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Byd

Byd fregherà tutti con la prima auto elettrica a basso costo?

Il costruttore noto come "la Tesla cinese" ha lasciato tutti di stucco presentando la prima vera auto elettrica a basso costo: nemmeno 12mila euro. Byd, che ha iniziato a esportare le vetture in Europa con un super cargo attraccato in Germania, prepara la sua offensiva

L’auto elettrica a basso costo è un po’ la chimera dell’attuale generazione di costruttori d’auto. Tutti la vogliono (per realizzarla Volkswagen si è spinta fino in India) ma finora nessuno era riuscita a realizzarla. Tanto meno in Occidente. Persino Tesla, dopo aver snobbato l’idea per anni, a seguito della frenata della domanda ha dovuto ammettere di essere al lavoro per realizzarla. Nel frattempo, però, il suo principale rivale, la cinese Byd (che lo scorso anno ha sorpassato la casa di Austin in quantità di vetture alla spina prodotte), sembra aver trovato la formula alchemica per l’auto elettrica a basso costo.

LA PRIMA VERA AUTO ELETTRICA A BASSO COSTO

Il produttore cinese sostenuto da investitori del calibro della Berkshire Hathaway, holding di Warren Buffett, ha dichiarato che la versione aggiornata della sua utilitaria e2 EV avrà un prezzo di soli 89.800 yuan. Che in valute a noi più congeniali significa 12.485 dollari e circa un migliaio di euro in meno se si utilizza la divisa nazionale.

GUANTO DI SFIDA A TESLA

Byd sembra insomma riuscita nella ragguardevole impresa di abbassare ulteriormente i prezzi per sfornare una nuova auto elettrica a basso costo con un prezzo di listino inferiore del 12,6% rispetto al prezzo precedente di 102.800 yuan, pari a 14.303 dollari.

Chiara, se non sfacciata, l’intenzione di rispondere per le rime a Tesla, che aveva scatenato la ben nota “guerra dei prezzi” che ha contribuito a scombussolare il mercato dell’auto elettrica.

NON CHIAMATELE CINESERIE

Nonostante questo, Byd non intende passare come il marchio delle cineserie e si prepara allo sbarco in Occidente forte di vetture premium. Si spiega così il senso di affiancare a un’auto da 12mila dollari una, ovvero la Yangwang U9, da 215.000 euro. Una somma tutto sommato contenuta, se si tengono in filigrana le specifiche: quattro motori indipendenti, uno per ruota, per scatenare 1.300 CV, mentre la coppia è di 1.680 Nm.

La Casa cinese parla in merito di una velocità massima pari a 309.19 km/h, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 2,36 secondi e la distanza dei 400 metri coperta in 9,78 secondi. Rispetto a molte altre supercar si concentrerà pure sugli interni, tutt’altro che scarni e spartani, prevedendo pelle un po’ ovunque, impianto stereo Dynaudio Evidence, un mega schermo centrale con tanto di obiettivo per fare video social e una postazione di ricarica per lo smartphone.

L’INVASIONE HA INIZIO

E se la U9 al momento resta in Cina, molte altre vetture del marchio stanno per arrivare sulle nostre strade. Avevamo parlato di Byd non solo perché è tra i costruttori esteri corteggiati dall’esecutivo italiano per la realizzazione di uno o più impianti nel nostro Paese, ma anche e soprattutto in quanto sta preparando una invasione del nostro mercato su larga scala, attraverso navi cargo immense. Il Byd Explorer No. 1 è lungo circa 200 metri e dotato di una capacità di carico fino a 7 mila mezzi.

Rispetto all’articolo linkato occorre dire che a fine febbraio il primo cargo è già giunto a destinazione facendo scalo prima a Vlissingen, nei Paesi Bassi, quindi attraccando nel porto tedesco di Bremerhaven e più precisamente al terminal automobilistico gestito dalla Blg Logistics, uno dei più grandi al mondo con oltre 1,7 milioni di veicoli in transito ogni anno. In “pancia” del gigante dei mari oltre 3mila auto elettriche “made in China”. Ma, com’è detto, quel cargo ne può trasportare più del doppio. L’invasione insomma è soltanto iniziata.

LA STRATEGIA DI BYD PER COLONIZZARE IL VECCHIO CONTINENTE

Il Byd Explorer No. 1, come lascia intendere il nome, sarà solo il primo di una lunga serie di mercantili che faranno spola tra l’Asia e l’Europa. La rivale Saic, per esempio, ha detto che intende servirsi di una flotta di 13 navi per il suo presidio dei mercati occidentali.

I NUMERI CHE DOVREBBERO INQUIETARE L’UE

La Cina del resto è il campione indiscusso quando si parla di Nev, ovvero di veicoli a nuova energia. L’anno scorso ne ha esportati 1,2 milioni di esemplari, il 77,6% in più rispetto al 2021, con le elettriche pure in salita dell’80,9% e le ricaricabili in aumento del 47,8%.

L’AVANZATA DI BYD

Byd da parte sua ha concluso il 2023 dimostrando di essere il primo costruttore al mondo per volumi di auto elettriche, operando un sorpasso dal sapore storico sull’americana Tesla (che però produce soprattutto a Shanghai). Per la verità il produttore di automobili di Shenzhen aveva già sorpassato il colosso di Elon Musk nel corso degli ultimi ventiquattro mesi ma con i dati del quarto trimestre ’23 è stato confermato il distacco agevolato dal fatto che il marchio texano si sia fermato a 484.000 auto contro le 526.000 di Byd.

La società cinese, inoltre, ha annunciato il 22 dicembre che realizzerà uno stabilimento di assemblaggio automobilistico in Ungheria. Non sono noti al momento né le dimensioni dell’impianto, né l’entità dell’investimento di BYD e nemmeno i tempi di costruzione. Le stime riportate dal New York Times parlano di due-tre anni di lavori e un volume di produzione di 200.000 auto all’anno una volta che entrerà a regime.

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