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Perché La Stampa di Giannini punge l’Ue per i vaccini Pfizer e Novavax

Gli accordi "segreti" stretti da Bruxelles con le case farmaceutiche, l'autorizzazione da parte dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) di vaccini già "vecchi" e il loro incomprensibile acquisto da parte dell'Ue. Gli ultimi fatti, numeri e papocchi sui vaccini anti-Covid

 

Sono in arrivo 9 milioni e 173 mila dosi di vaccini anti-Covid Pfizer e Novavax aggiornati alla variante XBB.1.5 (detta Kraken) che, oltre a non bastare per l’intera popolazione a cui il ministero della Salute suggerisce di fare il richiamo, manderanno nella spazzatura altri milioni di fiale inutilizzate. La “leggerezza”, che alla fine – secondo La Stampa diretta da Massimo Giannini (nella foto) – costerà all’Italia circa 3 miliardi, è da attribuire a Bruxelles e, in particolare, alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Inoltre, sottolinea il quotidiano torinese, resta incomprensibile come mai nell’immensa quantità di dosi recentemente acquistate dall’Ue ce ne siano 19 milioni della versione “vecchia”, delle quali si sapeva benissimo che fine avrebbero fatto.

È IN ARRIVO UN CARICO (A METÀ) DI VACCINI AGGIORNATI

Come recentemente riferito dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, tra una decina di giorni è previsto l’arrivo degli ultimi vaccini monovalenti prodotti da Pfizer e Novavax adattati alla variante XBB.1.5. Nonostante si fosse discusso se far pagare la dose ad alcune fasce della popolazione, il ministro ha garantito la gratuità a tutti coloro che vorranno sottoporsi al richiamo. Tuttavia, una recente circolare del dicastero ha indicato le categorie a cui è raccomandata, tra queste over 60, donne in gravidanza o in allattamento, operatori sanitari e socio-sanitari, persone dai 6 mesi ai 59 anni di età con elevata fragilità che rischiano di sviluppare una forma grave di Covid-19 e le persone a loro vicine.

A fine mese, dunque, per La Stampa arriveranno 9 milioni e 173 mila dosi aggiornate: 2,9 di Novavax e le restanti di Pfizer. Questa cifra coprirebbe la metà “dell’intera platea di over 60 e popolazione più giovane ma fragile”.

QUANTI VACCINI E SOLDI SPRECHEREMO

Chi vorrà ricevere il vaccino ovviamente preferirà avere l’ultima versione e questo significa, sempre secondo i dati dal quotidiano torinese, che una “ventina di milioni di vecchie fiale” finirà al macero, “portando così lo spreco dall’inizio della campagna a oggi a quota 102 milioni di dosi, per un valore vicino ai 2 miliardi, visto che gli antidoti costano in media 19 euro a somministrazione”.

Ma questo non è nemmeno il bilancio totale perché nel nostro Paese, “scaglionate negli anni, arriveranno ancora qualcosa come 61,2 milioni di dosi targate Pfizer, più 2,9 di Novavax”, il che porterà a uno spreco finale di circa 3 miliardi.

I PAPOCCHI DI BRUXELLES (E VON DER LEYEN)

La fretta e l’impreparazione dettate dall’emergenza causata dalla pandemia hanno fatto stringere a Bruxelles accordi con le case farmaceutiche discutibili e soprattutto “opachi”, tanto che pure il New York Times ha fatto causa alla Commissione Ue per non aver reso pubblici i messaggi tra von der Leyen e il Ceo di Pfizer, Albert Bourla, in cui sono stati presi accordi per l’acquisto dei vaccini.

L’affaire però è continuato anche dopo l’emergenza perché una volta che il danno era stato fatto, ovvero aver ordinato una quantità spropositata di vaccini, alcuni governi europei – Polonia prima di tutti – hanno iniziato a protestare – complici anche il peggioramento della situazione economica e l’avvento di nuove emergenze come la guerra in Ucraina.

Ma la pezza che la Commissione Ue ha provato a mettere rinegoziando i contratti con Pfizer per ridurre il numero di consegne previste non è stato risolutiva né ai fini del risparmio economico né di quello degli sprechi. Anzi, secondo il manifesto, il costo dei vaccini è ora aumentato del 400%. I segreti comunque continuano a esserci perché infatti Bruxelles non ha riferito né quanto saranno diminuite le forniture né i termini economici dell’accordo e anche “la tariffa di compensazione” concordata con Pfizer non si sa a quanto ammonti a causa del segreto commerciale.

Inoltre, l’Ue, come mostra la rinegoziazione del contratto, è legata per molti anni a venire alla casa farmaceutica statunitense perché, come afferma il manifesto, “al ritmo tenuto nel 2023, le dosi Pfizer prenotate basteranno per i prossimi decenni”.

Ciliegina sulla torta, a tutti questi pasticci, “resta difficile comprendere come mai in questa massa di dosi siano compresi i 19 milioni aggiornati su Omicron 1, acquistati dall’Ue e autorizzati dall’europea Ema appena una manciata di giorni prima che venisse accesa la luce verde a quelli aggiornati sulle nuove sottovarianti di Omicron 4 e 5”, afferma La Stampa, “come non si sapesse che quasi tutti avrebbero preteso gli venissero somministrati i ‘nuovi modelli'”.

Come, infatti, scriveva Startmag, le ravvicinatissime autorizzazioni dell’Ema ai vaccini aggiornati, prima a Omicron 1 e poco dopo a 4 e 5, avrebbero rischiato di generare un pasticciaccio sia nell’opinione pubblica che nell’attuazione della campagna vaccinale. Ora si è ufficialmente tradotto in uno spreco difficile da giustificare.

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