Nuovo partner, sempre tedesco, per Leonardo nel campo degli armamenti terrestri.
Il colosso della difesa e aerospazio italiano – secondo quanto riportato da Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore – è in trattative molto avanzate col gruppo tedesco Rheinmetall per un’alleanza nel settore degli armamenti terrestri. L’intesa porterebbe alla costituzione di una joint venture paritetica italo-tedesca per gestire i futuri contratti per la produzione di 280 carri armati pesanti (derivazione del Panther) e più di mille veicoli blindati di fanteria (derivazione del Lynx) per l’esercito italiano. Il valore delle commesse in ballo ammonta a 20 miliardi da spalmare in oltre 10 anni, evidenzia il quotidiano confindustriale.
La notizia arriva a meno di un mese dallo stop del gruppo ex Finmeccanica alle trattative per l’alleanza con Knds con l’obiettivo di arrivare a una collaborazione per la fornitura dei carri armati Leopard 2 all’Esercito italiano per una commessa da 8 miliardi di euro.
In attesa di conferme e annunci ufficiali, i rumors hanno fatto scattare gli acquisti per le azioni di Leonardo: stamani il titolo ha messo a segno un +2,2%, unica tra le Blue Chip di Piazza Affari a riportare una performance apprezzabile.
Tutti i dettagli.
DOPO LA ROTTURA DEI NEGOZIATI CON KNDS…
Come già detto, l’11 giugno Leonardo e il gruppo nato dell’aggregazione di Kmw e Nexter, due dei principali produttori europei di sistemi terrestri militari con sede in Germania e Francia, hanno abbandonato le trattative per formalizzare una partnership “per definire una configurazione comune per il programma Main Battle Tank dell’Esercito Italiano e per sviluppare una più ampia collaborazione industriale”.
Ma proprio sulle definizioni delle strategie tecnologiche, ovvero la cosiddetta italianizzazione del carro, l’intesa si è incrinata. “I tedeschi di Kmw non hanno accettato di dare a Leonardo quanto richiesto, cioè lavoro per «italianizzare» i Leopard 2A8, per metà del valore della commessa”, ha aggiunto il Sole.
Allo stesso tempo, Leonardo aveva confermato “il proprio impegno nel fornire all’Esercito Italiano una soluzione performante, interoperabile e aggiornata, che soddisfi le esigenze attuali e rimanga ben posizionata per gli sviluppi futuri verso il Main Ground Combat System [Mgcs], anche attraverso la cooperazione con altri qualificati partner internazionali”.
…NUOVA ALLEANZA IN VISTA
Difatti il gruppo guidato da Roberto Cingolani non è rimasto fermo a guardare e ha aperto un dialogo con Rheinmetall, che sta completando lo sviluppo del nuovo carro da battaglia Panther Kf51.
D’altronde, proprio il colosso della difesa tedesco si è posizionato da tempo in prima fila per rispondere alla sfida del rinnovamento della componente terrestre e in particolare al segmento dei mezzi pesanti e corazzati del nostro paese.
“Noi ci offriamo di costruire in Italia e insieme ai campioni nazionali dell’Industria della Difesa il più grande polo terrestre Europeo che permetterà all’Italia di essere protagonista non solo nella dimensione avionica e navale ma anche nella componente tecnologica terrestre” , aveva rilanciato Alessandro Ercolani, amministratore delegato di Rheinmetall Italia, in audizione presso la commissione Difesa della Camera il 29 novembre.
UNA JOINT-VENTURE TRA LEONARDO E RHEINMETALL
Dunque Leonardo sta ora trattando con Rheinmetall. “L’intesa in discussione ha come perno la costituzione di una joint venture paritetica italo-tedesca, per gestire i futuri contratti di produzione di nuovi carri armati pesanti (Mbt) e nuovi veicoli blindati di fanteria (Aifv) per l’Esercito italiano, che deve rinnovare la flotta vetusta degli Ariete e Dardo”, ha proseguito il Sole.
“Secondo quanto riferito da fonti autorevoli, Rheinmetall è disponibile a dare spazio a Leonardo nella produzione del carro armato Panther (o similare), essendo in fase di sviluppo i lotti di lavoro non sono già stati assegnati a tutti i fornitori. E anche per il Lynx i tedeschi affiderebbero a Leonardo una quota di lavoro significativa”.
“Si tratta di una collaborazione industriale, la jv non avrebbe apporti di stabilimenti industriali, ma gestirebbe i contratti con la Difesa, quindi il lavoro verrebbe trasferito alle aziende”, ha specificato Dragoni del quotidiano confindustriale.
GLI ORDINI IN BALLO CON LA LEGGE TERRESTRE
La spesa prevista per le future commesse, ancora non sono stati assegnati ordini, è stimata nell’ordine di 20 miliardi di euro in oltre dieci anni per produrre 280 carri armati (la metà in versione da combattimento e la metà veicoli di supporto) e oltre mille cingolati più leggeri (Aifv).
In particolare, nel Documento programmatico pluriennale 2023-2025 la Difesa ha previsto per il programma Aics (Armored Infantry Combat System) dell’Esercito italiano incentrato su una piattaforma combat (Armored Infantry Fighting Vehicle – AIFV) uno stanziamento 5,2 miliardi di euro da qui al 2037 a fronte di fabbisogno complessivo di 15 miliardi di euro. Si inaugura così il decennio dell’Esercito, con il programma Aics che è di fatto una “legge terrestre”, una occasione di crescita per il comparto nazionale della difesa. “Ecco l’AICS vale oltre 2 volte la Legge Navale,” del 2015, sottolineava di recente Pietro Batacchi, direttore di Rid.
L’INGRESSO DELL’ITALIA NEL PROGRAMMA MGCS
Ma come già sottolineato dalla stessa Leonardo, imperativo è anche l’ingresso nel programma franco-tedesco per il carro armato europeo del futuro Main Ground Combat System (Mgcs), come auspicato dalla Difesa italiana.
A partire dal 2035, l’Mgcs franco-tedesco dovrebbe sostituire i carri armati Leopard 2 e Leclerc, in servizio rispettivamente negli eserciti tedesco e francese. Il progetto rischiava di fallire a causa delle divergenze tra Berlino e Parigi, mai risolte del tutto. Ad aprile i due paesi sono riusciti però a sbloccare il dossier concordando la distribuzione dei compiti industriali. Il protocollo firmato prevede una ripartizione eguale tra le aziende che partecipano al progetto: Knds, gruppo composto dalla francese Nexter e dalla tedesca Kmw, e Rheinmetall, basata a Duesseldorf.
E la probabile alleanza con Rheinmetall guarda anche in questa direzione.
Anche se risulta ancora arduo intravedere a breve l’ingresso della compagine industriale italiano a bordo del Mgcs visto che secondo la filiale francese di Knds, il progetto societario tra le società di difesa Knds, Rheinmetall e Thales per lo sviluppo di un futuro carro armato da battaglia per Germania e Francia rimarrà per ora chiuso agli altri azionisti, come riportato da Defense News.
IL COMMENTO DEGLI ANALISTI
Tuttavia, l’accordo “sarebbe positivo in quanto risolverebbe in tempi rapidi l’impasse che si era creata dopo l’annuncio dell’11 giugno dello stop alle negoziazioni in corso con Knds e perché permetterebbe a Leonardo anche di entrare nel progetto europeo Mgcs”, commentano gli analisti di Equita che confermano la raccomandazione di acquisto e target price a 23,5 euro.
I PROSSIMI PASSI
Infine, secondo le fonti interpellate dal Sole 24 Ore, dovrebbe essere firmato un accordo preliminare tra i due gruppi, un Memorandum of understanding.
“Dopo l’MoU ci dovrà essere il negoziato per rendere operativo l’accordo. Il primo contratto con la Difesa per i carri armati potrebbe essere assegnato entro fine anno. Salvo imprevisti” conclude il quotidiano confindustriale.