È una di quelle sostanze (erroneamente) chiamate “droga degli zombie” perché “trasforma gli assuntori in morti che camminano”. A dirlo è stato questa mattina il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, presentando in conferenza stampa a Palazzo Chigi il Piano nazionale per la prevenzione contro l’uso improprio del fentanyl e di altri oppioidi sintetici.
In Italia, ha voluto sottolineare Mantovano, non è attualmente in corso un’emergenza ma poiché il nostro è un mondo interconnesso non possiamo ignorare quanto sta accadendo negli Stati Uniti, dove negli ultimi due anni è stato responsabile di più di due terzi dei 100mila decessi per overdose nel Paese.
Prevenzione è, dunque, la parola d’ordine del piano italiano che, ad eccezione di qualcosa di simile varato in Svezia, è il primo a livello europeo.
IL FENTANYL PER USO SANITARIO
Il fentanyl è diventato tristemente famoso per i decessi da overdose causati da questo potente oppioide, assunto da solo o in combinazione con altre sostanze stupefacenti, ma come ha ricordato in conferenza stampa la presidente del Gruppo tossicologi forensi italiani, Sabina Strano Rossi, si tratta di un importante farmaco autorizzato e utilizzato per la sedazione in anestesiologia, per curare pazienti con dolore cronico che non rispondono ad altre terapie e nei pazienti oncologici.
In Italia, come dichiarato a Start dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, “gran parte del fentanyl che viene utilizzato è prodotto da precursori che provengono dalla Cina, come per molti altri medicinali”.
IL RISCHIO DI DEEP E DARK WEB E L’OMBRA DELLA ‘NDRANGHETA
Per quanto riguarda invece il fentanyl illegale, il piano ambisce a combattere l’uso improprio che ne viene fatto per scopi diversi da quelli terapeutici, così come i canali attraverso cui può arrivare nella mani sbagliate.
Oltre infatti alla richiesta del governo a farmacie, ospedali e depositi farmaceutici di vigilare su possibili furti di fentanyl, Mantovano ha ricordato che non si tratta di una battaglia facile perché ci si scontra anche con il deep e il darkweb, dove i pagamenti avvengono in bitcoin.
Sebbene per il momento in Europa i decessi connessi a questa sostanza si riconducono per la maggior parte a fentanyl sottratto dai canali leciti di distribuzione piuttosto che a quelli di produzione illecita, la “nostra intelligence segnala un interessamento della ‘ndrangheta” che, come ha dichiarato il sottosegretario, “sta testando il mercato per verificare la convenienza del suo inserimento sul mercato”.
COSA STA SUCCEDENDO IN ITALIA
Mantovano ha poi evidenziato lo sforzo investigativo che questa potenziale emergenza richiede. Durante la conferenza stampa è stato ricordato il caso di Piacenza, dove lo scorso novembre, l’operazione “Painkiller” della Guardia di Finanza, in collaborazione con la Dea statunitense, ha portato a 18 arresti, 7 nel nostro Paese e 11 negli Usa.
L’articolata attività investigativa, hanno spiegato le autorità, aveva fatto emergere “un proficuo traffico di droghe sintetiche sulla rotta Cina-Usa con transito dall’Italia, gestito da un cittadino di Piacenza, risultato anche al vertice di un’organizzazione transnazionale dedita alla contraffazione al riciclaggio di valuta, banconote e monete”.
Tra le 100mila dosi confezionate per singole consumazioni di sostanze sintetiche – per un valore di oltre 250mila euro – c’era anche il fentanyl, nascosto tra le pagine di alcuni libri. Il tutto sarebbe poi stato trafficato attraverso il darkweb e l’utilizzo di criptovalute (bitcoin), non rintracciabili.
Alla domanda di Start se quello di Piacenza fosse un caso isolato e se fossero stati identificati laboratori illeciti di fentanyl in Italia, Mantovano ha risposto che finora Piacenza “è un caso isolato” ma che “ci sono delle indagini in corso che riguardano contatti con fornitori in Cina”.
Tuttavia, ha aggiunto che anche dal punto di vista delle indagini si tratta di “un fenomeno circoscritto rispetto a quello che accade per esempio negli Stati Uniti”, mentre risulta “molto più intensa l’investigazione in altri Stati europei, a cominciare dal Portogallo, perché il fenomeno prende più piede lì”. Mantovano ha poi precisato che anche nel Regno Unito ci sono state segnalazione.
COSA PREVEDE IL PIANO CONTRO IL FENTANYL
Per evitare quindi che il fentanyl diventi un’emergenza come oltreoceano, il piano del governo prevede misure di prevenzione e di contrasto. “Quelle di prevenzione – ha spiegato Schillaci – si concentrano sul rafforzamento delle azioni di monitoraggio e controllo della distribuzione e somministrazione del fentanyl al fine di evitare l’utilizzo della sostanza per scopi non sanitari”.
Sarà implementata la sicurezza dei luoghi dove la sostanza è conservata e, parallelamente, saranno organizzati corsi di formazione per il personale sanitario coinvolto, finalizzati al riconoscimento delle overdosi da fentanyl in modo da poter intervenire subito con la somministrazione dell’antidoto, noto come Narcan, il cui principio attivo è il naloxone.
“Quanto alle misure di contrasto – ha concluso Schillaci -, queste si concentreranno sulla messa a punto di procedure operative volte al contenimento del fenomeno, nonché alla promozione di campagne informative per la popolazione, con particolare attenzione alle categorie a maggior rischio di consumo della sostanza. Il naloxone, per contrastare gli effetti del fentanyl, non dovrà mai mancare e dovrà essere distribuito capillarmente sul territorio, in particolare nei luoghi più sensibili”.