Washington schiererà i suoi missili a lunga gittata in Germania.
Gli Stati Uniti inizieranno a dispiegare missili a lungo raggio su suolo tedesco a partire dal 2026, con il proposito di mantenere tali sistemi nell’area in futuro. Lo si legge in una dichiarazione congiunta diramata dai governi di Washington e Berlino al termine dei colloqui avuti nel quadro del vertice Nato. Tra i sistemi menzionati figurano gli Sm-6, i Tomahawk e armi ipersoniche in sviluppo, tutti con “gittata significativamente superiore” rispetto a quelli attualmente di base in Europa. “Esercitare queste capacità avanzate dimostrerà l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della Nato e il suo contributo alla deterrenza integrata europea”, si legge nella dichiarazione.
Non si è fatta attendere la replica del Cremlino con Mosca promette “risposta militare” al dispiegamento di missili Usa in Germania.
“Washington e Berlino rispondono alle minacce sempre più esplicite del Cremlino, cercando di recuperare il terreno nell’unico settore in cui i russi hanno dimostrato un vantaggio: i missili a medio raggio” osserva oggi Gianluca Di Feo, vicedirettore del quotidiano la Repubblica.
Nel frattempo, Repubblica rivela che “gli Stati Uniti pensano di installare le difese anche nel nostro Paese per allargare l’ombrello protettivo sul continente”.
Tornano a soffiare venti da Guerra Fredda stavolta in Europa?
Tutti i dettagli.
LA DICHIARAZIONE CONGIUNTA DI WASHINGTON E BERLINO
Una dichiarazione congiunta rilasciata dai due paesi il 10 luglio recita che: “Gli Stati Uniti inizieranno a distribuire episodicamente le capacità di fuoco a lungo raggio della sua Multi-Domain Task Force in Germania nel 2026, come parte della pianificazione per il posizionamento duraturo di queste capacità in futuro. Una volta completamente sviluppate, queste unità di fuoco a lungo raggio convenzionali includeranno SM-6, Tomahawk e armi ipersoniche di sviluppo, che hanno una gittata significativamente maggiore rispetto agli attuali fuochi terrestri in Europa. L’esercizio di queste capacità avanzate dimostrerà l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della Nato e il suo contributo alla deterrenza integrata europea”.
LA POSIZIONE DELLA DIFESA TEDESCA
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, che ha parlato al vertice della Nato a Washington, ha detto che l’idea alla base del piano degli Stati Uniti era quella di incoraggiare la Germania e altri paesi europei a investire nello sviluppo e nell’acquisto di missili a lungo raggio. L’impiego temporaneo di armi statunitensi darebbe agli alleati della Nato il tempo di prepararsi, ha precisato Pistorius: “Stiamo parlando di un divario sempre più serio nella capacità in Europa”.
LA STRATEGICITÀ DELLA GERMANIA COME BASE PER I MISSILI A LUNGA GITTATA
D’altronde, “Il Baltico è un mare con fondali bassi e spazi ristretti, che offre margini di manovra limitati ai sottomarini e agli incrociatori statunitensi o britannici, i soli nella Nato a imbarcare ordigni a lungo raggio. Ed ecco che l’unico modo per introdurre un deterrente è portare i missili sul suolo tedesco, in modo probabilmente da esporre Mosca e San Pietroburgo a una rappresaglia” spiega ancora De Feo.
LA REPLICA DI MOSCA
Da parte sua, la Russia darà una “risposta militare” al progetto degli Stati Uniti di dispiegare missili a lungo raggio in Germania. Lo ha detto nel corso di una conferenza stampa il viceministro degli Esteri russo, Sergej Rjabkov, commentando la dichiarazione congiunta diramata ieri dai governi di Washington e Berlino dopo i colloqui svoltisi a margine del vertice Nato. “La natura della nostra reazione sarà determinata in modo calmo e professionale. I militari hanno già iniziato a lavorare sulla questione. Ovviamente analizzeremo di quali sistemi specifici si tratta”, ha detto Rjabkov. “Determineremo una risposta militare a questa nuova minaccia”, ha aggiunto.
Intanto, già un mese fa, il presidente russo Putin ha affermato che la Russia dovrebbe riprendere la produzione di missili nucleari a raggio intermedio e corto raggio e poi considerare dove schierarli, dopo che gli Stati Uniti hanno portato missili simili in Europa e Asia. Sempre Putin aveva parlato anche di un accordo per non schierare tali missili nell’enclave baltica russa di Kaliningrad, ma ha affermato che che gli Stati Uniti avevano ripreso la loro produzione, portando i missili in Danimarca per esercitazioni e anche nelle Filippine.
I MISSILI A LUNGA GITTATA CHE SARANNO DISPIEGATI IN GERMANIA PRODOTTI DA RTX
Tra i missili che ora saranno schierati in Germania menzionati nella dichiarazione congiunta, l’SM-6 è principalmente un missile terra-aria/antibalistico, ma ha anche una capacità di attacco di superficie, rileva la testata European Security&Defence. A novembre 2020, l’esercito americano ha selezionato sia l’SM-6 che il missile da crociera Tomahawk, armi della Marina americana, da integrare nella sua capacità di medio raggio basata su veicoli. A produrre sia il Tomahawk che lo Standard Missile-6 (SM-6) è il colosso americano RTX (Raytheon).
LE CARATTERISTICHE DEL MISSILE DA CROCIERA TOMAHAWK
Progettato e realizzato alla fine degli anni ’70, il Tomahawk è un missile da crociera “in uso dagli anni 80 ma continuamente aggiornata in tutti in questi anni; tanto che nelle ultime versioni è in grado di raggiungere portate di 2.000 km, garantendo al tempo stesso la capacità di colpire navi (versione Block Va) o bersagli a terra anche pesantemente protetti (Block Vb)” come spiegava di recente Giovanni Martinelli su Startmag.
Lungo 6,25 metri, un peso massimo al decollo di 2,5 tonnellate e nella versione più recente può costare circa 800 mila dollari l’uno.
L’ESORDIO DURANTE LA GUERRA DEL GOLFO
Il debutto ufficiale dei missili Tomahawk risale alla Guerra del Golfo: il primo lancio, effettuato dalla USS Paul F. Foster, è datato 17 gennaio 1991. Nel corso dell’offensiva, ne furono lanciati altri 300 circa da navi e sottomarini. L’efficacia del Tomahawk ha favorito la diffusione del missile, usato con frequenza nel decennio.
COS’È LO SM-6
Il secondo missile “è addirittura definibile come un ordigno “anomalo”, nel senso che si tratta dello Standard Missile-6 o SM-6; esso nasce infatti come arma superficie-aria destinata alla difesa aerea e anche missilistica a lungo raggio per le unità della US Navy, garantendo però una secondaria capacità superficie-superficie. Ed è proprio questa la caratteristica che ha attirato l’attenzione dello US Army, al punto di sceglierlo per armare il Typhon. A oggi, si stima che lo SM-6 (che è un missile balistico, a differenza del Tomahawk che è invece “cruise”; elemento quindi che conferisce ulteriore polivalenza al Typhon stesso) abbia una gittata di meno di 500 km ma è in fase di sviluppo la versione Block 1B che dovrebbe raggiungere i 1.000 km e con velocità ipersoniche, scrive Martinelli su Startmag.
E LE ARMI IPERSONICHE IN SVILUPPO
Per quanto riguarda invece le “armi ipersoniche di sviluppo” menzionate nella dichiarazione congiunta, si riferiscono probabilmente all’arma ipersonica a lungo raggio (LRHW) dell’esercito americano, che l’esercito chiama Dark Eagle. L’entrata in servizio di questo sistema ha subito ritardi, ma il 28 giugno 2024 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha annunciato di aver completato con successo un test di volo end-to-end del sistema dal Pacific Missile Range Facility a Kauai nelle isole Hawaii. Pertanto, il il Dark Eagle dovrebbe entrare in servizio nel 2025.
IL TRATTATO INF
Come ricorda Reuters, i missili terrestri con una gittata superiore a 500 chilometri sono stati vietati fino al 2019 ai sensi del Trattato INF sulle forze nucleari a raggio intermedio firmato da Mikhail Gorbachev dell’Unione Sovietica e dall’ex presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan nel 1987.
Tuttavia, Washington si è ritirata dal Trattato INF nel 2019 affermando che Mosca stava violando l’accordo con lo sviluppo da parte della Russia del missile da crociera lanciato da terra 9M729, noto nella Nato come SSC-8. Il Cremlino ha ripetutamente negato l’accusa e poi ha imposto una moratoria sul proprio sviluppo di missili precedentemente vietati dal trattato INF, missili balistici e da crociera con gittata compresa tra 500 km e 5.500 km.
MA WASHINGTON GUARDA ANCHE AL NOSTRO PAESE
Infine, dopo la Germania, gli Stati Uniti puntano anche al nostro paese come base per i missili americani. “Washington non ha fatto richieste a Roma e quindi non c’è un negoziato in corso, ma due autorevoli fonti notano che in futuro potrebbe avere senso aprire questo ombrello anche in Italia. La condizione irrinunciabile è ovviamente il consenso del governo e della popolazione, anche per evitare di ricreare le tensioni che durante la Guerra Fredda avevano accompagnato l’arrivo degli euromissili a Comiso”, riporta oggi Repubblica.
“Fonti con una conoscenza diretta dei fatti – prosegue il quotidiano – spiegano che i missili schierati in Germania hanno una gittata sufficiente a proteggere tutto il territorio Nato, quindi non c’è l’urgenza di aggiungere altro nell’immediato. Allo stesso tempo, però, notano che avrebbe senso farlo, primo perché sul piano strategico non è mai saggio concentrare tutte le proprie capacità in un solo luogo; secondo perché l’Italia, come peraltro accadeva anche durante la Guerra Fredda, offre la possibilità geografica di coprire meglio alcune regioni”. Prime fra tutti i Balcani e il Fronte Sud. Quest’ultimo in particolare portato all’attenzione dell’Alleanza Atlantica proprio dal ministro della Difesa italiano Guido Crosetto al summit Nato a Washington.
LO SVILUPPO DI UN MISSILE CRUISE EUROPEO CON UN RAGGIO DI QUASI MILLE KM
E in questa corsa agli armamenti a lungo raggio adesso vuole inserirsi pure l’Europa. Francia, Germania, Italia e Polonia hanno firmato una lettera d’intenti per sviluppare missili da crociera lanciati da terra con una gittata superiore ai 500 chilometri.