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Le auto elettriche cinesi sono una minaccia per l’Europa. Report Allianz

Secondo Allianz, il "rischio numero uno" per le case europee impegnate nello sviluppo di auto elettriche è la Cina. Tutti i dettagli.

Il passaggio alla mobilità elettrica rappresenta senz’altro una svolta per l’industria automobilistica globale, inclusa ovviamente quella europea, dove hanno sede aziende importanti come Stellantis, Volkswagen, Mercedes-Benz e Renault. Nel 2022 le vendite di veicoli a nuove energie (termine che racchiude le auto elettriche pure, le ibride plug-in e quelle a idrogeno) in Europa hanno raggiunto i 4,4 milioni di unità, una quota record e pari al 47 per cento del totale delle immatricolazioni. I modelli più popolari sono quelli elettrici a batteria (BEV, in gergo), le cui vendite sono cresciute del 28 per cento, pari al 12 per cento delle immatricolazioni.

In un rapporto dedicato al settore europeo dell’automotive, la società assicurativa Allianz scrive che, con l’avvicinarsi del divieto di vendita di nuove auto con motore a combustione interna, l’industria del Vecchio continente “è in procinto di subire un cambiamento completo, dovendo affrontare la trasformazione della propria base di fornitori, le mutate esigenze dei clienti, la concorrenza di nuovi operatori e la realtà di una società meno incentrata sull’automobile”.

IL RISCHIO NUMERO UNO: LA CINA

“Ma il rischio numero uno” per le case automobilistiche europee, prosegue Allianz, “è la Cina”. Il paese infatti ha iniziato a investire nell’elettrificazione della mobilità e nella creazione di un ecosistema di supporto già una quindicina d’anni fa, e oggi ne raccoglie i frutti: nel 2022 le vendite di veicoli elettrici in Cina sono state il doppio di quelle in Europa e negli Stati Uniti messe insieme. Inoltre, il paese possiede un vantaggio competitivo “in quasi tutti gli aspetti della catena del valore delle BEV”, come l’estrazione e la raffinazione dei metalli di base, la produzione di batterie e di magneti in terre rare.

LE AUTO ELETTRICHE CINESI SOSTITUIRANNO QUELLE EUROPEE, DICE ALLIANZ

Le case automobilistiche nazionali rappresentano oltre l’80 per cento delle vendite di veicoli elettrici in Cina. E nel 2022, tre dei modelli di auto elettrica più venduti in Europa erano di importazione cinese. “Quando i BEV arriveranno a rappresentare tutte le vendite di auto nuove in Europa”, scrive Allianz, “le auto prodotte in Europa saranno probabilmente sostituite da quelle prodotte in Cina, indipendentemente dal fatto che siano state fabbricate da un’azienda cinese, americana o europea”.

IL DANNO ECONOMICO PER L’EUROPA

Le case automobilistiche europee potrebbero perdere un totale di 7 miliardi di euro in utili netti annuali entro il 2030. Se nello stesso anno i produttori cinesi saranno riusciti a portare le loro market shares in Cina al 75 per cento, le vendite nel paese delle società europee subiranno una diminuzione del 39 per cento. E, ancora, se nel 2030 le importazioni europee di auto cinesi raggiungeranno gli 1,5 milioni di unità, l’impatto economico sull’industria automobilistica del continente ammonterà a 24,2 miliardi di euro, lo 0,15 per cento del PIL dell’Unione nel 2022.

L’impatto sarà ancora più forte nei paesi maggiormente dipendenti da questa industria, come la Germania, la Slovacchia e la Repubblica ceca: in questi casi, le perdite potrebbero ammontare allo 0,3-0,4 per cento del PIL.

COSA PUÒ FARE L’EUROPA

Considerata l’importanza economica e occupazionale dell’industria automobilistica per l’Unione europea, Allianz pensa che i decisori politici dovrebbero negoziare con la Cina e con gli Stati Uniti (che stanno sussidiando generosamente la produzione locale) per ottenere condizioni commerciali migliori.

Allianz sostiene poi che le autorità europee dovrebbero consentire gli investimenti cinesi nell’assemblaggio di veicoli nel Vecchio continente per generare più valore aggiunto. Parallelamente, “l’aumento dell’autosufficienza nelle materie prime critiche per la produzione di batterie e gli investimenti nelle tecnologie di batterie di prossima generazione [come le batterie al sodio, ndr] aiuteranno ulteriormente il settore automobilistico europeo a prepararsi alle sfide di domani”.

– Leggi anche: Si può fare a meno della Cina per le batterie delle auto elettriche?

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