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Germania Carro Armato

Cosa cambierà per l’Italia nella Difesa con i Leopard 2 tedeschi

L’Italia comprerà i carri Leopard 2 di ultima generazione di fabbricazione tedesca. Fatti, numeri e pareri degli analisti

L’Italia acquisterà i Leopard 2 dalla Germania, con quali conseguenze e ricadute?

Il 12 luglio il sottosegretario di Stato alla Difesa, Isabella Rauti, rispondendo a un’interrogazione a risposta immediata depositata dal capogruppo M5s Marco Pellegrini in sede di Commissione Difesa della Camera, ha confermato l’intenzione di acquistare i tank tedeschi per l’Esercito italiano così da potenziare le sue forze di terra.

Il sottosegretario Rauti (Fratelli d’Italia) ha annunciato che il programma di acquisizione dei nuovi carri Leopard 2 “verrà ricompreso tra quelli di previsto avvio nel DPP 2023-2025 di prossima emanazione”, ovvero nel prossimo Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa per il triennio. Le risorse previste dalla Difesa sono pari a 4 miliardi di euro a partire dal 2024 a fronte di un’esigenza complessiva stimata di circa 8 miliardi di euro. Quindi il programma, inserito tra le iniziative di previsto avvio, sarà sottoposto al vaglio parlamentare.

Il Leopard 2A8 è prodotto dalla tedesca Kmw (Krauss-Maffei Wegmann). L’azienda ha sviluppato il Leopard 2 con Rheinmetall, che produce il cannone, le munizioni, il sistema di controllo del fuoco e quello di guida.

Allo stesso tempo, la rappresentante del Dicastero retto da Crosetto ha confermato che proseguirà “l’ammodernamento dei carri Ariete” gestito dal CIO, il Consorzio Iveco Defence Vehicles – Oto Melara (Leonardo).

“Le dimensioni dell’appalto che sarà assegnato a Krauss Maffei Wegman pongono problemi di politica industriale: saranno prodotti in Italia dalla Oto Melara (oggi Leonardo), come i loro predecessori Leopard 1 negli anni Sessanta? Oppure si chiederà a Berlino di “compensare” l’investimento con uno shopping di apparati Made in Italy?”, si è interrogata La Repubblica.

Ecco cosa sostengono al riguardo gli esperti del settore.

LE ROTTA TRACCIATA DALLA DIFESA ITALIANA

Con l’imperversare della guerra in Ucraina che ha mostrato la necessità del potenziamento delle forze terrestri, “la Difesa ha deciso di adottare una specifica strategia di sviluppo capacitivo idonea a contemperare il giusto bilanciamento tra esigenze capacitive, tempistiche di soddisfacimento e sinergie internazionali a sostegno del Sistema Paese” ha spiegato Rauti.

Questa soluzione prevede: “nel breve termine, l’acquisizione di piattaforme di nuova generazione, già disponibili in commercio, per dotare i reggimenti carri dell’Esercito di una reale ed efficace capacità di combattimento; il complementare rinnovamento delle piattaforme in uso, ossia l’ammodernamento dei carri Ariete; nel lungo termine, l’avvio dei programmi di collaborazione per lo sviluppo di un Main Battle Tank (MBT) europeo di futura generazione”, ha aggiunto il sottosegretario Rauti.

Per il governo rimane prioritaria infatti la partecipazione al programma franco-tedesco Main Ground Combat System (Mgcs), il carro armato europeo di prossima generazione.

“Nell’ottica della cooperazione internazionale, l’acquisizione di carri Leopard di nuova generazione creerà condizioni vantaggiose per l’espansione della partnership al programma di sviluppo del futuro MBT europeo, ossia la terza linea d’azione già citata. Infatti, una cooperazione più profonda con la controparte tedesca potrà facilitare l’inserimento nel progetto franco-tedesco Main Ground Combat System – MGCS, il quale si prevede non entrerà in linea prima del 2040”, ha sottolineato Rauti.

ACQUISTO DEI LEOPARD 2 TRAMPOLINO PER L’ITALIA NEL PROGRAMMA MGCS

“La cooperazione con Kmw è essenziale per poter essere partner del programma Mgcs” sostiene a Startmag Aurelio Giansiracusa, analista militare, animatore di Ares-Osservatorio Difesa.

“Anche perché dobbiamo recuperare anni di gap tecnologico nel settore cingolati (non in quello dei ruotati); siamo fermi agli Ariete C1 e ai Dardo costruiti nella seconda metà degli anni Novanta ma fermi come progettazione e sviluppo agli anni Ottanta; insomma, dobbiamo rientrare in un settore non più presidiato da almeno due decenni”, ha aggiunto l’esperto.

PROBABILE PRODUZIONE ITALIANA

Per quanto riguarda la possibilità di una linea di produzione in Italia della commessa tedesca, “credo (non ho la palla di vetro) che con buona approssimazione ci sarà una partecipazione industriale italiana al progetto anche perché i numeri sono favorevoli tra carri armati e varianti speciali; l’ultimo precedente riguarda il PzH 2000, il semovente di artiglieria pesante che, all’epoca, fu acquistato in 70 esemplari di cui i primi due acquistati in Germania e 68 esemplari costruiti su licenza”, ha osservato Giansiracusa.

CORNICE G2G TRA ROMA E BERLINO

Dopodiché, “resta da capire quale potrebbe essere il contorno di questa operazione. Si parla di un G2G tra Roma e Berlino: sarebbe ottimo, ma si faccia per davvero e pure in fretta, visto l’interesse in gioco”, scriveva già un mese fa Pietro Batacchi, direttore di Rid.

“E poi c’è la questione della compensazione: la produzione su licenza del carro in Italia certo non basta. Occorre di più. Alla controparte potrebbe far comodo il SAMP/T NG, e pure l’AW-249, nonostante la scelta di andare sull’H-145M che, ricordiamolo, non è un elicottero da combattimento”, aggiungeva Batacchi. Di recente Berlino ha deciso di radiare gradualmente entro il 2038 gli elicotteri d’attacco Tiger di Airbus Helicopters, in servizio nelle sue Forze armate (Bundeswehr) dal 2003, e di abbandonare il progetto Tiger Mark III per il loro ammodernamento, avviato con Francia e Spagna. Allo stesso tempo il ministero della Difesa tedesco prevede di acquistare elicotteri militari leggeri H145M, prodotti sempre da Airbus Helicopters.

IL PROGRAMMA AICS

Infine, “è del tutto evidente che nell’ambito di un accordo intergovernativo tra Roma e Berlino anche la questione Aics potrebbe finire sul tavolo”, ha spiegato a Startmag Giansiracusa.

Il programma Aics (Armored infantry combat system) italiano prevede l’acquisto di 679 veicoli corazzati cingolati con i quali sostituire gli oramai obsoleti IFV Dardo ed M113. Nell’ultimo Dpp della Difesa 2022-2024, il governo aveva messo a budget 3,7 miliardi di euro fino al 2036, una tranche rispetto al fabbisogno complessivo all’epoca stimato in 6 miliardi.

Secondo l’esperto di Ares Difesa, “la questione della cooperazione con la Germania potrebbe allargarsi anche al programma Aics per il nuovo veicolo da combattimento della fanteria”.

“Resta da capire se con KMW che in quel caso può offrire il Puma e/o il Boxer su scafo cingolato o con Rheinmetall che offre il Lynx KF41. Allo stato attuale sembra aver perso quota la ventilata possibilità di adottare lo svedese/britannico CV90 italianizzato (che si dice potesse essere frutto di un accordo tra BAE Systems ed IDV che producono insieme l’ACV per USMC e Marina Militare)”, ha concluso l’esperto Aurelio Giansiracusa.

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