skip to Main Content

Sciopero Auto Usa General Motors Sindacati

Perché Stellantis, Ford e General Motors temono davvero lo sciopero degli operai negli Usa

Scaduti i contratti quadriennali degli operai è subito iniziata la mobilitazione del sindacato principale. Lo sciopero rischia di fermare il mondo dell'auto USA in un momento in cui è tallonata dalla Cina

 

Tempi supplementari nella partita tra UAW, il principale sindacato americano delle tute blu e le Big Three della capitale statunitense dell’auto, ovvero Ford, General Motors e Stellantis. Non è stato trovato un accordo entro la mezzanotte di ieri, termine ultimo per un rinnovo ‘nei tempi’ del contratto dei metalmeccanici e così la contrattazione (ne abbiamo parlato qui) ha subito lasciato il posto alla prova muscolare promessa dall’effervescente Shawn Fain, presidente della United Auto Workers.

L’ANNUNCIO DELL’UAW

Questo lo scarno comunicato che ha dato fuoco alle polveri: “Famiglia e alleati dell’UAW – si legge – Pochi minuti fa, migliaia di iscritti all’UAW di Ford, GM e Stellantis sono scesi in piazza, segnando l’inizio dello sciopero. Gli iscritti all’UAW della GM Wentzville Assembly sono in sciopero. Gli iscritti all’UAW del complesso di assemblaggio di Toledo della Stellantis sono in sciopero. I membri dell’UAW dello stabilimento di assemblaggio Ford Michigan – Assemblaggio finale e verniciatura, sono in sciopero. Questa lotta è il momento decisivo della nostra generazione. Non solo per le Big Three, ma per l’intera classe operaia. Ci batteremo per noi stessi. Ci batteremo per le nostre famiglie. Ci batteremo per le nostre comunità.”

LO SCIOPERO NON BLOCCA L’AUTO USA (PER ORA)

A dispetto di quanto paventato dai media americani, lo sciopero non ha bloccato Detroit, capitale dell’auto Usa, ma impianti dislocati in Missouri, Michigan e Ohio. Secondo alcuni osservatori, la scelta di concentrare le prime agitazioni in fabbriche collaterali del Midwest industrial sarebbe legata alla volontà, da parte dell’UAW, di non bruciare tutti i ponti con Ford, General Motors e Stellantis, così da permettere ai pontieri di addivenire a un accordo tra le parti.

Viceversa, altri opinionisti sostengono che il semplice blocco di quei tre siti produttivi avrà ripercussioni su tutti gli altri ancora in attività, che dovranno via via interrompere il lavoro alle catene di montaggio in un effetto domino di primaria importanza per i marchi dell’auto coinvolti. Un modo per mobilitare più dei 12.700 iscritti della UAW.

LA RICHIESTA IRRICEVIBILE DEL SINDACATO

Non sorprende se le richieste dell’UAW siano state respinte dalle Big Three dal momento che prevedevano, per esempio, l’aumento dei salari del 46% in quattro anni con un 20% di incremento sin dalla firma del rinnovo col ripristino di incrementi legati al costo della vita (e sul punto non sembra che Fain intenda arretrare, considerata l’inflazione che sta colpendo gli USA).

E, ancora, la trasformazione di tutti i contratti a tempo determinato in indeterminato; un nuovo regime pensionistico con benefici predefiniti per tutti i lavoratori; la reintroduzione delle prestazioni mediche per i pensionati; garanzie sul diritto di sciopero per le chiusure di stabilimenti e l’istituzione di una settimana lavorativa di 32 ore.

Richieste, quelle che l’UAW ha fatto pervenire a Ford, General Motors e Stellantis, definite “azzardate” da diversi sindacalisti di lungo corso. Tanto più in un periodo in cui i marchi stanno investendo molto in R&D per il cruciale passaggio della transizione ecologica.

FORD CERCA L’ACCORDO

Ford ha affermato di essere “impegnata con convinzione a raggiungere un accordo che premi i dipendenti e tuteli la capacità” dell’azienda “di investire per il futuro”. La Casa dell’Ovale blu infatti ricorda pure che siamo nel mezzo della trasformazione dell’industria automobilistica verso l’elettrico, per questo la maggior parte degli investimenti è assorbita da quel capitolo. Ford ha poi definito l’offerta fatta al sindacato “storicamente generosa, con significativi aumenti salariali” e altri benefici.

Back To Top