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Stellantis aumenta i salari negli Stati Uniti. Non ditelo a Landini

Come l'ipotesi di accordo tra Ford e i sindacati Usa, anche quello in Stellantis prevede incrementi salariali valutati più di quattro volte superiori a quelli previsti dal contratto del 2019. I lavoratori hanno ottenuto anche il salvataggio di impianti destinati alla dismissione

Se in Italia i sindacalisti lamentano che Stellantis sia sorda alle loro istanze, negli Stati Uniti la vertenza ha preso tutt’altra piega. Dopo nemmeno due mesi di sciopero delle tute blu che ha coinvolto anche Ford e General Motors, infatti, il gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa ha annunciato di aver raggiunto un accordo provvisorio con il sindacato statunitense Uaw (United Automobile Workers) per il rinnovo del contratto di lavoro.

 

COSA PREVEDE L’ACCORDO TRA STELLANTIS E I SINDACATI USA

L’accordo ripristina i principali diritti persi durante la recessione del 2007, tra cui l’indennità per il costo della vita e la progressione salariale di tre anni, oltre a eliminare le divisioni salariali tra giovani e anziani. Migliora la pensione per gli attuali pensionati, per i lavoratori con pensione e per quelli che hanno un piano 401. “Abbiamo raggiunto ciò che solo settimane fa ci è stato detto che era impossibile ottenere”, ha annunciato il capo di Uaw nonché miccia della protesta Shawn Fain.

GLI AUMENTI

L’accordo prevede aumenti salariali di base del 25% fino all’aprile 2028 e aumenterà, grazie al meccanismo di rivalutazione, cumulativamente del 33%, fino a oltre 42 dollari l’ora. Nel dettaglio, il salario per i lavoratori meno pagati del livello base aumenterà del 67%, superando i 30 dollari l’ora. I lavoratori meno pagati di Stellantis, ovvero temporanei, vedranno un aumento di oltre il 165% nel corso della durata dell’accordo. Alcuni lavoratori della Mopar riceveranno un aumento immediato del 76% al momento della ratifica.

FINE DELLO SCIOPERO?

I lavoratori Stellantis torneranno al lavoro mentre l’accordo sarà sottoposto al processo di ratifica che prevede il referendum di tutte le lavoratrici e lavoratori di Stellantis negli USA. Questo potrà avvenire solo dopo che il Consiglio Nazionale Stellantis dell’Uaw avrà esaminato e approvato l’ipotesi di accordo.

LA MODIFICA AL PIANO INDUSTRIALE

Ma non è tutto. La multinazionale ha difatti accettato di riattivare, localizzandoci la produzione di un camion di medie dimensioni, l’impianto di montaggio di Belvidere, nell’Illinois, chiuso all’inizio di quest’anno dopo aver costruito prodotti Chrysler per oltre mezzo secolo.

“Abbiamo salvato Belvidere -ha annunciato il leader di Uaw che, oltre che con le Big Three, ha dovuto lottare con i vertici del sindacato, inizialmente contrari a una simile rivendicazione -. Abbiamo ottenuto un nuovo veicolo per la fabbrica, sarà un camion di medie dimensioni, e avremo due turni. Oltre all’impegno del veicolo, Stellantis aggiungerà anche oltre 1.000 posti di lavoro in un nuovo impianto di batterie, sempre a Belvidere.” Fain assicura che questi nuovi posti di lavoro non sono temporanei. Si tratta di impegni contrattuali e Uaw promette altre battaglie se Stellantis non dovesse maantenere la parola data agli operai.

Dai primi annunci sembra che altri due siti che Stellantis aveva annunciato di voler chiudere riceveranno invece nuovi investimenti mentre uno aumenterà persino i posti di lavoro: “Sono stati ottenuti impegni di nuovi prodotti che salvano tutti i lavoratori a Trenton Engine – dice il segretario di Uaw – e aumentano l’occupazione anche a Toledo, per oltre 19 miliardi di dollari in nuovi investimenti complessivi negli Stati Uniti”.

Nelle trattative in corso tra i costruttori e gli operai era intervenuto anche il presidente degli Usa, Joe Biden, esprimendo la propria solidarietà alla classe operaia e sostenendo l’esigenza di trovare quanto prima una soluzione per la stesura del nuovo contratto collettivo di lavoro. “Non solo abbiamo ottenuto il diritto di scioperare contro la chiusura degli impianti: abbiamo ottenuto il diritto di sciopero anche per i mancati investimenti, una novità storica per il sindacato”, ha detto Fain. “In Stellantis, in particolare, non solo abbiamo ottenuto un contratto record, ma abbiamo iniziato a ribaltare le sorti della guerra contro la classe operaia americana”.

IL COMMENTO DELLA FIOM

“Oltre alla questione salariale – sottolineano da Fiom (una delegazione era andata a dare manforte agli omologhi statunitensi – il sindacato riesce quindi a mettere le mani sul piano industriale di Stellantis: i lavoratori licenziati del Belvidere Assembly Plant (dove Stellantis ha costruito Jeep Cherokee KL) saranno riassunti. Otto mesi fa, Stellantis aveva deciso di chiudere il Belvidere Assembly Plant, mettendo 1.200 lavoratrici e lavoratori in mezzo alla strada”.

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