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Tutte le promesse di Trump su tasse, auto, petrolio e non solo

Nel suo discorso alla convention repubblicana di Milwaukee, Donald Trump ha presentato i punti principali del suo programma economico: più trivellazioni di petrolio, meno inflazione e meno tasse. Ecco dichiarazioni, numeri e contesto.

Durante il suo lungo discorso alla convention di Milwaukee, durante la quale è diventato ufficialmente il candidato del Partito repubblicano alle elezioni presidenziali di novembre, Donald Trump ha esposto i punti principali della sua agenda economica: ha promesso ad esempio di cancellare i limiti sulle emissioni delle auto (una misura pensata per favorire i veicoli elettrici), di alzare i dazi per proteggere l’industria automobilistica (Joe Biden ha già portato al 100 per cento le tariffe verso la Cina) e di ridurre drasticamente le tasse per i lavoratori, togliendo quelle sulle mance.

TRUMP VUOLE STIMOLARE L’ESTRAZIONE DI PETROLIO E GAS

“Metterò immediatamente fine alla devastante crisi dell’inflazione, farò scendere i tassi di interesse e abbasserò il costo dell’energia. Trivelleremo, baby, trivelleremo”, ha detto, facendo chiaramente intendere di voler favorire l’estrazione di idrocarburi: gli Stati Uniti, però, sono già i maggiori produttori di petrolio e gas naturale al mondo e i primi esportatori di gas liquefatto.

L’ex-presidente ha promesso inoltre di cancellare i progetti di eolico offshore (in mare) nel primo giorno del suo eventuale secondo mandato.

L’INFLAZIONE E I DAZI

Sotto Biden, finora, l’inflazione è cresciuta del 19,2 per cento e gli stipendi del 19,4 per cento; sotto Trump il tasso di inflazione annuo era all’incirca dell’1,9 per cento, ma sotto Barack Obama era dell’1,4 per cento.

Trump ha promesso di ridurre l’inflazione, ma – come ha scritto il conservatore Washington Post – alcune delle sue proposte economiche potrebbero avere l’effetto contrario: ad esempio l’imposizione di dazi generalizzati del 10 per cento e di tariffe del 60 per cento su tutte le importazioni dalla Cina (uno dei principali partner commerciali degli Stati Uniti) potrebbero causare un aumento dei prezzi dei beni acquistati dai consumatori americani.

Il Wall Street Journal, un quotidiano di orientamento liberista, ha riportato che “la maggior parte degli economisti ritiene che l’inflazione, il deficit e i tassi di interesse sarebbero più alti durante una seconda amministrazione Trump che se Biden rimanesse alla Casa Bianca”.

LA RIDUZIONE DEL DEBITO PUBBLICO

Trump ha promesso che ridurrà il debito pubblico attraverso i soldi ricavati dallo sfruttamento delle risorse fossili. A occuparsi dell’estrazione, della vendita e dell’esportazione di petrolio e gas, però, non è il governo federale ma le aziende private: il governo può ricavare qualcosa dai permessi di sfruttamento sui terreni pubblici e dalle tasse, per una cifra stimata sui 100 miliardi di dollari all’anno. Solo nei primi due mesi dell’anno fiscale 2024, iniziato lo scorso ottobre, il deficit di bilancio degli Stati Uniti era di 383 miliardi di dollari.

I TAGLI ALLE TASSE

Nel 2017 il Partito repubblicano ha approvato un pacchetto da 1700 miliardi di dollari di tagli alle tasse alle imprese e ai cittadini: Trump vuole renderlo permanente, oltre a ridurre ulteriormente le tasse sulle aziende (attualmente sono al 21 per cento).

Il Partito democratico – scrive il Financial Times – pensa che il piano fiscale di Trump sia un regalo agli statunitensi più ricchi, e anche il candidato vicepresidente J.D. Vance ha espresso dei dubbi in merito. Vance è popolare soprattutto tra la classe operaia bianca della cosiddetta Rust Belt, una regione degli Stati Uniti nordorientali colpita dalla deindustrializzazione e dallo spopolamento.

– Leggi anche: Trump cancellerà l’Inflation Reduction Act di Biden?

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