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Stellantis Uaw

Mosse e mossette di Stellantis per ricucire i rapporti col potente sindacato americano Uaw

Stellantis si muove velocemente per disinnescare sul nascere le ultime polemiche del sindacato statunitense: pioggia di finanziamenti per gli stabilimenti americani a rischio mentre la Jeep messicana della discordia sarà prodotta anche negli Usa

Esattamente 12 mesi dopo la débâcle della dirigenza Stellantis nei confronti dell’Uaw, il sindacato dei lavoratori a stelle e strisce mai così potente da quando alla guida c’è di Shawn Fain (il solo a essere riuscito a paralizzare simultaneamente ben tre Case automobilistiche), che aveva visto il Gruppo italo-franco-americano costretto a cedere a tutte le richieste dello  United Automobile Workers pur di riportare gli operai nelle fabbriche statunitensi, sembra che la situazione sia destinata a ripetersi identica.

DUE A ZERO NELLA SFIDA TRA IL SINDACATO UAW E STELLANTIS

Nelle scorse settimane StartMag aveva raccontato che la situazione negli Usa, per Stellantis, s’era surriscaldata parecchio e che l’Uaw era tornato alla carica, accusando la dirigenza non solo di essere la sola responsabile dei pessimi risultati fotografati dalla semestrale, ma anche di non aver mantenuto i patti siglati per porre fine allo sciopero dello scorso autunno.

A questo secondo giro di pista, che sembra ripetersi uguale al precedente, Stellantis però sorprende fin dai primi metri, cercando immediatamente l’accordo col sindacato. O, per meglio dire, svelando particolari del proprio piano industriale che sembrano fatti appositamente per tranquillizzare l’Uaw e sedare sul nascere nuove contestazioni e altri fermi agli impianti.

LA NUOVA STRATEGIA DI TAVARES PER GLI USA

Stellantis ha annunciato infatti una serie di nuovi investimenti a favore di tre impianti del Michigan, con l’impegno di produrre nell’impianto di Sterling Heights il Ram 1500 REV – di fatto il primo pick-up elettrico del gruppo sfornato negli Usa – anche grazie a un impegno economico da 213,7 milioni di euro.

Tutto questo fa da contraltare alle notizie degli ultimi giorni sulle quali s’era sviluppato un acceso dibattito relative alla decisione della dirigenza di procedere con il licenziamento di 2450 dipendenti del sito di assemblaggio Warren Truck, fuori Detroit, in vista della produzione del Ram 1500 Classic.

GLI USA SI “RIPRENDONO” LA JEEP

Anche perché non è passata inosservata la decisione di Stellantis di inaugurare la nuova linea di produzione per auto elettriche nella fabbrica di Toluca, in Messico, dove verrà assemblata la nuova Jeep Wagoneer S, destinata a tutti i mercati, America ed Europa incluse.

E proprio la Wagoneer elettrica in un certo senso torna a casa, al di qua dei confini meridionali: 100 milioni di dollari saranno destinati a costruire a Warren, ovvero nello stabilimento di Detroit che pareva già senza un futuro e destinato alla dismissione, la Jeep Wagoneer elettrica.

Insomma, archiviata la vecchia Ram 1500, il futuro è comunque assicurato negli Usa grazie alla ‘nipotina’ elettrica. Mentre la decisione presa sulla Jeep dovrebbe dimostrare che il Gruppo non intende assemblare in Messico macchine destinate agli Usa, mossa che rischiava di farle anche il vuoto politico attorno.

Inoltre, Stellantis silenzia sul nascere ulteriori possibili malumori del sindacato sul fatto che, stante il crollo della domanda di auto elettriche la produzione potrebbe interrompersi già all’avvio, spiegando che Sterling Heights produrrà anche le versioni Ramcharger e termiche.

SUL PIATTO 406 MILIONI DI DOLLARI

L’impianto di Dundee, a seguito di un maquillage per cui il Gruppo intende trovare e destinare oltre 70 milioni di dollari, verrà aperto alla produzione di componenti per batterie per le piattaforme Stla Frame e Stla Large.

Ma Stellantis dove prenderà tutti questi soldi per dare seguito agli annunci delle ultime ore? Il Gruppo fa sapere che era tutto programmato e coperto dal fondo di 406 milioni di dollari per sostenere la strategia “multi-energia” prevista per il Nord America, costola del piano industriale con prospettiva temporale il 2030.

Ma, visto che tale strategia presenta interventi sartoriali che sembrano esser stati escogitati per disinnescare le polemiche americane dell’ultimo periodo, è difficile credere a questa versione. Più facile che Stellantis abbia deciso di fare immediatamente pace col sindacato per evitare nuovi fermi alla produzione che renderebbero ancora più complessa la sua situazione in Nord America rimandando eventuali strappi a dopo il delicato periodo elettorale.

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