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Zambon

Perché accuso Ranieri Guerra. Parla Zambon (Oms)

Che cosa ha rivelato in tv Francesco Zambon, funzionario Oms, sul mancato aggiornamento del piano pandemico in Italia sul direttore aggiunto Oms, Ranieri Guerra

 

“Non si trattava di buona fede, mi chiedeva di coprire o di falsificare qualcosa”.

Così Francesco Zambon, funzionario dell’Oms che ha coordinato il gruppo dei ricercatori che hanno scritto il rapporto sulla risposta dell’Italia alla pandemia, ospite di Non è L’Arena, ha parlato di Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms e direttore generale per la Prevenzione al Ministero della Salute da 2014 al 2017, cui spettava per quegli anni l’aggiornamento del piano pandemico.

IL CONTESTO

Facciamo un passo indietro. Il Kuwait ha finanziato un rapporto sulla risposta dell’Italia alla pandemia. A redigerlo sono stati 10 ricercatori Oms del distaccamento di Venezia, guidati da Francesco Zambon. Il documento, “Una sfida senza precedenti. La prima risposta dell’Italia al Covid” mostrava un’Italia impreparata e confusa, anche a causa della mancanza di un piano pandemico aggiornato.

LE MINACCE DI RANIERI GUERRA

Il mancato aggiornamento del piano pandemico metteva sotto scacco il Ministero della Salute italiano, quello attuale e i precedenti. Ed è per questo che Ranieri Guerra, ora direttore aggiunto dell’Oms, ha fatto pressioni su Francesco Zambon perché quel rapporto venisse modificato.

Quel rapporto, però, è stato pubblicato senza alcuna modifica sostanziale e ritirato dall’Oms dopo appena 24 ore.

COSA E’ ACCADUTO PRIMA DELLA PUBBLICAZIONE

Che quel rapporto avrebbe fatto tremare i vertici del Ministero della Salute, attuali e vecchi, Ranieri Guerra incluso, poteva essere intuibile dalla mail di minacce che Guerra aveva inviato a Zambon, che inizialmente era convinto della buona fede di Guerra, ha sottolineato Zambon ieri in tv nella trasmissione condotta da Massimo Giletti.

“Quando ricevetti la mail con tono intimidatorio pensai che Guerra fosse in buona fede, e chiesi una verifica su tutti i piani pandemici dal 2006”, ha raccontato Zambon ospite di Non è L’Arena, programma di La7.

ZAMBON: NON C’ERA BUONA FEDE

“Poi – ha aggiunto Zambon – mi accorsi che non si trattava di buona fede ma di un copia e incolla. Guerra stava cercando di coprire o mi chiedeva di falsificare qualcosa in un periodo in cui lui era stato direttore per la prevenzione. Quindi io vedevo un conflitto di interesse rispetto al ruolo che occupa oggi”.

LA MAIL A TEDROS

E in nome di questo conflitto di interessi, Zambon scrive a Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms: “Nella mail dico che è stata fatta questa pubblicazione, che è vero che c’è un potenziale conflitto di interessi ma che la pubblicazione potrebbe essere utile agli altri Paesi”, racconta il funzionario a Non è L’Arena.

Nella mail, scrive Zambon, la mancata pubblicazione del piano pandemico potrebbe “esporre l’Oms a un alto rischio su più fronti che potrebbe avere conseguenze catastrofiche per l’Organizzazione (…) Poiché ho ricevuto dal Direttore Aggiunto Guerra minacce in merito ad alcuni punti sopra citati”. Inoltre Guerra è stato inviato dai vertici Oms a Roma per intrattenere le relazioni con il governo italiano, un’anomalia ha sottolineato Zambon.

IL COINVOLGIMENTO DEL COMITATO ETICO

E in seguito a queste minacce Zambon ha coinvolto il comitato etico di New York. “’Dopo le minacce che ho ricevuto da Guerra attivai gli organi interni di controllo e il comitato etico di NY”, racconta Zambon. A metà giugno Guerra è stato chiamato per “chiedere delle scuse scritte relativamente alla mail”.

IL PIANO PANDEMICO ANDAVA AGGIORNATO

Minacce a parte, Zambon ha poi chiarito una cosa: il piano pandemico andava aggiornato

“Non è vero che non c’erano state delle linee guida tali da richiedere un aggiornamento e che il piano poteva essere confermato dal 2006”, dice il funzionario Oms. “Ci sono stati degli aggiornamenti importanti nel 2009, quando cambiano le basi dei piani pandemici, cosa di non poco conto, nel 2013 e nel 2017”.

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