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Sorpresa: il G7 ha sorpassato l’Ue sui biocarburanti

L'ultimo comunicato del G7 equipara e-fuel e biocarburanti, anche se l'Unione europea ha accolto solo i primi. Ma la "battaglia" con Bruxelles non è finita, assicura il ministro Pichetto. E dalla Commissione arriva qualche apertura. Tutti i dettagli.

 

La “battaglia” con l’Unione europea sui biocarburanti non è finita, assicura il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, aggrappandosi all’ultimo comunicato del G7.

Tutti i dettagli.

UN PASSO INDIETRO: LA SITUAZIONE IN EUROPA TRA COMMISSIONE, GERMANIA E ITALIA

Il governo di Giorgia Meloni vorrebbe raggiungere con la Commissione un accordo sull’utilizzo dei biocarburanti dopo il 2035, quando scatterà il divieto di vendita di nuove automobili dotate di motore a combustione interna in tutto il territorio comunitario.

Il regolamento europeo vuole incentivare la mobilità elettrica per favorire la decarbonizzazione del settore dei trasporti, ma è stato contestato soprattutto dall’Italia e dalla Germania per il suo impatto sulla filiera automobilistica, importante per entrambi i paesi sia per il contributo al PIL che per l’occupazione generata. In Italia, ad esempio, il settore vale il 13 per cento del PIL e 250.000 posti di lavoro.

Berlino, però, è riuscita a ottenere dalla Commissione una deroga per gli e-fuel, dei combustibili sintetici “neutri” dal punto di vista emissivo (la CO2 che rilasciano al tubo di scappamento è pari a quella assorbita in origine dall’aria per produrli) e capaci di circolare nei motori endotermici. In sostanza, le automobili alimentate esclusivamente con e-fuel non saranno toccate dal divieto di vendita post-2035.

Roma, invece, un accordo con Bruxelles non è riuscito a chiuderlo: avrebbe voluto ottenere un’esenzione dal divieto per i biocarburanti – combustibili a basse emissioni ricavati dalle colture agricole o dai rifiuti organici, e adatti all’uso nei motori tradizionali -, ma la domanda è stata respinta. Nel nostro paese esiste un’industria dei biocarburanti, capeggiata da Eni, ma non una produzione di e-fuel.

LE PAROLE DI TOCCALINI (LEGA)

“La Germania, come sempre, difende i propri interessi, potendo contare su un rapporto privilegiato con la Commissione europea”, ha detto a Euractiv il deputato della Lega Luca Toccalini, che ha ricordato gli alti prezzi di produzione degli e-fuel (il loro utilizzo primario sarà infatti nelle auto di lusso, pare). “Il rischio è che solo chi possiede auto di lusso, come le tedesche Porsche e Audi, possa permetterselo. Trovare l’alternativa, convergendo sui biocarburanti, è fondamentale per noi, oltre a essere una scelta più verde degli e-fuel in termini di economia circolare” (i biocombustibili avanzati si ottengono da materiali di scarto).

LE CONCLUSIONI DEL G7 SUI BIOCARBURANTI E LE PAROLE DI PICHETTO

Nelle conclusioni dell’ultimo vertice del G7 – il foro che riunisce sette stati economicamente avanzati: Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia e Regno Unito, più l’Unione europea – dedicato al clima, all’energia e all’ambiente si parla di combustibili sintetici e di biocarburanti: vengono entrambi definiti delle “opportunità per contribuire a una forte decarbonizzazione del settore automobilistico”.

“L’apertura dei paesi del G7 lascia ben sperare che i risultati che l’Italia vuole ottenere rappresentano degli obiettivi internazionali a tutela della filiera dell’automotive”, ha dichiarato nei giorni scorsi all’ANSA il ministro Gilberto Pichetto. “Credo”, ha aggiunto, “che […] occorra far ripartire il dialogo con i paesi europei per arrivare con dati scientifici certi alle soluzioni migliori: i biocarburanti potranno sostituire benzina e diesel e mantenere viva l’industria dell’automobile italiana”.

Eni prevede di produrre 2 milioni di tonnellate di biocarburanti all’anno entro il 2025, per arrivare a 6 milioni di tonnellate entro dieci anni. Nel 2021, però, il parco circolante italiano ha consumato 7 milioni di tonnellate di benzina e 23 milioni di tonnellate di gasolio.

LE TRATTATIVE CON LA COMMISSIONE EUROPEA SUI BIOCARBURANTI

Ai margini dell’ultimo vertice euro, la riunione dei rappresentanti dei paesi membri dei paesi della zona euro, a fine marzo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva assicurato che la “partita” sui biocarburanti non era persa per l’Italia. E pensa che l’Unione europea non debba intromettersi nelle scelte dei governi nazionali sulle tecnologie da utilizzare per raggiungere la neutralità climatica.

Nonostante la loro esclusione dal regolamento sulle auto a zero emissioni, la commissaria all’Energia Kadri Simson ha comunque dichiarato che i biocarburanti sono “necessari” e che la Commissione intende sostenerne lo sviluppo. Di conseguenza, Pichetto ha ribadito che “il negoziato” con Bruxelles “è aperto”, e che l’Italia vuole essere all’avanguardia sia nella produzione di biocarburanti che di e-fuel.

Al 19° forum di dialogo tra Italia e Spagna, svoltosi il 31 marzo scorso, Pichetto ha invitato Madrid (assumerà la presidenza del Consiglio dell’Unione europea dalla seconda metà del 2023) a collaborare con Roma per favorire il riconoscimento scientifico della “neutralità tecnologica dei biocarburanti”.

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