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Epatite Acuta Pediatrica

Epatite acuta pediatrica, ecco le ipotesi degli esperti britannici

Non si sbilanciano gli esperti, ma i casi di epatite acuta pediatrica in Europa aumentano. Proprio oggi è stato ricoverato un bambino di Prato e non si esclude un trapianto di fegato. Gli ultimi aggiornamenti e le possibili cause secondo uno studio britannico

 

Non ci sono certezze al momento, ma l’allarme partito il 5 aprile dalla Scozia si è poi diffuso a macchia d’olio in altri Paesi. Il maggior numero di casi di epatite acuta pediatrica lo registra il Regno Unito, tuttavia, le segnalazioni sono arrivate anche da Stati Uniti, Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi, Spagna e Italia.

AGGIORNAMENTO ITALIA

Un caso di sospetta epatite acuta pediatrica di origine sconosciuta, si sarebbe verificata nelle scorse ore a Prato. Dopo l’annuncio del sito Notizie di Prato, è arrivata la conferma dell’Asl Toscana Centro.

Il paziente, che ha circa tre anni, era stato portato ieri in ospedale e ora è ricoverato al Bambino Gesù di Roma. Secondo le ultime agenzie, non sarebbe esclusa la possibilità di ricorrere a un intervento di trapianto di fegato.

Stando all’Ansa, sarebbero già 7 le segnalazioni in Italia di epatiti “di natura da definire” tra bambini che causano forme acute, come già registrato in altri Paesi europei. I casi segnalati, compreso quello del piccolo di Prato, sono tutti da confermare e sono in corso le analisi.

Il ministero della Salute sta inviando informative alle Regioni dal 14 aprile.

PERCHÉ È SCATTATO L’ALLARME

Secondo fonti sanitarie, ogni anno ci sono casi di epatiti la cui origine non è nota ma ora a preoccupare è la frequenza anomala di queste segnalazioni.

La stessa Scozia, secondo uno studio pubblicato sulla rivista medica Eurosurveillance, afferma che i casi di epatite di questo tipo sono in media 5 all’anno, mentre adesso sarebbero già 14 in un mese.

COSA PENSANO GLI ESPERTI

Se da un lato si esclude qualsiasi collegamento con i vaccini anti Covid poiché nel Regno Unito si vaccina dai 12 anni in su e i pazienti hanno tutti meno di 10 anni, molti esperti concordano sul fatto che il responsabile possa essere un nuovo virus.

IPOTESI ADENOVIRUS + LOCKDOWN

In particolare, si ipotizza che questa patologia così aggressiva che colpisce i bambini sia attribuibile a un adenovirus, un virus che solitamente provoca solo raffreddori, vomito e diarrea ma che, in rari casi, può scatenare problemi più seri, soprattutto gastrointestinali, nei più piccoli.

Secondo il parere degli esperti britannici, riportato dal sito inews, è possibile una correlazione con i frequenti lockdown causati dal Covid poiché potrebbero aver indebolito le difese immunitarie dei bambini, esponendoli così a un maggior rischio di contrarre un adenovirus.

Stando, infatti, a quanto comunicato dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (Ukhsa) circa il 77% dei bambini colpiti da epatite acuta in Gran Bretagna è risultato positivo anche a un adenovirus.

È CAMBIATA LA SINDROME O L’ADENOVIRUS?

L’articolo scientifico di Eurosurveillance aprirebbe quindi a due opzioni. La prima è che si tratterebbe di “una variante con una sindrome clinica differente o che già circolava in passato ma che ora sembra avere conseguenze peggiori per i bambini con meno difese immunitarie”. In tal caso, verrebbe confermato il nesso con i lockdown che avrebbero reso i bambini “immunologicamente naïf” nei confronti del virus poiché meno esposti al contatto con gli altri.

La seconda opzione, invece, prende in considerazione un’insolita mutazione del genoma dell’adenovirus. Per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), infatti, è necessaria l’analisi genetica del virus per determinare un’eventuale presenza di connessioni tra i casi.

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