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Presidenziali Francia

Macron-Le Pen, cosa si dice in Francia sui risultati del primo turno

Primo turno delle presidenziali in Francia: i risultati, la sfida Macron-Le Pen e i primi commenti dei giornali francesi

 

Per la seconda volta nella storia della Quinta Repubblica (la prima fu tra Valéry Giscard d’Estaing e François Mitterrand nel 1974 e nel 1981) i francesi si preparano a vivere la partita di ritorno con gli stessi protagonisti di un film già visto. Per ora.

Le differenze (in percentuali) col voto di cinque anni fa

Emmanuel Macron e Marine Le Pen sono in testa al primo turno delle elezioni presidenziali 2022. Al 96% dello spoglio delle schede, il presidente uscente ha raccolto il 27,60% dei voti, contro il 23,41% del suo avversario del Rassemblement National. Un distacco di circa quattro punti. I due candidati, che si sono affrontati in finale nel 2017, saranno decisi dagli elettori domenica 24, giorno del secondo turno. Cinque anni fa Macron al primo turno ottenne il 24,01%, Le Pen il 21,30%. Lo scarto Macron-Le Pen c’è. Il gap non si è azzerato come prevedevano alcuni sondaggi. È rimasto più o meno lo stesso di cinque anni fa. Semmai si è ristretto (di poco) il divario tra Jean-Luc Mélenchon (La France insoumise) e Marine Le Pen. Il candidato della sinistra radicale strappa il 21,95%. Un voto anti-sistema a tre soffi dal voto anti-sistema dell’estrema destra di Le Pen.

“Il sorpasso è possibile ma non probabile”

Previsione azzeccata: i sovranisti vincono, ma non abbastanza, probabilmente, per conquistare l’Eliseo. “Il sorpasso è possibile ma non probabile”, è commento diffuso nella notte. “Le Pen potrebbe vincere ‘a sorpresa’, ma non nel contesto attuale, proprio quando si parla della sua vittoria come di una possibilità concreta” osservava qualche giorno fa su twitter Mathieu Gallard, di Ipsos.

Mélenchon non vota Le Pen e non sostiene Macron

Macron è apparso sollevato incontrando i sostenitori alla chiusura dei seggi a la Porte de Versailles È in testa al primo turno in un quasi testa a testa. I partiti che non vanno al secondo turno, tranne quelli sovranisti di Éric Zemmour e di Nicolas Dupont-Aignan dicono: votate il presidente. L’insoumise di sinistra Mélenchon non dice di votare Macron, ma arringa: “Non dobbiamo dare una sola voce alla signora Le Pen “, ripete tre volte ai suoi sostenitori. E questo sarà uno dei nodi della nuova campagna. I suoi lo seguiranno?

I socialisti (scomparsi) appoggiano Emmanuel

Anne Hidalgo (Partito socialista), per prima si è posizionata a favore di Emmanuel Macron per “votare contro l’estrema destra”. La sua disfatta lascia il Partito socialista a pezzi: il sindaco di Parigi ha ottenuto l’1,74% dei voti al primo turno. È il peggior punteggio dei socialisti in un’elezione presidenziale.

Chi sostiene Macron al secondo turno

Anche il comunista  Fabien Roussel (2,31%) ha chiesto di “sconfiggere Le Pen” e il suo “progetto razzista e xenofobo”. Nonostante la preoccupazione ambientale, il verde Yannick Jadot non riesce a conciliare gli ambientalisti con le presidenziali e si ferma al 4,58%. Domenica sera ha invitato i suoi elettori a votare per Emmanuel Macron per “bloccare l’estrema destra”. Ma le loro sono percentuali da prefisso telefonico o quasi.

Pécresse e la frattura tra i Repubblicani

Valérie Pécresse (Les Républicains) non ha dato istruzioni. Con un 4,79% ha detto che avrebbe votato per Emmanuel Macron “per impedire a Marine Le Pen di salire al potere”. Il più a destra dei repubblicani, Eric Ciotti – sfidante di Pécresse alle primarie repubblicane – no: “Non mi riconosco nella politica di Emmanuel Macron, non lo sosterrò” , ha detto su TF1. Posizioni diverse che suggeriscono divisioni all’interno del partito che ha ottenuto il punteggio peggiore della sua storia in un’elezione presidenziale.

Chi si astiene da Macron e non sostiene Le Pen

Il candidato del Nuovo Partito Anticapitalista, Philippe Poutou (0,77%) ha chiesto di “non dare un voto” a Marine Le Pen nel secondo turno delle elezioni presidenziali, ma senza dare alcuna istruzione di voto per MacronJean Lassalle (3,16%) di Résistons! – altro movimento anti sistema, già vicino ai gilet gialli – non ha dato istruzioni di voto al suo elettorato. La candidata di Lutte Ouvrière, la trotzkista Nathalie Arthaud (0,57%), voterà in bianco.

Il sindacato è per l’usato sicuro

Cfdt, il principale sindacato francese, domenica sera ha chiesto in una dichiarazione di “battere il candidato del Rassemblement National votando per Macron” al secondo turno delle presidenziali. Anche se “questa richiesta non implica né l’approvazione del bilancio del presidente uscente né l’adesione al suo programma”.

Le Pen non è un’isola

Le Pen può contare sul sostegno dei sovranisti Éric Zemmour (7,05%) e Nicolas Dupont-Aignan (2,17%) di Debout la France.

L’operazione politica di Macron sembra funzionare

Per la politologa Chloé Morin, della Fondazione Jean-Jaurès, con questo risultato Macron “completa il lavoro iniziato nel 2017, con una tripartizione del panorama politico. Ha digerito i partiti di governo, resta solo un grande polo centrale e due estremi, destra e sinistra. È un chiarimento del panorama politico e un dibattito che ora è a testa alta con gli estremi”. Emmanuel Macron ha chiamato, domenica sera nel suo discorso alla Porte de Versailles, a fondare, al di là delle “differenze”, “un grande movimento politico di unità e di azione”.

Le insidie per Le Pen

Il problema, per Marine Le Pen, è adesso. Il fronte repubblicano, contro gli estremi, ha già mostrato di esserci al primo turno. Ma Marine Le Pen ha vinto la sua prima scommessa, quella di una de-demonizzazione della sua immagine. Ha fatto anche meglio del punteggio 2017: guadagna tre punti rispetto a cinque anni fa. Il suo successo per ora finisce qui.

Marine potrebbe piacere, ma…

Il problema principale per il Rassemblement National è sempre lo stesso: “preoccupa gli elettori”, osserva Mathieu Gallard di Ipsos. E li preoccupa di più se rischiano di vincere. La domanda è quanto una mobilitazione anti Rassemblement National possa ripetersi, di grossa portata, al secondo turno, vista l’evoluzione dell’immagine e l’acquisto di credibilità di Le Pen.

Ora “solo” il 50% degli elettori prova antipatia per il candidato, contro il 62% del primo turno del 2017. E poi ha una nuova risorsa: per la prima volta ha appoggi, come Éric Zemmour. Potrebbe racimolare voti persino da qualche dissidente della sinistra radicale di Mélenchon e da qualche repubblicano. Ciotti probabilmente, e molti repubblicani più estremi. Il Rassemblement National non è più una potenza isolata.

Per Libé “paradossalmente è stata aiutata dal suo miglior nemico, un Éric Zemmour in fin dei conti troppo ripugnante, il cui crollo nei sondaggi ha spinto i suoi elettori al voto utile per il candidato che poteva accedere al secondo turno”.

I tratti di immagine di Le Pen sono migliorati: è considerata molto indietro rispetto a Macron per statura e capacità di affrontare le crisi ma ora è solo in seconda posizione. E d’altra parte, è molto più avanti di lui sulle dimensioni del desiderio di cambiamento e di prossimità. “Le Pen ora preoccupa solo un elettore su due, molto indietro rispetto a Zemmour, a livello di Mélenchon, e infine non così avanti a Macron”, annota Mathieu Gallard.

La débâcle di Zemmour

Per Éric Zemmour è una disfatta. È la novità 2022. Ma delude rispetto ai primi sondaggi. Con il 7% dei voti reali, il candidato di Reconquête! arriva in quarta posizione, molto dietro Emmanuel Macron, Marine Le Pen, Jean-Luc Mélenchon. L’unica consolazione: ottiene un punteggio migliore di Valérie Pécresse (4,8%) dei Les Républicains. Chi si contenta.

Al di sopra di Le PenMacron è riuscito nella sua prima scommessa, quella di svuotare la destra repubblicana da tutti i suoi argomenti e raccogliere il voto di elettori spaventati da un possibile duello tra estrema destra ed estrema sinistra.

Come ti distruggo socialisti e repubblicani

I partiti storici sono naufragati più del previsto. La socialista Hidalgo ottiene l’1,7%. Batte il record: tre volte meno di Benoît Hamon che raccolse il 6,3% nel 2017. Già allora il peggior punteggio dei socialisti in un’elezione presidenziale. Se Hidalgo polverizza i socialisti, la repubblicana Pécresse non fa diversamente. Con il 4,8% arriva quinta al primo turno. Nel 2017 François Fillon aveva ottenuto il 20%. Escluso per un batticiglio dal ballottaggio da Marine Le Pen.

Incognita astensione

L’astensione è stata superiore a cinque anni fa: intorno al 25,14%. È quindi superiore al 2017 (22,23%). Il record resta quello del 2002, con il 28,4%. La variabile astensione è ovviamente un’incognita non da poco per il secondo turno.

Le Pen inizia la nuova campagna

Da adesso comincia una nuova campagna per il secondo turno del 24 aprile. Macron insisterà nel riattaccare Le Pen con l’etichetta dell’estrema destra. Anche per Marine Le Pen inizia una nuova campagna. Ma è anche la stessa che guida da settembre. Non intende variare. Le questioni sociali e il potere d’acquisto saranno al centro delle prossime due settimane. Una campagna incentrata soprattutto sul potere d’acquisto, contrariamente alla tradizione del Front, poi del Rassemblement National, di mettere in luce solo i temi dell’immigrazione e della precarietà che l’ha avvantaggiata. Inoltre, ha gestito la questione della guerra in Ucraina molto meglio di Zemmour, essendo semplicemente discreta nei giorni successivi allo scoppio del conflitto. “Ed è probabilmente la cosa migliore da fare nella sua posizione a dir poco delicata”, commenta Mathieu Gallard.

Macron inizia la (nuova) campagna

Per la portavoce de La République En Marche, Maud Bregeon: “Dobbiamo spiegare come Marine Le Pen sia pericolosa per la Francia. È la lotta per il progresso, la lotta per il patriottismo e l’Europa contro i nazionalisti”. Emmanuel Macron su France 2, ha già iniziato: “Quando l’estrema destra, in tutte le sue forme, rappresenta tanto nel Paese, non possiamo pensare che le cose stiano andando bene”.

I prudenti festeggiamenti di Macron

L’inquilino dell’Eliseo ha festeggiato prudentemente al centro espositivo Porte de Versailles a Parigi: “Non commettere errori, niente è certo”.

Ha salutato tutti i candidati, chiedendo al pubblico di applaudire i concorrenti. “Difendiamo le nostre convinzioni con forza ma rispettiamo ciascuno e tutti”, dichiara Macron prima di continuare: “Ringrazio Anne Hidalgo, Valérie Pécresse, Yannick Jadot e Fabien Roussel che questa sera mi hanno dato il loro sostegno”. “Alcuni lo faranno per bloccare l’estrema destra e non varrà la pena sostenerci. Lo rispetto”, osserva Macron, riferendosi a Jean-Luc Mélenchon: “Voglio salutare la loro chiarezza”.

Si è poi rivolto agli elettori di Marine Le Pen: “Voglio convincerli che il nostro progetto risponde molto più solidamente di quello dell’estrema destra alle proprie paure e alle sfide dei tempi”. “Non commettere errori, nulla è risolto e il dibattito che avremo nei prossimi quindici giorni è decisivo per il nostro Paese e per l’Europa”, avverte.

Attaccare Le Pen, convincere la sinistra. Gli impegni di Macron per i prossimi 15 giorni

Nonostante un certo vantaggio al primo turno, Macron deve ora convincere oltre il suo campo per essere rieletto. C’è da dire che la macronie sembra temere una smobilitazione al secondo turno, dopo un’astensione molto significativa di domenica sera (26,5%). Il presidente concentrerà i suoi sforzi per screditare il programma di Marine Le Pen e dovrà mobilitare gli elettori di sinistra.

Tra i principali assi di attacco, si prevede la questione del potere d’acquisto: “Fa promesse che non verranno mai finanziate o che già esistono, come la riduzione dell’Iva per i taxi (i taxi non la pagano sul carburante, ndr)”, dice un dirigente di maggioranza.

Nel portafoglio del presidente, dovremo trovare attacchi alla politica internazionale che la Francia avrebbe avuto negli ultimi 5 anni sotto Marine Le Pen. E in particolare sulla sua relazione con Vladimir Putin. Oppure i suoi capovolgimenti intorno all’Unione Europea e l’uscita dall’euro, opzione difesa nel 2017 e abbandonata oggi.

Il presidente intende ancora insistere sulle sue proposte sociali già sviluppate durante il suo incontro a La Défense. Il metodo ha il vantaggio di riequilibrare il dibattito dopo un avvio di campagna segnato a destra con l’allungamento dell’età pensionabile.

Dopo una campagna al primo turno in cui ci sono volute le ultime due settimane per vedere Emmanuel Macron entrare in contatto con le strade, l’entourage del presidente assicura che sarà “mattina, mezzogiorno e sera” sul campo, con una “campagna di contatto”.

All’indomani del primo turno delle elezioni presidenziali, ecco alcuni dei titoli in prima pagina dei quotidiani francesi per il nuovo “scontro” che si profila tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen.

Il conservatore Le Figaro parla di “Nuovo duello” e affianca una foto dei due candidati, tutti sorrisi. Il quotidiano rileva che i due leader di punta sono riusciti ad aumentare il proprio punteggio rispetto al 2017, mentre Jean-Luc Mélenchon “schiaccia” l’intera sinistra, mentre Valérie Pécresse ed Eric Zemmour “pagano a caro prezzo la scelta del voto utile”.

“Questa volta fa davvero schifo”, titola sobriamente il quotidiano di sinistra  Liberation, mettendo fianco a fianco metà del volto di Emmanuel Macron e di Marine Le Pen sotto una luce particolarmente scura: “Dopo un quinquennio segnato a destra, il voto sarà più difficile”.

La Croix, il quotidiano cattolico, ha scelto di mettere faccia a faccia il presidente uscente e il leader del Rassemblement National, con il titolo: “La resa dei conti. Emmanuel Macron e Marine Le Pen si affronteranno ancora al secondo turno, per un risultato molto meno certo”.

Da sinistra, L’Humanité decide di non mettere nessuna foto in copertina, ma un montaggio che mostra il logo del Rassemblement National e la fiamma che forma due “l” per scrivere “Non lei”. I sostenitori di Le Pen nei giorni scorsi avevano mandato in tendenza l’hashtag: Non lui. Ovviamente riferito a Macron.

 

Dalla Corsica, che sta rivivendo l’incendiarsi delle spinte autonomiste, un titolo che suona come l’espressione di una reazione di rifiuto di fronte a una delle campagne elettorali più schizofeniche che la Francia abbia conosciuto.

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