La dipendenza da altri Paesi per le scorte di farmaci sta mettendo in crisi Italia, Stati Uniti e ora anche la Francia. Come in altre parti del mondo, la lista è lunga. Mancano antibiotici, paracetamolo, medicinali antitumorali. Nel 2022, circa 3.500 molecole sono andate esaurite o a rischio esaurimento.
Ecco perché il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato un piano da 160 milioni di euro per riportare in patria la produzione di 50 farmaci considerati “prioritari”.
IL PIANO DI MACRON
Ieri, durante una visita al laboratorio farmaceutico di Aguettant nella regione dell’Ardèche, Macron ha presentato una serie di misure per contrastare la carenza di farmaci essenziali. Una carenza strutturale perché figlia di anni di dipendenza dalle importazioni extra-europee.
Il piano del presidente prevede infatti di aumentare, se non trasferire, in Francia la produzione di 50 farmaci prioritari, di cui 25 già a partire dalle prossime settimane. L’altra metà, spiega Le Monde, riceverà una “dotazione iniziale di 50 milioni di euro” messa a disposizione dallo Stato.
Macron ha citato in particolare la morfina, l’amoxicillina pediatrica e sei farmaci antitumorali. Non il paracetamolo che, osserva Le Figaro, aveva già precedentemente promesso di fare in modo che tornasse a essere prodotto in Francia entro il 2023.
Ma oltre a questi 50, il governo ha stilato una lista di 450 farmaci “sui quali non abbiamo il diritto di essere deboli”. “Nei prossimi mesi e anni – ha detto Macron -, dobbiamo assolutamente assicurare le filiere [per la produzione di questi 450 farmaci essenziali], o delocalizzando completamente [l’intera catena di produzione dei farmaci, compreso in molti casi il principio attivo] o diversificando e continuando a innovare”.
Le scorte saranno monitorate e controllate dall’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari (Ansm).
IL COSTO DEL RIMPATRIO
Stando a Le Monde, per realizzare il piano, Macron ha annunciato il lancio di otto progetti di delocalizzazione e investimenti pubblici e privati per 160 milioni di euro, tra cui quelli di Aguettant e del laboratorio britannico GSK per aumentare la produzione di amoxicillina, l’antibiotico più prescritto ai bambini e che è regolarmente esaurito.
Un sondaggio condotto per France Assos Santé nel marzo 2023 e, citato anche dall’Eliseo, afferma che il 37% dei francesi ha riscontrato carenze nelle farmacie.
Nous investissons plus de 160 millions d’euros pour renforcer notre souveraineté sanitaire et relocaliser en France la production de nos médicaments essentiels. pic.twitter.com/3x6Ap3Tq4M
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) June 13, 2023
LE CAUSE
Come per molti Paesi europei, la carenza dei farmaci è da rintracciarsi nell’eccessiva dipendenza dall’estero. La Francia, scrive Le Monde, “dipende dal 60% all’80% dalle importazioni, in particolare dalla Cina, per la produzione dei cosiddetti farmaci maturi (antibiotici, anestetici, ecc.), una soglia che sale al 95% per le biomedicine”.
Macron, che ha dichiarato di voler agire a livello europeo, intende “promuovere l’ambizione di delocalizzare e rafforzare le nostre capacità produttive”, in particolare definendo “obiettivi quantificati per combinare gli sforzi degli Stati membri”.
LE ALTRE PROPOSTE
Il presidente, oltre a voler riportare la produzione in Francia, ha annunciato che verrà elaborato un “piano bianco per i farmaci” volto a far fronte alle carenze più critiche. Inoltre, le sperimentazioni cliniche dovrebbero essere semplificate per “accelerare notevolmente” lo sviluppo di nuovi medicinali, per i quali però è necessario anche educare i francesi a un “uso più ragionevole” di questi prodotti.
PERCHÉ IL PIANO DI MACRON POTREBBE NON ESSERE SUFFICIENTE
Tuttavia, Nathalie Coutinet, economista esperta di sanità, in un’intervista a Franceinfo evidenzia i limiti della proposta di Macron. Secondo lei, infatti, non sarà sufficiente per evitare ulteriori carenze invernali perché, per esempio, nel noto caso dell’amoxicillina, il problema non era legato solamente al principio attivo ma anche a ragioni di packaging e flacone.
Inoltre, non è ancora chiaro chi e quanto finanzierà i 160 milioni di euro promessi per il piano. “Le aziende contribuiranno? Non ne sono sicura”, afferma Coutinet. “L’elenco stilato da Macron comprende aziende come Sanofi e GSK. Queste stesse aziende – precisa – hanno delocalizzato per aumentare i loro profitti e i dividendi pagati agli azionisti. Perché mai il denaro pubblico dovrebbe essere utilizzato per finanziare queste delocalizzazioni? Tuttavia, se questo denaro viene utilizzato per finanziare i piccoli produttori indipendenti, potrebbe essere utile incoraggiarli a continuare a produrre sul territorio francese e a rimanervi”.
E poi la necessità di agire a livello europeo, indispensabile per l’economista, che però ricorda la nostra incapacità di competere con i ritmi degli Stati Uniti nella scoperta di nuovi farmaci, il che “crea un fenomeno di doppia dipendenza”.
Infine, per il presidente dell’Académie nationale de pharmacie, Bruno Bonnemain, la questione centrale per superare il problema riguarda “un’importante revisione dei prezzi dei farmaci”.