Caso Ferrero-salmonella, ecco le tutte le novità.
L’allarme per i casi di salmonella è stato lanciato lo scorso 6 aprile dalla Food Standards Agency dopo che nel Regno Unito sono stati identificati 63 pazienti, per lo più sotto ai 6 anni, colpiti dall’intossicazione. La preoccupazione e i casi si sono poi diffusi anche in altri Paesi europei.
I responsabili sarebbero alcuni prodotti Ferrero preparati nella fabbrica di Arlon in Belgio, ora chiusa su invito delle autorità sanitarie.
COSA HA DETTO FERRERO
“Ferrero – si legge nel comunicato dell’azienda – riconosce che ci siano state inefficienze interne che hanno creato ritardi nei richiami e nella condivisione delle informazioni. Questo ha impattato sulla rapidità ed efficacia delle indagini”.
L’azienda ha fatto sapere che ritirare precauzionalmente i prodotti è “l’unica e corretta decisione da prendere al fine di garantire il massimo livello di sicurezza alimentare ed eliminare rischi ulteriori”.
Ferrero si è inoltre detta “profondamente rammaricata per quanto accaduto e intende scusarsi sinceramente con tutti i propri consumatori e partner commerciali e ringraziare le autorità per la sicurezza alimentare per le preziose raccomandazioni ricevute”.
“La sicurezza alimentare, la qualità e l’attenzione verso i consumatori restano da sempre al centro dei valori Ferrero. Questo evento – conclude la nota – tocca il cuore dei principi nei quali crediamo e metteremo in essere ogni azione necessaria al fine di preservare la piena fiducia dei nostri consumatori”.
LO STABILIMENTO DI ARLON
Lo stabilimento, secondo quanto riferito dall’azienda, “riaprirà una volta che verrà certificato dalle autorità”.
Tuttavia, chiarisce Ferrero, “solo i prodotti Kinder realizzati ad Arlon, in Belgio, sono interessati da questo richiamo. Sono in corso le attività di assistenza ai consumatori relative a questo richiamo”.
I PRODOTTI SOTTO INCHIESTA
I prodotti Ferrero indagati per i casi di salmonella sono: gli ovetti e le uova Kinder Sorpresa da 20 e da 100 grammi con data di scadenza tra la fine di giugno 2022 e la fine di ottobre 2022; Kinder Schoko-Bons e Kinder Mini Eggs con date di scadenza tra la fine di aprile e la fine di agosto 2022; e i mix come Kinder Happy Moments con date di scadenza a fine agosto 2022.
QUALI SONO I PRODOTTI RITIRATI IN ITALIA
Attualmente in Italia sembrano non esserci casi di salmonella collegati a quelli europei ma l’azienda ha comunque deciso con effetto immediato “di estendere il richiamo in Italia alle referenze Kinder Sorpresa T6 Pulcini; Kinder Sorpresa Maxi 100g Puffi e Miraculous; e Kinder Schoko-Bons prodotti ad Arlon”.
LE UOVA DI PASQUA
Preoccupata per la Pasqua alle porte, Ferrero ha inoltre sottolineato che le uova Kinder GranSorpresa in vendita sul mercato italiano, “in tutti i formati e caratterizzazioni, non sono coinvolte dal richiamo, perché prodotte in Italia ad Alba (CN)”.
L’INTERVENTO DEL MINISTERO DELLA SALUTE
Il ministero della Salute italiano, tra il 6 e il 9 aprile, ha diramato cinque comunicazioni di allerta sui prodotti Ferrero e nella pagina dedicata alla sicurezza alimentare ha diffuso i numeri dei lotti coinvolti e il motivo del richiamo, appunto “rischio di contaminazione da salmonella”.
Si invitano i consumatori, qualora fossero in possesso di prodotti Ferrero, a controllare il numero di lotto e la scadenza. In caso si trattasse dei prodotti indicati sarà possibile restituirli al punto vendita per il rimborso oppure si potrà contattare il numero verde Ferrero 800909690 o inviare un’email.
I CASI IN EUROPA
Una settimana fa i casi di salmonella individuati erano 125, adesso secondo diverse fonti sarebbero 134 tra Francia, Germania, Olanda, Belgio, Irlanda, Svezia e Regno Unito.
Si ritiene che siano tutti collegati non solo perché si tratta dello stesso ceppo di salmonella, ma anche perché tutte le persone coinvolte avevano consumato uno dei prodotti Ferrero nei giorni precedenti l’inizio dei sintomi di intossicazione.
COSA HA DETTO L’EFSA
Anche l’Autorità per la sicurezza alimentare europea (Efsa) ha infatti osservato che “il focolaio è caratterizzato da una percentuale insolitamente alta di bambini di età inferiore ai 10 anni ricoverati in ospedale, alcuni con gravi sintomi clinici come dissenteria mista a sangue. Sulla base di interviste ai pazienti e studi epidemiologici analitici iniziali, sono stati individuati quale probabile via di infezione alcuni prodotti a base di cioccolato”.
“I casi – prosegue il comunicato – sono stati individuati mediante tecniche avanzate di tipizzazione molecolare. Poiché questa metodica di test non viene eseguita di routine in tutti i Paesi, è possibile che alcuni episodi non siano stati individuati”.