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Come procederà il caccia di sesta generazione Gcap

A Farnborough il ministro della Difesa Crosetto ha rassicurato: “Il progetto Gcap è cruciale per la sicurezza nazionale. Nessun disimpegno dal Regno Unito”. Fatti e approfondimenti

Pronto a decollare il sistema di combattimento aereo di prossima generazione Global Combat Air Programme (Gcap), programma trilaterale di Regno Unito, Italia e Giappone.

In occasione del Farnborough International Air Show, in apertura ieri a Londra, i tre paesi partner hanno presentato un nuovo modello concettuale del caccia di nuova generazione. “Insieme per la prima volta alla fiera di Farnborough, i tre partner governativi del Gcap e i partner industriali strategici Bae Systems (Regno Unito), Leonardo (Italia) e Mitsubishi Heavy Industries (Giappone)” hanno svelato un nuovo concetto di futuro aereo da combattimento co.

Il notevole progresso industriale per far progredire il design dell’aereo contrasta però con l’incertezza politica che incombe sullo sforzo trilaterale negli ultimi giorni. Il neo primo ministro britannico Sir Keir Starmer ha elogiato infatti il programma trilaterale per costruire un jet da combattimento di sesta generazione come “importante” e che sta facendo “progressi significativi”, ma non è arrivato a confermare che la partecipazione della Gran Bretagna continuerà.

È atteso questa settimana l’incontro tra il nuovo ministro della difesa britannico e con gli omologhi di Italia e Giappone, nel frattempo rassicurazioni sulla tenuta del programma sono arrivate sia dal ministro italiano Guido Crosetto sia dai rappresentati industriali.

Tutti i dettagli.

LE PAROLE DEL NEO PREMIER INGLESE STARMER

Intervenuto al Farnborough International Airshow, ieri il primo ministro del Regno Unito ha dichiarato che il Global Combat Air Programme, su cui il Regno Unito sta collaborando con Italia e Giappone, ha offerto “vantaggi significativi qui in questo paese”.  Starmer ha aggiunto che: “È un programma importante e so che le persone in sala vorranno sentirmelo dire. È un programma su cui stiamo facendo progressi significativi, secondo me”.

Tuttavia, Starmer ha anche osservato che “c’è, ovviamente, una revisione in corso” nella difesa del Regno Unito e ha rifiutato di eliminare i suggerimenti, derivanti da un rapporto dei media della scorsa settimana, secondo cui il programma jet potrebbe essere eliminato per motivi di costo.

Il governo del Regno Unito ha impegnato poco più di 2 miliardi di sterline solo per il programma Tempest originale, ma dovrà investire molto di più per renderlo realtà.

LE RASSICURAZIONI DI CROSETTO SUL GCAP

Secondo il ministro della Difesa italiano, “non ci sono segnali di disimpegno del Regno Unito sul programma Gcap” e sono state “male interpretate” le parole del premier britannico Keir Starmer. Lo ha affermato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso di un evento ospitato dall’ambasciata italiana nel Regno Unito. Quella del Gcap “è un’alleanza che non ha solo uno scopo industriale, tecnologico o di lavoro, ma ha un compito ancora superiore, che è quello di migliorare e aumentare la nostra sicurezza e quella delle nostre nazioni”, ha detto Crosetto, ripreso da Agenzia Nova.

Si tratta, secondo Crosetto, di un “programma fondamentale” non solo per la difesa e l’industria della difesa “ma anche per la crescita tecnologica dal punto di vista duale”, perché “parliamo di un aereo di sesta generazione” che “conterà tecnologie che avranno un’applicazione per l’80% civile”. “Non penso che cambi per nulla l’atteggiamento del governo britannico”, perché si tratta di una questione di sicurezza nazionale, ha spiegato Crosetto. “Il mondo è quello che c’era prima delle elezioni nel Regno Unito”, e l’Europa “ha davanti sfide complesse”, così “come la Nato”, a fronte di un potenziale cambio di scenario.

LA POSIZIONE DI BAE SYSTEMS

Anche Charles Woodburn, ceo di Bae Systems, ha dichiarato a Sky News che, sebbene il programma per costruire il jet da combattimento di sesta generazione pianificato per il Regno Unito sia costoso, sarà fondamentale per i futuri requisiti di difesa del paese e per creare decine di migliaia di posti di lavoro qualificati.

“Sappiamo che programmi come Gcap sono costosi, motivo per cui è così importante collaborare con alleati che la pensano come Giappone e Italia, perché lì si è in grado di condividere i costi e le capacità tra più alleati che la pensano come loro” ha sottolineano il top manager di Bae.

I PROSSIMI PASSI

Sempre ieri Herman Claesen, amministratore delegato di Bae Systems per Gcap, ha affermato alla stampa che i partner stavano lavorando per il lancio della fase di progettazione e sviluppo del progetto il prossimo anno.

Come ha ricordato il Sole 24 Ore, “La struttura societaria dell’agenzia governativa come dell’organizzazione industriale sarà paritetica: ogni Paese e ogni partner strategico avrà il 33% delle quote, ha confermato Guglielmo Maviglia, direttore del Gcap per Leonardo. Le due organizzazioni non sono ancora costituite. Per quella governativa deve prima essere ratificato dal Parlamento il trattato internazionale firmato in dicembre, ieri pomeriggio al Consiglio dei ministri a Roma è stato presentato il disegno di legge di ratifica.”

APERTURA A NUOVI PARTNER?

Infine, sempre al salone Farnborough, Roberto Cingolani, ad di Leonardo, ha commentato al Financial Times che aveva senso per il governo britannico aspettare fino alla fine della sua revisione prima di impegnarsi nel programma Gcap.  “Credo che l’idea di base sia che, correttamente, il governo del Regno Unito voglia vedere l’esito della revisione della spesa e, a seconda di ciò, decidere cosa fare dopo”, ha detto Cingolani al Financial Times.

Se il Regno Unito decidesse di ridurre i finanziamenti, ciò “molto probabilmente cambierebbe l’equilibrio all’interno del consorzio” e potrebbe fare spazio ad “altri partner”, ha osservato il numero uno di Leonardo, aggiungendo però di “non essere preoccupato”.

Già dall’anno scorso l’Arabia Saudita ha espresso un forte interesse a diventare un quarto partner nazionale nel Gcap (Global Combat Air prorgramme), ma non è emerso nulla di concreto da quando il Regno Unito ha indicato a settembre che non è in gioco alcuna “linea temporale definitiva” per accogliere potenzialmente Riyadh.

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