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Ford

C’entra la Cina o il sindacato dietro lo stop di Ford in Michigan?

Ford annuncia la sospensione della fabbrica di batterie prevista in Michigan. L'azienda vuole mandare un messaggio al sindacato Uaw oppure ha ceduto alle pressioni anti-cinesi del Congresso?

La casa automobilistica statunitense Ford ha sospeso i lavori alla sua fabbrica di batterie per i veicoli elettrici a Marshall, in Michigan, valutata 3,5 miliardi di dollari. Le motivazioni non sono chiare: l’azienda ha parlato di generiche preoccupazioni circa la sua capacità di gestire l’impianto in modo competitivo. “Non abbiamo ancora preso una decisione definitiva sull’investimento previsto”, ha aggiunto.

LO SCONTRO CON IL SINDACATO

Shawn Ford, presidente dello United Auto Workers (UAW), il sindacato americano degli addetti al settore automobilistico, ha definito l’annuncio “una vergognosa e appena velata minaccia da parte della Ford di tagliare posti di lavoro […]. Stiamo semplicemente chiedendo una giusta transizione ai veicoli elettrici e invece Ford sta intensificando la sua corsa al ribasso”.

La governatrice del Michigan, Gretchen Whitmer, del Partito democratico, ha sottolineato il termine “pausa” utilizzato da Ford e ha assicurato che “continueremo a spingere per il successo dei negoziati tra le Big Three e l’UAW, in modo che i cittadini del Michigan possano tornare a lavorare facendo ciò che sanno fare meglio”. Le Big Three sono le tre grandi case  di Detroit, un tempo il polo principale dell’industria automobilistica degli Stati Uniti: ovvero Ford, General Motors e Stellantis (che controlla il marchio Chrysler pur avendo sede nei Paesi Bassi ed essendo di origine italo-francese).

Lo UAW chiede che le case automobilistiche paghino ai lavoratori delle fabbriche di batterie gli stessi stipendi (più alti) che ricevono i dipendenti degli stabilimenti di assemblaggio e di costruzione dei motori endotermici.

LA QUESTIONE CINESE DI FORD

Il fatto che Ford non abbia spiegato nel dettaglio le motivazioni che l’hanno spinta a “sospendere i lavori e limitare le spese di costruzione” a Marshall apre la porta a diverse speculazioni. Una è quella dello scontro con il sindacato, che le Big Three accusano di avanzare richieste che minerebbero la loro competitività economica. L’altra è che Ford stia ripensando la collaborazione con la società cinese CATL, che fornirà in licenza la tecnologia per le batterie costruite nella fabbrica in Michigan. Si tratta di batterie al litio-ferro-fosfato, meno costose della tradizionale chimica al nichel-manganese-cobalto.

Essendo interamente di proprietà di Ford, lo stabilimento di Marshall potrebbe ottenere i generosi crediti d’imposta previsti dall’Inflation Reduction Act per la manifattura nazionale di veicoli elettrici. L’azienda ha specificato che CATL non riceverà soldi dei contribuenti americani. Il Partito repubblicano, tuttavia, teme che gli Stati Uniti possano ritrovarsi a sussidiare indirettamente la concorrenza cinese, o che alimenteranno una situazione di dipendenza tecnologica da quest’ultima.

L’Inflation Reduction Act contiene in realtà una clausola implicitamente anti-cinese, perché vieta l’assegnazione dei crediti fiscali se i componenti della batteria di un veicolo elettrico sono stati realizzati da una “entità straniera che desta preoccupazione”.

E QUINDI?

Gli obiettivi alla base dell’annuncio di Ford, insomma, potrebbero essere due. L’azienda potrebbe voler avvertire lo UAW che, se non rivedranno le loro richieste, la fabbrica non verrà più costruita in Michigan ma in un altro stato non sindacalizzato. Oppure potrebbe voler mettere pressione all’amministrazione Biden perché adotti un’interpretazione restrittiva del concetto di “entità straniera che desta preoccupazione”, così da garantirsi che le batterie e le auto che le monteranno non vengano penalizzati: l’impianto dovrebbe creare 2500 nuovi posti di lavoro in un’area che ha sofferto moltissimo la crisi dell’industria dell’auto, e che sta provando a recuperare l’antica centralità puntando sulla mobilità elettrica.

COME VANNO I NUMERI DI FORD SULLE AUTO ELETTRICHE

A luglio Ford ha previsto per il 2023 una perdita di 4,5 miliardi di dollari nella sua unità dedicata ai veicoli elettrici, il 50 per cento in più rispetto alle stime precedenti. L’azienda ha detto di voler rallentare l’aumento della produzione di auto elettriche per concentrarsi sulle vendite – obiettivo: quadruplicarle in cinque anni – di vetture ibride.

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