L’autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) ha firmato un contratto con la società farmaceutica australiana Seqirus per la fornitura di 665mila dosi di vaccino a uso umano contro la trasmissione dell’influenza aviaria. L’Italia, però, non è tra i Paesi che aderiscono all’iniziativa.
I PAESI CHE ADERISCONO ALL’ACCORDO UE PER I VACCINI CONTRO L’AVIARIA
Il contratto siglato tra Hera, braccio operativo della Commissione europea, e Seqirus prevede, oltre alla fornitura di un massimo di 665mila dosi di vaccino contro l’influenza aviaria, anche l’opzione per ulteriori 40 milioni di dosi per tutti i 4 anni coperti dall’intesa.
A sottoscrivere l’accordo, tuttavia, non sono stati tutti gli Stati membri, ma solo 15: Danimarca, Lettonia, Francia, Cipro, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Slovenia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Islanda e Norvegia, come spiegato dal portavoce della Commissione per la salute, Stefan De Keersmaecker. L’Italia, dunque, non è tra questi.
Il meccanismo di appalto congiunto dell’Ue per contromisure mediche – firmato da 36 Paesi, inclusi tutti gli Stati membri dell’Ue e del See – consente ai Paesi partecipanti di procurarsi vaccini, prodotti terapeutici, dispositivi medici. È pensato per garantire un accesso più equo a contromisure mediche specifiche e migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento, oltre che consentire di beneficiare di prezzi più equilibrati. L’intesa contribuisce inoltre alla preparazione dell’Ue in caso di crisi sanitarie pubbliche o pandemie.
COSA SUCCEDE SE NON SI ADERISCE ALL’ACCORDO
Il contratto, ha aggiunto De Keersmaecker, serve a offrire “una capacità aggiuntiva ai Paesi di acquistare vaccini, sulla base di questo meccanismo”, ma gli Stati membri “hanno sempre la possibilità di utilizzare i propri meccanismi nazionali di approvvigionamento per acquistare i vaccini”. E in ogni caso, “anche gli Stati membri che partecipano all’appalto congiunto possono comunque decidere di utilizzare la propria procedura nazionale”.
Sui motivi che hanno portato un Paese a non aderire, ha chiarito il portavoce, “ovviamente è meglio contattare” lo Stato membro in questione.
CHI SI VACCINERÀ
I vaccini, le cui prime spedizioni arriveranno in Finlandia, sono destinati alle persone più esposte a potenziali rischi di trasmissione di aviaria da uccelli o animali, come i lavoratori degli allevamenti di pollame e i veterinari. Lo scopo è prevenire la diffusione di potenziali focolai di influenza aviaria in Europa proteggendo i cittadini e i mezzi di sussistenza.
“Sebbene la minaccia dell’influenza aviaria per la popolazione generale rimanga bassa, è necessario proteggere le persone a rischio più elevato, come i lavoratori del pollame e delle aziende agricole o alcuni veterinari”, ha dichiarato il Commissario per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides.
Quello di Seqirus – fa sapere la Commissione Ue – è l’unico vaccino preventivo contro l’influenza aviaria zoonotica attualmente autorizzato nell’Ue. La casa farmaceutica è infatti titolare di un’autorizzazione all’immissione in commercio modificata a livello Ue per questo vaccino da utilizzare negli adulti, che protegge dall’influenza causata dai ceppi H5 del virus dell’influenza A.
I CASI DI AVIARIA NELL’UOMO
A livello mondiale il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) riferisce che dal 2003 e fino al 22 maggio 2024 sono stati segnalati 891 casi umani, inclusi 463 decessi (52%), con infezione da influenza aviaria A(H5N1) in 24 Paesi. Solo quest’anno, al 22 maggio, erano stati segnalati 9 casi, tra cui 2 decessi, in 4 Paesi: Cambogia (5 casi, 1 decesso), Stati Uniti (1 caso), Vietnam (2 casi, 1 decesso) e Australia (1 caso).
L’aggiornamento del 31 maggio informa poi che negli Stati Uniti l’infezione da virus H5N1 è stata riscontrata anche in altre 2 persone che lavorano in aziende lattiero-casearie, dove si trovavano mucche infette.
Infine, nel report del 7 giugno, l’Ecdc riporta il caso dell’infezione da virus H5N2, un sottotipo meno noto dell’H5N1, in una persona in Messico poi deceduta ma a causa di altre patologie di cui soffriva già.
A oggi, tuttavia, non è stata rilevata alcuna trasmissione da uomo a uomo.
L’AVIARIA IN ITALIA
In Italia, secondo l’ultimo aggiornamento dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), che risale al 20 marzo 2024, i focolai di H5N1 nel pollame domestico erano 5 in Veneto e 1 in Puglia; mentre il numero di volatili infetti diversi dal pollame, compresi i volatili selvatici, al 20 febbraio 2024 era di 23 tra Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.
Non sono, invece, stati segnalati casi di infezione né nei bovini né nell’uomo, così come in Europa.