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Voto Catolico

Ecco le divisioni fra cattolici in Francia su Macron e Le Pen

Le Monde critica i vescovi francesi per non avere chiesto ai cattolici di votare Macron per bloccare Le Pen. La Croix, primo quotidiano cattolico, si adegua. Ma al primo turno delle presidenziali, il 40% dei fedeli ha scelto le destre radicali. È un inedito. Ecco perché

Le Monde tira le orecchie ai vescovi

Poche ore prima del dibattito Tv (qui)  tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, il principale quotidiano progressista e laicista di Francia ha mandato in prima pagina un editoriale non firmato per tirare le orecchie ai vescovi. Lunghe tonache colpevoli, secondo Le Monde, di non avere dato indicazioni di voto chiare contro Le Pen e a favore di Macron. Una manciata di giorni dopo, giovedì 21, il quotidiano cattolico La Croix ha risposto. “L’Avvenire” francese ha preso la decisione di sostenere il presidente-candidato Macron, giudicando che il programma del suo avversario Le Pen comporta “il rischio di danni irreparabili”. La Croix è il giornale cattolico più letto in Francia. Le similitudini con Avvenire terminano qui. La proprietà non è della Conferenza episcopale. La Croix – che segue una linea editoriale progressista – ha per editore Bayard Presse (BP). Pubblica libri e riviste. BP, fondata nel 1873 col nome di La Maison de la Bonne Presse, intendeva diffondere pubblicazioni cristiane e affermare una presenza cattolica nella società. Il gruppo è controllato dall’istituto religioso degli Agostiniani dell’Assunzione.

I vescovi si appellano al voto di coscienza

Come nel 2017, quando gli sfidanti erano gli stessi di oggi, il Consiglio permanente dei vescovi di Francia, in occasione del secondo turno delle elezioni presidenziali, si è rivolto “all’intelligenza, alla coscienza e alla libertà di ciascuno”. I vescovi ricordano ai cattolici l’importanza del voto e “di farlo in coscienza, alla luce del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa”. In un’intervista a Le Parisien, l’arcivescovo di Reims, Éric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale, spiega che “ai cattolici manca una persona in cui vogliono identificarsi”. Di conseguenza sceglierebbero dei candidati di rottura. “Ciò che giustifica questo comportamento sono – secondo Moulins-Beaufort – questioni bioetiche”.  Troppo poco per Le Monde e per molti cattolici liberal. Considerano un impasse della gerarchia cattolica mantenere il primato dei problemi bioetici sul resto. Colpevole? Benedetto XVI. Il sempiterno bersaglio dei cattolici progressisti.

Le Monde dal pulpito

Secondo il quotidiano “formule più forti sarebbero benvenute in un momento in cui i valori di uguaglianza, rispetto e tolleranza che stanno alla base della nostra società potrebbero essere messi in discussione”. A giudizio di Le Monde avvertire del pericolo della vittoria dell’estrema destra del Rassemblement National è dovere dei vescovi. La scelta di una “strana discrezione dei vescovi alla vigilia del secondo turno, dove Marine Le Pen si scontra con Emmanuel Macron, interroga”. Così il laico quotidiano progressista sale sul pulpito per una singolare omelia alla Chiesa. Le Monde deve accorgersene, tanto da premettere una mezza excusationon petita: “Nella nostra società laica, non si tratta [per la Chiesa] di rappresentanti di una setta che danno istruzioni di voto”. E subito l’editoriale incalza: “Già durante il precedente duello Macron-Le Pen del 2017, il messaggio dei vescovi era stato vago. Ma questa timidezza contrasta con la chiarezza delle posizioni precedenti”. il riferimento è alle presidenziali 2002. Al ballottaggio arrivò Jean-Marie Le Pen. E i vescovi si appellarono ai cattolici per boicottarlo. Dopo l’omelia, la lezione di catechismo di Le Monde: “La Chiesa cattolica non esita a pubblicizzare e difendere le sue forti opinioni su temi come il matrimonio omosessuale, la maternità surrogata o l’eutanasia. Che non lo faccia chiaramente in un momento cruciale in cui i valori di uguaglianza, rispetto e tolleranza che stanno alla base della nostra società potrebbero essere messi in discussione è incomprensibile”. Amen.
Bizzarro: Le Monde cita l’interventismo dei vescovi su eutanasia e maternità surrogata, per criticare la mancata presa di posizione a favore di Macron. E sono proprio le posizioni politiche su quei temi che non possono far schierare ufficialmente l’episcopato.

Tanto predicò Le Monde che La Croix rispose (adeguandosi) ai laici predicatori

La risposta de La Croix non si è fatta attendere. Il 21, Il direttore Jérôme Chapuis, prima si scusa: “La responsabilità di un giornale non è dettare la condotta (dei lettori, ndr)… A volte, tuttavia, le circostanze richiedono di prendere una posizione chiara e diretta. Questo è il caso oggi. La storica minaccia rappresentata dall’elezione di Marine Le Pen porta La Croix a sostenere Emmanuel Macron in vista del secondo turno delle elezioni presidenziali”.
Per solennizzare la presa di posizione, La Croix ha preparato anche un video. Qui. Bizzarro: La Croix evoca la “storica minaccia” Le Pen per giustificare la scelta Macron. Ma allude appena a posizioni politiche su eutanasia e aborto che la fanno più vicina alla sensibilità di molti cattolici rispetto a Macron. Per tacere di quanto ha infastidito i cattolici conservatori la posizione pro Macron secondo la linea dettata da Le Monde e oltre l’indicazione “neutrale” dei vescovi.

La bioetica di Macron, problema per i cattolici, non essenziale per La Croix

L’editoriale riconosce che Macron è scelta problematica per molti cattolici: “Tra i primi motivi addotti dai cattolici che hanno deciso di non votarlo vi sono l’allungamento dei termini per l’aborto, la proroga delle PMA e la prospettiva dell’eutanasia”. Già perché il presidente-candidato vuole inserire l’aborto tra i diritti fondamentali dell’Unione europea. Inaugurando il semestre di presidenza francese dell’Ue, a gennaio, ha come paragonato aborto e tutela ambientale, proponendo di inserire entrambi i temi nella Carta dei diritti. A febbraio ha esteso da 12 a 14 settimane i termini dell’aborto legale. Marine Le Pen non è per il ritiro del diritto d’aborto, ma vuole almeno tornare al limite delle 12 settimane. Sulla procreazione medicalmente assistita, aperta a tutte le donne, consentita durante il quinquennio di Macron, Le Pen all’epoca si oppose al testo, ma da allora non ha espresso la volontà di cancellarlo. Per quanto riguarda la maternità surrogata, i due candidati si impegnano a non autorizzarla in Francia. Marine Le Pen vuole rafforzare questo divieto per evitare qualsiasi elusione della legge andando all’estero. Emmanuel Macron intende mantenere le procedure di adozione dei bambini concepiti da “madri in affitto” oltre i confini. Macron apre alla legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito, attualmente vietati in Francia. Le Pen è contraria.

Il complessismo dei cathò liberal

Il ritardo sull’ecologia è uno dei limiti di Macron per La Croix. Il quotidiano dice di condividere le preoccupazioni su aborto, eutanasia, maternità surrogata. Ma esprime una posizione disarmata: “Bisogna essere lucidi: su questo tema, il divario tra le preoccupazioni della società francese e quelle espresse dalla Chiesa e dai suoi fedeli è immenso”. Concentrarsi su questioni di bioetica “porta alla cecità su altri punti essenziali”. Per il quotidiano cattolico “Marine Le Pen è un candidato di estrema destra. Il suo programma rischia di danneggiare irreparabilmente gli equilibri di potere, la libertà religiosa e i principi basilari della solidarietà con i più poveri, a cominciare dai migranti in fuga dalla guerra o dalla povertà. Il suo progetto è unificante solo nel nome: il nazionalismo che ne fa da sfondo finisce inevitabilmente per produrre divisione e violenza, come tragicamente illustrato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”. Per La Croix il problema urgente sta nelle “affinità di Marine Le Pen che la legano a Trump e Putin, dichiarati avversari dell’Ue”, per cui Macron è “l’unica opzione auspicabile”. Certo, riconosce, “i francesi conoscono i suoi [di Macron] limiti. Hanno visto la sua procrastinazione sull’ecologia, sono infastiditi dal suo liberalismo o dalla sua pretesa di incarnare da solo il campo della ragione”.

Etica, la Cenerentola delle elezioni

I temi etici non sono stati degnati di un’osservazione al dibattito Tv dai due candidati finalisti. Si è discusso di velo per le donne musulmane. Marine Le Pen lo vuole bandire nello spazio pubblico in nome della difesa – sostiene – della dignità e libertà delle donne. Emmanuel Macron le contesta a questo proposito il disprezzo della libertà religiosa tutelata dalla République.

Visto da Roma

Giovedì 21 Papa Francesco ha ricevuto i vertici della Conferenza dei vescovi di Francia, guidati dal presidente Éric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims. A margine dell’udienza si è parlato di elezioni. Bergoglioè stato riferito – seguirebbe da vicino le presidenziali francesi ed è informato del dibattito tra i due candidati di mercoledì scorso. Avrebbe espresso la sua preoccupazione per l’astensionismo dei giovani.

Le scaramucce di Marine Le Pen con Francesco

Marine Le Pen non ha un buon rapporto col Vescovo di Roma. Si definisce cattolica e si ricorda molto pia da bambina. Ma gli attacchi della Chiesa al Front di papà Jean Marie – dice – l’hanno allontanata dalla pratica. Anche se fu Marine a espellere il padre dal partito di famiglia per il disgustoso revisionismo storico sulle camere a gas naziste.
Tornando dall’Egitto il 29 aprile 2017, a pochi giorni dal secondo round delle presidenziali Macron-Le Pen, a un giornalista che gli domandava del fatto che i cattolici francesi erano tentati dal voto populista o estremo, Papa Francesco rispose: “Non capisco la politica interna francese… Dei due candidati politici [Le Pen e Macron] non so la storia, non so da dove vengano… Sì, so che uno è rappresentante della destra forte, ma l’altro davvero non so da dove venga. Per questo, non posso dare un’opinione chiara sulla Francia”. Glissò. Non diede criteri espliciti. Ma tra le righe si intuiva una certa diffidenza per la candidata di destra: “Riguardo ai populismi – aggiungeva –: hanno un rapporto con i migranti, ma questo non fa parte del viaggio. Se c’è tempo posso tornare su questo”. Mancò il tempo per approfondire. Marine Le Pen aveva criticato il Papa per il suo impegno chiesto agli Stati a favore dei migranti. Intervistata da La Croix, nell’aprile 2017, l’allora candidata rispose: “Chi pretende che gli Stati vadano contro l’interesse dei popoli non imponendo delle condizioni all’accoglienza di importante numero di migranti è per me politica, direi anche ingerenza, visto che il Papa è anche un capo di Stato”. Lo scontro si è ripetuto a marzo 2021. L’Obs riferiva di un Papa che, ricevendo in udienza alcuni esponenti francesi sui temi della transizione ecologica, si sarebbe detto preoccupato di una vittoria di Marine Le Pen per la crescita dei populismi. Marine Le Pen la prende sul serio. E male. A giro di tweet replica a Francesco: “Sono convinta che tanti credenti sarebbero contenti che il Papa si occupasse di quello che succede nelle chiese piuttosto che delle urne. Che ognuno faccia quello a cui è stato destinato”. Premessa della candidata: “Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”.

Il fascino dei cattolici per la destra

Fatto sta che finora, più si praticava, meno si votava per i candidati del Front-Rassemblement Nazional. I fedeli votavano in passato in modo schiacciante per i partiti di governo: Repubblicani (soprattutto) e Socialisti. Ma entrambi sono ormai scomparsi dal panorama politico. Stando al sondaggio Ifop tra i due turni delle presidenziali, il voto dei cattolici di destra si è oggi fatto più radicale. Tutti i candidati di estrema destra raggiungono un totale del 40% dei praticanti. Nel dettaglio il 27% degli elettori cattolici ha votato per Marine Le Pen. E il 10% tra i praticanti occasionali – il 16% tra i regolari – ha votato per l’ancor più a destra Éric Zemmour. Il 3% per Nicolas Dupont-Aignan. Stando all’analisi Ifop, l’entusiasmo è ancora più forte tra i giovani cattolici. Ma c’è anche un 13% per la sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon. Il singolo punteggio più alto va comunque a Emmanuel Macron, con il 29% del voto dei cattolici praticanti. Al primo turno 2017 il candidato repubblicano François Fillon fu scelto dal 44% dei cattolici praticanti.  “Negli anni ’90 c’erano testi molto duri dei cardinali Albert Decourtray e Jean-Marie Lustiger contro l’estrema destra”, ricorda lo storico del cattolicesimo Philippe Portier. “Oltre al fatto di non dare istruzioni di voto – ma questo problema è forse di per sé superato – è di natura preoccupante la mancata reazione allo spostamento all’estrema destra degli elettori cattolici”. E proprio il loro voto di centro è stato a lungo considerato la diga contro l’estremismo. Oggi tutto è cambiato. Al primo turno gli elettori francesi hanno preferito nel complesso i candidati anti sistema. Gli elettori cattolici non fanno differenza. Ma il singolo candidato Macron ha prevalso al primo round e tutti i sondaggi lo danno in netto vantaggio al secondo.

Radicalizzazione a destra? Comme d’habitude la colpa è di Wojtyla-Ratzinger

Secondo il sociologo Yann Raison du Cleuziou, il voto a destra si spiega con la secolarizzazione. E “in un contesto di crollo statistico, il cattolicesimo si ricompone su chi resta: tendenzialmente il più conservatore che cancella i cattolici più moderati”. Ricorda: “I momenti di politicizzazione dell’identità cattolica in reazione all’evoluzione della società (su questioni di bioetica o sui flussi migratori) incidono sull’identità sociale del cattolicesimo”. A suo giudizio “chi si definisce la generazione di Giovanni Paolo II o di Benedetto XVI, ristruttura la Chiesa su una linea più ritualistica, integralista e intransigente rispetto ai loro antenati segnati dal respiro del Vaticano II”.

Vescovi “neutrali”. Non i leader delle altre religioni

L’impossibilità di accogliere per un motivo o per l’altro, l’integralità dei programmi di Macron-Le Pen – ad esempio, Emmanuel Macron vuole aprire la porta all’eutanasia e Marine Le Pen limitare l’accoglienza dei migranti – come forse anche il non intravvedere pericoli imminenti dall’uno e dall’altra (Marine non è Jean-Marie Le Pen), hanno frenato i vescovi dal fornire indicazioni di voto precise. Del resto il richiamo a “coscienza, Vangelo e Dottrina sociale della Chiesa” è da tempo mood diffuso tra gli episcopati mondiali alla vigilia delle elezioni. I vertici delle comunità ebraica, musulmana e protestante, al contrario, sostengono Macron. Il rabbino capo di Francia, Kaïm Korsia, diversi leader musulmani, come il rettore della grande moschea di Parigi, Chems-Eddine Hafiz hanno chiamato a bloccare Marine Le Pen votando Emmanuel Macron.

Alcuni vescovi svelano il loro segreto nell’urna

Lo hanno fatto, a titolo personale, alcuni vescovi cattolici. Ad esempio l’arcivescovo di Strasburgo, Luc Ravel: ha fatto sapere che come cittadino voterà per Macron.
Infinitamente in numero contenuto chi si esprime pubblicamente contro il presidente-candidato. O lo critica. Come il vescovo di Bayonne, Marc Aillet. Sul giornale diocesano già in marzo riconosceva la necessità di valutare l’ultimo quinquennio. Il suo bilancio è negativo su quelli che non teme di definire “principi non negoziabili”– espressione consueta nella stagione di Wojtyla e Ratzinger, eclissata negli anni successivi. Bocciatura su tutta la linea per aborto, eutanasia, gender, maternità surrogata.

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