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fentanyl italia

Quali novità ci sono sulla lotta al fentanyl in Italia?

A due mesi dalla presentazione del Piano nazionale per la prevenzione contro l'uso improprio del fentanyl e di altri oppioidi sintetici il governo ha fatto il punto su cosa sta emergendo nel nostro Paese. Tutti i dettagli

 

Confermata l’assenza di una situazione allarmante in Italia riguardo alla circolazione illegale di fentanyl. Ma confermata anche l’importanza di aver deciso un piano preventivo che ne contrasti l’arrivo. Dei segnali che la criminalità organizzata guardi con interesse a questa sostanza letale infatti si percepiscono. Dal deep e dark web a cui il monitoraggio in Italia presta particolare attenzione alla cooperazione con altri Paesi, Stati Uniti in primis, il governo ha messo in campo varie strategie di contrasto.

È quanto emerso dalla conferenza stampa a Palazzo Chigi che si è tenuta questa mattina, in cui sono intervenuti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

LA COLLABORAZIONE DELL’ITALIA CON GLI ALTRI PAESI

Proprio Tajani è intervenuto per primo per dare conto delle attività che l’Italia sta svolgendo in cooperazione con gli altri Paesi per prevenire la diffusione di fentanyl per uso illegale sul territorio nazionale. Partner strategico e indispensabile gli Stati Uniti, che già si trovano ad affrontare una situazione fuori controllo.

Ma il vertice dei ministri degli Esteri del G7 che si è tenuto lo scorso aprile a Capri, è stata l’occasione per ribadire anche con le altre grandi economie l’importanza di collaborare nel contrasto alla produzione e distribuzione delle sostanze stupefacenti. Tajani ha inoltre ricordato che il tema verrà affrontato anche nell’incontro che avrà a fine mese con i Paesi dell’Asia centrale.

Infine, il ministro ha rivolto un pensiero particolare ai 6 milioni di italiani che vivono all’estero, i quali devono essere altrettanto sensibilizzati sulla questione.

LA VENDITA SU DEEP E DARK WEB

Per quanto riguarda invece il monitoraggio in Italia, il sottosegretario Mantovano ha evidenziato come attivare preventivamente i controlli sia stato fondamentale. Sebbene, infatti, il contesto nazionale sia molto lontano da quello degli Stati Uniti – dove nel 2022 si sono registrati 73.000 decessi da oppioidi, di cui la maggior parte causati da fentanyl, contro i 137 del 2021 nell’Unione europea -, nel nostro Paese si sta riscontrando un aumento dell’uso di droghe sintetiche tra le fasce più giovani della popolazione.

Come spiegato da Mantovano, questo si imputa, tra l’altro, alla facilità con cui è possibile acquistarle online. Nel caso specifico del fentanyl, le autorità stanno infatti tenendo sotto controllo soprattutto il dark e deep web, difficili da setacciare completamente ma è lì che in linea di massima avviene la vendita illegale. Il sottosegretario ha detto che si tratta in particolare di siti cinesi che recapitano la sostanza a mezzo posta e ricevono il pagamento tramite criptovalute. Un sistema che rende molto complesse le indagini, anche perché spesso il fentanyl viene chiamato con altri nomi. Uno noto è “China white”.

URGE PRODURRE IL NALOXONE

Un altro dei temi toccati è stata la produzione di naloxone, l’antidoto per le persone in overdose da fentanyl. Mantovano ha dichiarato che sono in corso le interlocuzioni con un produttore straniero per ottenerlo il prima possibile e renderlo disponibile non solo agli operatori sanitari ma anche alle forze dell’ordine sia per proteggere loro stessi in caso di inalazione di fentanyl che per somministrarlo in caso di necessità, dato che si tratta di uno spray e non richiede per forza l’intervento di un medico.

L’Italia al momento non lo produce e non si conoscono i tempi della sua consegna.

COSA FARE IN ASSENZA DI NALOXONE

Tuttavia, il naloxone, in forma di soluzione iniettabile e per via nasale, risulta inutile se l’oppioide è stato assunto in combinazione con altre sostanze, come osservato in una ricerca condotta dall’Università della California e pubblicata sulla rivista Addiction. Anche Carlo Locatelli, esperto e referente nazionale per la Difesa civile e per il ministero della Salute per la scorta nazionale antidoti e per le emergenze da atti di terrorismo, ha spiegato a Start durante la conferenza stampa che si tratta di “un antidoto, un antagonista solo degli oppioidi, quindi non può funzionare su sostanze che appartengono ad altre famiglie e che possono essere prese insieme ai fentanili o ad altri oppioidi”.

Locatelli ha però specificato che “fortunatamente il naloxone risolve quella parte dell’intossicazione acuta che è l’insufficienza respiratoria, quindi, anche in una intossicazione mista in cui c’è un fentanile o un oppioide e la chetamina, la cocaina o un’altra sostanza, per lo meno col naloxone si risolve l’insufficienza respiratoria che è la causa di morte più immediata che si ha. Poi il resto si tratterà sintomaticamente come va fatto con le altre molecole”.

Il medico ha infine aggiunto che in caso di mancanza del farmaco, “ci sono tanti modi per trattare un’insufficienza respiratoria”. Per esempio, “se anche non avessi il naloxone posso usare un pallone di ambu e con una mascherina ventilare la persona finché non arriva il naloxone o il soccorso medico”.

FENTANYL E XILAZINA PROVOCANO PIAGHE?

Start ha poi chiesto a Locatelli maggiori chiarimenti sugli effetti cutanei provocati da fentanyl e altre droghe sintetiche ancora più potenti come la xilazina (spesso definita “droga degli zombie” per i suoi devastanti segni visibili sul corpo).

“I fentanili – ha chiarito l’esperto – non danno lesioni cutanee, li usiamo tutti i giorni in sala operatoria, in terapia del dolore, […] sono farmaci essenziali dal punto di vista di trattamenti che i medici devono fare e non danno piaghe”. Ma anche “la xilazina non dà queste cose”, ha sottolineato Locatelli.

Tuttavia, sul sito dell’Istituto superiore di sanità (Iss) si legge che “La xilazina produce delle ulcere cutanee negli arti superiori ed inferiori, soprattutto dove avviene l’iniezione delle preparazioni di strada da eroina. Queste ulcerazioni profonde rendono i consumatori zombie: da qui il nome utilizzato per definire questa droga”.

Fonte: Iss

In merito, invece, ai casi del parco di Rogoredo e di altre testimonianze di giovani che presentano effetti provocati da droghe non sempre chiaramente identificate, Locatelli ha spiegato che si tratta di “persone che utilizzano sostanze d’abuso che si iniettano anche negli arti, con sostanze da taglio che possono esser lesive e con infezioni locali molto importanti”.

UNA CONFERENZA NAZIONALE (REGOLARE) SULLE DIPENDENZE

Infine, il sottosegretario Mantovano ha anticipato che una Conferenza nazionale sulle dipendenze è in cantiere per il prossimo anno. L’evento non è una novità ma il governo vuole renderlo un appuntamento annuale e continuo nel tempo. L’ultima infatti si è tenuta nel 2021 ma da remoto a causa della circolazione del Covid-19 e quella prima risaliva all’ultimo governo Berlusconi.

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