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Influenza aviaria, perché Trump farà piangere Moderna

Era tutto pronto poi Trump ha mandato all'aria i piani di Moderna che doveva ricevere dal governo quasi 600 milioni di dollari per sviluppare un vaccino contro l'influenza aviaria, considerata da molti esperti una potenziale minaccia anche per l'uomo. Fatti, numeri e commenti

 

Da quando è riapparsa nel 2022 a oggi, l’influenza aviaria negli Stati Uniti ha causato la morte di milioni di animali e l’infezione di 70 essere umani, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc).

Nonostante il rischio per l’uomo resti basso, gli esperti avvertono da tempo di monitorare attentamente la situazione e di intervenire per scongiurare un salto di specie che potrebbe essere fatale.

I vaccini contro l’influenza aviaria esistono – e alcuni Paesi hanno iniziato a usarli per chi lavora a stretto contatto con gli animali – ma non ce ne sono abbastanza in caso di emergenza. Gli Stati Uniti avevano in programma di finanziare Moderna per produrli con la tecnologia mRna, ma il presidente Donald Trump ha annullato un contratto con la casa farmaceutica da quasi 600 milioni di dollari.

LA DIFFUSIONE DELL’INFLUENZA AVIARIA NEGLI USA

L’ultima epidemia di influenza aviaria, arrivata negli Stati Uniti nel 2022, ha portato all’abbattimento di oltre 173 milioni di uccelli, spesso devastando gli allevamenti commerciali di pollame che, tra l’altro, hanno fatto schizzare alle stelle il prezzo delle uova, tanto che Trump si è dovuto rivolgere pure al Veneto per cercare di importarle.

L’anno scorso, la malattia si è diffusa anche tra i bovini da latte. Da allora, precisa il New York Times, ha colpito più di 1.000 mandrie in 17 Stati e ha fatto ammalare 70 persone, la maggior parte delle quali lavoratori di latterie o allevamenti di bestiame. A gennaio, la Louisiana ha registrato la morte di un anziano che aveva avuto contatti con uccelli malati, segnando il primo decesso di questo tipo negli Stati Uniti.

Finora, il virus non sembra diffondersi facilmente tra le persone. Ma da tempo gli scienziati sono preoccupati che possa trasformarsi nella prossima pandemia perché i virus influenzali possono mutare rapidamente e acquisire nuove capacità. L’appello è dunque quello di farsi trovare preparati con vaccini che possano contenere la diffusione.

COME SIAMO MESSI COI VACCINI

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, stando al Nyt, “la scorta nazionale detiene alcune milioni di dosi di un vaccino H5N1 esistente per proteggere gli esseri umani, ma non è chiaro se le iniezioni continuerebbero a proteggere gli americani se il virus dovesse cambiare in modo significativo”. Il governo, inoltre, secondo il dipartimento della Salute, ha altri tre contratti per l’influenza aviaria.

L’Unione europea, per il Telegraph, si è assicurata una capacità di produzione avanzata per almeno 478 milioni di dosi e ha firmato accordi con sette produttori per la riserva di vaccini, attestandosi così la catena di approvvigionamento più grande e diversificata per una possibile pandemia.

L’ACCORDO SALTATO CON MODERNA

Durante l’amministrazione Biden, la Biomedical Advanced Research and Development Authority (Barda), una divisione del dipartimento della Salute, aveva finanziato Moderna con 176 milioni di dollari per realizzare un vaccino contro potenziali virus influenzali pandemici, inclusa l’influenza aviaria H5N1.

Ora, come parte del progetto, la casa farmaceutica avrebbe dovuto ricevere altri 600 milioni di dollari ma il dipartimento guidato da Robert F. Kennedy Jr. ha annullato tutto, esprimendo “profondo scetticismo” riguardo ai vaccini a mRna, la tecnologia già usata da Moderna per il suo vaccino anti-Covid – recentemente rimosso dal calendario vaccinale Usa per bambini sani e donne in gravidanza, come voluto da Kennedy.

La decisione su Moderna, fa sapere la Nbc News, arriva mentre l’azienda annunciava i risultati intermedi positivi di uno studio di fase iniziale del vaccino che mirava al virus dell’influenza aviaria H5, testato su 300 adulti sani.

PERCHÉ MOLTI SCIENZIATI SONO A FAVORE DEI VACCINI A MRNA

Per molti scienziati la tecnologia mRna è la migliore opzione perché consente di modificare rapidamente il vaccino anche se il virus muta. “Quando si verificherà la prossima pandemia influenzale, non ci sarà abbastanza vaccino per tutti coloro che lo desiderano a meno che non investiamo per ampliare i tipi di vaccini antinfluenzali prodotti e il numero di aziende che li producono”, ha detto Jennifer Nuzzo, direttrice del Pandemic Center presso la Brown University School of Public Health, la quale ha aggiunto: “Non dovremmo permettere che tentativi politicamente motivati di etichettare ingiustamente i vaccini a mRNA come pericolosi ostacolino la garanzia che tutti coloro che desiderano un vaccino pandemico possano ottenerlo”.

Anche il dottor Amesh Adalja, medico di malattie infettive presso il Johns Hopkins Center for Health Security ha ribadito il concetto: “La preparazione alle pandemie significa essere proattivi, veloci e adattabili – la piattaforma vaccinale a mRNA è tutto questo […] L’annullamento di questo contratto rende il mondo meno sicuro”.

L’APPROCCIO POCO ORTODOSSO DI KENNEDY SULL’AVIARIA

Il dibattito su come affrontare la diffusione dell’aviaria tra gli animali negli Stati Uniti, tuttavia, ha creato tensioni anche tra i repubblicani, i quali si erano risentiti per la decisione – poi rimangiata – di Kennedy di licenziare dipendenti del dipartimento dell’Agricoltura (Usda) coinvolti nella risposta dell’amministrazione all’epidemia.

Il segretario, infatti, come scrive il Nyt, ha un approccio “poco ortodosso” nei confronti della situazione poiché ha suggerito che invece di abbattere gli uccelli quando viene scoperta l’infezione, gli allevatori dovrebbero lasciare che il virus si diffonda tra le mandrie. Inoltre, ha sostenuto che gli allevatori dovrebbero identificare gli uccelli che sopravvivono alla malattia e studiarli per identificare la fonte della loro immunità. Questo, secondo molti scienziati, sarebbe “disumano e pericoloso”.

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