La Cina mette di nuovo in pausa Boeing.
Il governo di Pechino ha ordinato alle compagnie aeree nazionali di non accettare ulteriori consegne di jet Boeing, in risposta alla decisione degli Stati Uniti di imporre dazi del 145% sulle merci provenienti dal Paese asiatico. Lo ha riferito ieri Bloomberg News, citando fonti informate. A quanto si apprende, il governo avrebbe inoltre chiesto alle compagnie aeree di interrompere l’acquisto di attrezzature e parti di ricambio per aerei da fornitori statunitensi, nel quadro della crescente tensione commerciale tra Pechino e Washington.
Le autorità cinesi starebbero anche valutando misure di sostegno per le compagnie che operano con aeromobili Boeing in leasing e che si trovano ora ad affrontare costi più elevati a causa delle restrizioni. La decisione rappresenta una nuova escalation nelle relazioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali, già provate da una lunga serie di dispute su dazi, tecnologia e sicurezza nazionale.
La mossa arriva dopo che l’estate scorsa il produttore di velivoli americano aveva ripreso gradualmente le consegne nel paese asiatico a seguito di una lunga pausa. Dal 2019, infatti, Pechino aveva interrotto gli ordini del 737 Max, uno dei modelli più richiesti dalle ricche compagnie cinesi a seguito dei due gravi incidenti mortali nel 2018 e 2019.
Ieri le azioni del colosso aerospaziale americano hanno chiuso in ribasso del 2,4%. D’altronde l’azienda attribuisce grande importanza al mercato cinese, rappresentando fino a poco tempo fa un quarto delle sue esportazioni.
Tuttavia, gli investitori di Boeing non sono necessariamente in preda al panico, segnala Axios. Il danno dallo stop delle consegne potrebbe riguardare più la Cina che Boeing…
LE PAROLE DI TRUMP
“È interessante notare che hanno appena rinnegato il grande accordo con Boeing, affermando che “non prenderanno possesso” di aerei su cui si erano completamente impegnati”, ha commentato il presidente Trump sul social Truth.
Ma la guerra commerciale a colpa di dazi innescata dall’inquilino della Casa Bianca potrebbe colpire proprio il colosso aerospaziale statunitense.
LE CONSEGUE DEI DAZI PER IL COLOSSO AEROSPAZIALE AMERICANO
Sempre ieri il ceo del vettore low cost, Michael O’Leary, ha affermato che se venissero imposti dazi su una prossima consegna di 25 aerei Boeing, Ryanair potrebbe ritardarne la consegna. E non è l’unica compagnia aerea su questa posizione. Già la settimana scorsa Delta ha dichiarato che, piuttosto che pagare il prezzo dei dazi, avrebbe rinviato le consegne, nel tentativo di controllare i costi.
Secondo la Cnn, Boeing è particolarmente vulnerabile alle attuali controversie commerciali tra l’America e i suoi partner commerciali. A differenza di molte multinazionali, Boeing costruisce tutti i suoi aerei negli stabilimenti statunitensi prima di inviare quasi due terzi dei suoi aerei commerciali a clienti al di fuori degli Stati Uniti. E le consegne sono cruciali per Boeing, poiché è in quel momento che riceve i pagamenti.
Senza dimenticare che Boeing è in difficoltà da sei anni, accumulando 51 miliardi di dollari di perdite operative dal 2018, ultimo anno in cui ha registrato un utile annuale, riassume ancora la Cnn.
Bloccare queste consegne è un duro colpo per Boeing, che alla fine del 2024 aveva un totale di 55 aerei in inventario che non è stata in grado di consegnare ai clienti, principalmente in Cina e India, secondo l’azienda.
L’ESPOSIZIONE DI BOEING IN CINA
Ma veniamo ai rapporti con Pechino.
La Cina è il più grande mercato al mondo per l’acquisto di aeromobili: una recente analisi della stessa Boeing stima che le compagnie aeree cinesi acquisteranno 8.830 nuovi aerei nei prossimi 20 anni.
Come ricorda Axios, le compagnie aeree cinesi avevano in programma di acquistare 29 aerei Boeing nel 2025, secondo gli analisti di Bank of America. Secondo il sito web della Boeing, a fine marzo il portafoglio ordini comprendeva 130 velivoli acquistati da clienti cinesi (compagnie aeree e società di leasing).
Tra il 2025 e il 2027 le principali compagnie aeree cinesi, Air China, China Eastern Airlines e China Southern Airlines, avevano pianificato di ricevere tra 45 e 81 aerei Boeing ciascuna.
Nello specifico, ricostruisce La Tribune, China Southern Airlines è in attesa di 37 Boeing 737 MAX e 2 787-9. China Eastern Airlines prevede sette modelli 737 MAX 8 e sei 787-9. Infine, Air China attende quattro MAX 8.
Inoltre, l’anno scorso la China Development Bank Financial Leasing Company, una filiale dell’omonima grande banca statale specializzata in infrastrutture, ha annunciato l’acquisto di 50 aerei 737 Max-8 al colosso aerospaziale statunitense. Si tratta del più grande ordine di aerei per Boeing dalla Cina dal 2015. Ovvero quando China Southern Airlines ha ordinato lo stesso numero di aerei Max.
Secondo l’analista di JPMorgan Seth Seifman, la compagnia statunitense ha consegnato alla Cina quest’anno 13 737 Max e tre 787, con 28 Max e un 787 rimanenti in base ai dati di Cirium, riporta Bloomberg.
“Non consideriamo la Cina un fattore cruciale per la crescita di Boeing nei prossimi anni”, ha affermato Seifman in una nota. “Tuttavia, la Cina sarà importante a lungo termine”.
PIÙ DANNO PER PECHINO CHE PER BOEING?
Dunque gli analisti sostengono che un’interruzione a breve termine delle consegne in Cina non avrebbe un impatto significativo su Boeing, poiché il produttore di aerei potrebbe reindirizzare quei jet ad altre compagnie aeree e poiché Airbus non ha la capacità di rifornire il paese da sola, rileva Reuters.
La Cina avrebbe maggiori difficoltà a vietare le importazioni di nuovi componenti statunitensi per supportare la sua flotta di aerei esistente, incluso il C919 cinese. Nel maggio 2023 la Cina ha fatto volare il suo primo velivolo per trasporto passeggeri: l’aereo di linea C919, progettato per competere con l’Airbus A320 e il Boeing 737. Ma il jet non è 100% made in China, è composto da parti di società americane e francesi.
“Boeing non dovrebbe avere difficoltà a riassegnare gli aerei ad altre compagnie aeree che necessitano di capacità aggiuntiva”, ha commentato ieri Ronald J. Epstein, analista di Bank of America, in una nota di ricerca. “Consideriamo l’India un potenziale beneficiario”.
Inoltre, la Cina potrebbe non essere in grado di mantenere a lungo il fermo. Il Paese ha una capacità limitata di produrre i propri jet, e il concorrente di Boeing, Airbus, probabilmente non riuscirà ad aumentare la produzione a sufficienza per colmare il vuoto, sostiene Epstein.
“Se la Cina smette di acquistare componenti aeronautici dagli Stati Uniti, il programma C919 sarà interrotto o annullato”, ha aggiunto Epstein.
Allo stesso tempo, prosegue Epstein “Consideriamo questa situazione insostenibile” e, se dovesse durare, “potrebbe indicare un vantaggio strutturale per Airbus in Cina”.
Tuttavia, secondo la Bank of America, il concorrente europeo non può sostituire Boeing, anche solo perché il suo portafoglio ordini è pieno fino alla fine del decennio e la cinese Comac “dipende fortemente dai fornitori americani”.