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Mondo Dell'auto Usa

Perché il regolamento di Biden sulle emissioni auto non impone le auto elettriche

Il regolamento sulle emissioni delle auto al 2032, emanato dall'amministrazione Biden, favorirà probabilmente i modelli elettrici, ma non vieta le alternative e nemmeno i motori a combustione interna. Ecco perché.

L’amministrazione di Joe Biden ha emanato mercoledì un regolamento sulle emissioni delle automobili al 2032 che avrà probabilmente l’effetto di favorire la diffusione dei modelli elettrici: la maggioranza delle nuove automobili e dei nuovi autocarri leggeri (come i popolari pick-up) venduti negli Stati Uniti entro quella data, cioè, saranno elettrici o ibridi.

COSA PREVEDONO DAVVERO I LIMITI

Secondo le proiezioni dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA, un ente del governo americano), i nuovi limiti sulle emissioni allo scarico faranno sì che al 2032 il 56 per cento delle auto immatricolate nel paese saranno elettriche, e che il 13 per cento saranno ibride plug-in; la quota delle auto con motore a combustione interna sarà del 29 per cento.

Nel 2023 sono stati venduti 1,2 milioni di veicoli elettrici negli Stati Uniti, un record, benché i mezzi a batteria rappresentino solo il 7,6 per cento delle vendite totali di auto.

Nel dettaglio, il regolamento fissa un tetto alle emissioni di CO2 allo scarico di 85 grammi per miglio nel 2023, rispetto ai 170 grammi per miglio dei veicoli immatricolati nel 2027 (l’annata dalla quale si applicherà la misura).

GLI OBIETTIVI DEGLI STATI UNITI SULLE EMISSIONI

Quello dei trasporti è il primo settore per emissioni di CO2 negli Stati Uniti. Sotto l’amministrazione Biden il paese si è impegnato a ridurre le proprie emissioni del 50-52 per cento entro il 2030 (rispetto ai livelli del 2005), a decarbonizzare completamente il mix elettrico entro il 2035 e a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. I veicoli elettrici, dunque, sono centrali nel piano per il clima della Casa Bianca, ma sono anche l’oggetto di una competizione industriale con la Cina e un tema di scontro con il Partito repubblicano in vista delle elezioni presidenziali di novembre.

In un comunicato, Biden ha sottolineato la trasformazione dell’industria automobilistica americana verso la tecnologia elettrica, parlando di “centinaia di nuove fabbriche ampliate in tutto il paese. Centinaia di miliardi di investimenti privati e migliaia di posti di lavoro sindacalizzati ben retribuiti”. L’Inflation Reduction Act, la legge del 2022 che contiene 369 miliardi di dollari di incentivi pubblici alla manifattura di tecnologie pulite (pannelli solari, batterie, elettrolizzatori per l’idrogeno e non solo), prevede anche dei crediti d’imposta per l’acquisto di veicoli elettrici, fino a 7500 dollari.

LE CONSEGUENZE DEL NUOVO REGOLAMENTO SULLE EMISSIONI ALLO SCARICO

Il nuovo regolamento dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente va ad alzare progressivamente, dal 2027 al 2032, i limiti di emissioni allo scarico consentiti; è molto probabile che, per rispettare i nuovi standard, i produttori automobilistici finiranno per concentrarsi sui modelli elettrici, come del resto stanno già facendo.

Secondo l’agenzia, il regolamento permetterà di evitare l’immissione in atmosfera di oltre sette miliardi di tonnellate di CO2 nei prossimi trent’anni; il miglioramento della qualità dell’aria, invece, si tradurrà in benefici sulla salute pubblica per 13 miliardi di dollari all’anno. Il passaggio alla mobilità elettrica, però, sarà anche una spesa: oltre alla necessità di riconvertire gli stabilimenti, la filiera e la forza-lavoro, e oltre il maggiore prezzo di vendita di questi veicoli, le auto elettriche hanno bisogno di un’infrastruttura di ricarica piuttosto capillare.

Nel 2023 gli Stati Uniti hanno installato oltre 172.000 punti di ricarica, ma si stima che al paese ne servano oltre due milioni al 2030 per sostenere la crescita dei veicoli elettrici prevista dalla nuova normativa del governo.

LE REAZIONI

La decisione dell’amministrazione Biden non è piaciuta allAmerican Fuel & Petrochemical Manufacturers, l’associazione che riunisce i produttori di carburanti fossili, che ha parlato di un car ban (cioè di divieto delle auto) e ha diffuso il messaggio nei cosiddetti swing states, cioè quegli stati in cui non esiste una netta maggioranza di votanti del Partito democratico o di quello repubblicano, e dunque rilevantissimi alle presidenziali: la Pennsylvania, il Michigan, il Wisconsin, il Nevada, l’Arizona.

Il Partito repubblicano – il cui probabile candidato alle presidenziali, Donald Trump, è molto critico nei confronti delle auto elettriche – sta già iniziando a contestare la misura. La procuratrice generale della Louisiana, uno stato dove l’industria oil & gas è forte, ha dichiarato per esempio che “possono [i democratici, ndr] desiderare che tutti noi guidiamo veicoli elettrici o che non ci siano affatto automobili, ma alla fine non è una loro decisione. C’è un limite alla loro autorità di rifare la società secondo la loro visione”.

Trump ha promesso di cancellare i programmi sul clima approvati da Biden.

LA CASA BIANCA GARANTISCE LA NEUTRALITÀ TECNOLOGICA

Come ha spiegato il New York Times, l’American Fuel & Petrochemical Manufacturers sta diffondendo un messaggio falso. Il regolamento sulle emissioni non è un ban, un divieto: non obbliga cioè alla vendita di veicoli elettrici né proibisce la vendita di auto e pick-up con motore a combustione interna. Obbliga invece i costruttori automobilistici a rispettare dei nuovi limiti sulle emissioni lungo l’intero arco di produzione del prodotto: spetta però ai costruttori decidere in che modo, e con quale tecnologia, rispettare i limiti.

Ad esempio, le case automobilistiche potranno conformarsi ai nuovi standard – quelle che non lo faranno potrebbero ricevere delle multe – vendendo tipologie diverse di auto: modelli avanzati a benzina, ibridi, elettrici o a idrogeno. Il regolamento, poi, non si applica al mercato dell’usato.

Tra le tecnologie a basse emissioni per la mobilità, però, l’elettrico è nettamente in vantaggio rispetto all’idrogeno. “Il futuro è elettrico”, ha riconosciuto anche John Bozzella, presidente dell’Alliance for Automotive Innovation, il gruppo che rappresenta quasi tutte le case che vendono veicoli elettrici negli Stati Uniti. Bozzella, comunque, ha aggiunto che le nuove regole “tengono conto dell’importanza della scelta per i conducenti e preservano la loro capacità di scegliere il veicolo più adatto a loro”.

BIDEN DEVE COMPIACERE I SINDACATI DELL’AUTOMOTIVE

Il regolamento sulle emissioni dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente, peraltro, è stato ammorbidito rispetto alla proposta iniziale per venire incontro sia alle case automobilistiche – che stanno investendo nell’elettrico, ma dicono di avere bisogno di tempo per adattarsi alla nuova tecnologia – e sia ai sindacati del settore automobilistico, in particolare all’United Auto Workers, il più grande.

L’United Auto Workers teme che il passaggio alla mobilità a batteria possa causare la perdita di molti posti di lavoro perché i veicoli elettrici contengono poche parti mobili rispetto alle auto tradizionali e dunque necessitano di meno manodopera. Inoltre, molte delle nuove fabbriche di auto elettriche e di batterie stanno venendo costruite negli stati del sud, meno sindacalizzati rispetto al Michigan e al resto del Midwest (un tempo il polo indiscusso dell’automotive statunitense).

Biden ha bisogno dell’appoggio dei sindacati alle elezioni: il Michigan rientra negli swing states.

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