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Carenza Farmaci Stati Uniti

Carenza farmaci, come si cureranno gli Stati Uniti?

La carenza di farmaci non è un problema solo italiano. Gli Stati Uniti stanno affrontando la peggiore crisi da 10 anni e le cause sarebbero da rintracciare nella corsa al ribasso dei prezzi, che nasconde dietro di sé una catena di fornitura opaca e la forte dipendenza dalle importazioni, soprattutto da Cina e India. Tutti i dettagli

 

Mancano i farmaci. E non sono in Italia. Negli Stati Uniti la crisi sta raggiungendo il picco peggiore degli ultimi dieci anni, costringendo i medici a sviluppare soluzioni alternative e l’amministrazione Biden a organizzare una risposta a livello governativo.

Secondo l’American Society for Health-System Pharmacists, i farmaci che scarseggiano sono più di 300, il numero più alto dal 2014. L’American Cancer Society e la dottoressa Amanda Fader, docente alla Johns Hopkins School of Medicine e presidente della Society of Gynecologic Oncology hanno dichiarato che si tratta di “una vera emergenza nazionale di salute pubblica”.

A mancare sono soprattutto i generici, ma anche i farmaci chemioterapici e antitumorali, con gravi conseguenze per i pazienti.

PERCHÉ C’È UNA CRISI DEI MEDICINALI NEGLI STATI UNITI

Il senatore democratico Gary Peters ha spiegato al New York Times che le principali cause dell’attuale carenza di farmaci sono da attribuire a motivi di opportunità economica, a una catena di fornitura opaca e non sempre continua, oltre che alla forte dipendenza dalle importazioni, soprattutto da India e Cina sia per i medicinali che per i loro composti.

PERCHÉ È DIVERSA E PIÙ GRAVE DELLE PRECEDENTI

Crisi simili non sono nuove agli Stati Uniti, ma la differenza rispetto alle precedenti, ha detto in un’intervista a Bloomberg Erin Fox, esperta della University of Utah Health che dal 2001 dedica la sua carriera a monitorare le carenze, “è che ora c’è un gran numero di farmaci che scarseggiano e che interessano sia i pazienti negli ospedali che le farmacie, anche chi cerca di comprare semplici antidolorifici da banco come il Tylenol e l’Advil per bambini”.

Un rapporto presentato al Senato a fine marzo e riportato dal Sole24Ore, ha evidenziato che “le carenze sono aumentate di quasi il 30% nel corso dell’anno scorso rispetto al 2021 e che i tempi per recuperare la fornitura sono in media di 18 mesi, con alcuni casi limite di addirittura 15 anni”.

SOS GENERICI

La carenza di farmaci generici di uso comune di cui parla Fox riguarda, in particolare, come sottolineato in una recente audizione alla Camera citata da Axios, la “corsa al ribasso” dei prezzi che frena gli investimenti nella produzione e costringe molte case farmaceutiche a dichiarare bancarotta, lasciando il monopolio a poche di esse. Si teme, infatti, che la situazione possa ulteriormente peggiorare se i produttori di farmaci generici ridurranno la gamma di prodotti fabbricati o chiuderanno.

Secondo uno studio della società indipendente Iqvia citato dal capo dell’Association for Accessible Medicines, David Gaugh, e riportato dal Sole24Ore, “sebbene il numero di produttori di farmaci generici sia aumentato, il mercato si è consolidato attorno a tre intermediari che coprono il 90% degli acquisti attraverso le loro catene di distribuzione, come Red Oak Sourcing (che include Cvs Health e Cardinal Health), ClarusOne (che include Walmart e McKesson) e Walgreens, che ha anche accordi di distribuzione con AmerisourceBergen”.

La “corsa al ribasso”, invece, sembra imputabile alla competizione di prodotti importati da Cina e India, dove, tra l’altro, le ispezioni della Food and Drug Administration (Fda) hanno riscontrato carenze igieniche e produzioni di bassa qualità. A cui si aggiunge la ormai nota problematica delle forniture a singhiozzo sia per l’emergenza Covid che per la guerra in Ucraina.

COSA STA FACENDO LA CASA BIANCA

Per affrontare il problema, la Casa Bianca ha creato un team di esperti chiamati a trovare soluzioni a lungo termine ma le soluzioni, scrive Axios, “potrebbero essere costose e dirompenti” perché “la Fda può identificare i problemi e collaborare con i produttori, ma non ha le competenze e, in alcuni casi, l’autorità per affrontare le questioni economiche più importanti del settore”.

Cathy McMorris-Rodgers, presidente della Commissione per l’energia e il commercio, ha parlato di opzioni come “l’aumento dei rimborsi per i farmaci generici e il controllo delle pratiche commerciali dei gestori dei servizi farmaceutici”.

Frank Pallone, il più alto esponente democratico in materia di energia e commercio, ha chiesto “una maggiore trasparenza sugli ingredienti dei farmaci prodotti all’estero e un ampliamento delle segnalazioni in caso di picchi inaspettati della domanda di farmaci, oltre a rendere più facile per la Fda prolungare in modo sicuro la durata di conservazione dei farmaci critici in carenza”.

FUOCO INCROCIATO

Il repubblicano Scott Gottlieb, commissario della Fda durante l’amministrazione Trump e membro del consiglio di amministrazione di Pfizer, ha invece sottolineato come gli sforzi per contenere i costi dei farmaci inclusi nell’Inflation Reduction Act (IRA) abbiano contribuito “a sottoinvestire in forniture generiche sicure e sostenibili”.

“Il business dei generici, in particolare per questi farmaci complessi, queste formulazioni complesse, non è un business sano in questo momento – ha dichiarato alla Cbs News -. Ci sono cose che il governo può fare, ma la maggior parte di esse costerà. Dovremo cercare dei modi per fornire maggiori rimborsi per questi farmaci difficili da produrre”.

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