nel 2023 le vendite della casa in questo paese sono ammontate a più di 878.000 unità, per un market share del 23,5 per cento: Fiat è il marchio più popolare sia in Brasile, sia nel resto del Sudamerica.

ANCHE LA CINA AMA IL BRASILE

Oltre alle case automobilistiche europee, statunitensi, sudcoreane e giapponesi, anche quelle cinesi hanno grandi piani per il Brasile. Quasi in contemporanea con l’annuncio di Stellantis, BYD ha fatto sapere di aver dato inizio alla costruzione di uno stabilimento in Brasile: entrerà in funzione per la fine del 2024 o per l’inizio del 2025 e avrà una capacità produttiva iniziale di 150.000 unità all’anno.

BYD – sostenuta dall’imprenditore statunitense Warren Buffett – è la prima azienda venditrice di veicoli elettrici al mondo e una delle principali società produttrici di batterie. Il governo di Giorgia Meloni ha contattato BYD (e altre case automobilistiche, sia cinesi che non) con l’obiettivo di concludere un accordo di investimento e portare almeno un secondo costruttore di auto in Italia per bilanciare il disimpegno di Stellantis.

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